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25 dicembre 2010

Il Natale di Apollo 8 (1968) trasmesso dall'USB-S


Il sito della NASA ha pubblicato questo breve messaggio augurale natalizio, trasmesso il 24 dicembre del 1968 dai tre astronauti della missione Apollo 8, la prima a orbitare intorno alla Luna. Mentre dal finestrino scorrono le immagini della superficie lunare si possono distinguere chiaramente le voci di Frank Borman, capo della missione, del pilota del Command Module Jim Lovell, e del pilota del Lunar Module William Anders che si alternano alla lettura di Genesi 1 e alla conclusione l'augurio di "good night, good luck and a merry Christmas" a tutti sulla "good earth".



La voce e le immagini in slow scan television sono quelle raccolte dal sistema di comunicazione integrato in banda S messo a punto proprio per la missione Apollo, operativo su frequenze intorno ai 2 GHz. Un dettagliato paper su questo sistema USB-S (Unified S-Band System) può essere prelevato qui.

07 agosto 2010

Pupari 3


Al suono del corno Olifante, Orlando combatte contro Balduastro, altro gigante inviato dal re dei tartari Agricane.

24 dicembre 2009

Buone feste

Come è ormai tradizione per il Natale di RP, ecco due mie letture, questa volta più natalizie che radiofoniche. Sono due brevi racconti di Giovannino Guareschi e Italo Calvino, la Favola di Natale e I figli di Babbo Natale. Non saranno radiofoniche, ma sono lo stesso molto sentite. Parlano di fantasmi e consumismo, entrambe fanno pensare. La cosa che conta.
Sapete che non sono un attore professionista, la mia dizione e anche la mia voce pseudoimpostata di corista e baritono superdilettante e ingrippato lasciano parecchio a desiderare. Ma sapete anche che la parola detta ha per tutti noi una importanza che travalica la dizione: la solidarietà intorno a essa vi consentirà di tollerare i difetti di un regalo fatto di cuore. Non ci sono molte occasioni, nei nostri anni affannati, per assaporare un po' di serenità. Spero che le feste ve ne portino una.
Per scaricare i due racconti.














31 agosto 2009

Los Angeles, il fuoco minaccia le antenne

Torno da un paio di giorni in Liguria dove ho trovato una Val di Vara letteralmente in fiamme. Sopra Mattarana, in località Ziona, dalle parti del Bracco, gli incendi boschivi, dolosi, hanno costretto all'intervento con Canadair ed elicotteri. Abbiamo seguito con una certa apprensione le loro evoluzioni nel cielo (l'acqua veniva caricata davanti a Deiva) e via radio, sintonizzandoci su una delle frequenze che vengono utilizzate per coordinare i lanci da terra, i 122,15 MHz.
Anche in California, a Mount Wilson, gli incendi stanno provocando grosse devastazioni. Si teme in particolare per la postazione da cui operano i tralicci di decine di stazioni radiofoniche FM (e qualche AM) e televisive. Per seguire visivamente l'assedio delle fiamme sul parco antenne californiano, potete puntare il browser su una Webcam del famoso osservatorio solare:



L.A.'s out-of-control fire threatens, radio, TV and other communications.

It's not just the 25 or so FM antennas or 22 TV signals up there on historic Mt. Wilson, along with the famed observatory. There's also the question of all the other communications facilities that connect radio, TV and various public service functions. Not to mention the thicket of cellphone facilities. And stuff like FBI, CIA and Secret Service communications networks. As I put this T-R-I to bed around 1am Eastern time this morning, the situation was still "Mt. Wilson threatened." But disaster seems imminent, and we'll cover the breaking news on the Radio-Info.com site during the day. AM stations shouldn't be affected nearly as much, unless they've got STL facilities. But almost all the bigger FMs are on Mt. Wilson. (Or "were" on Mt. Wilson.) TV stations are also in better shape than FM, since most Los Angelenos get their signals from cable or satellite. And of course now - unlike New York following the September 11, 2001 terrorist attacks - there's Internet streaming and IPTV. If a lot of towers and antennas go down, there's likely to be an immediate drain on manpower and budgets felt by the radio groups. Stations in other west coast markets may find their own engineering projects delayed for want of manpower (a la Katrina). And how will Arbitron handle so many stations being off the air? The implications keep spreading. (da Taylor on Radio-Info)

13 maggio 2009

Londra, premiata la radio dietro le sbarre

Ale Colombo (grazie, Ale) mi ha fatto un grande favore inviandomi il link all'articolo del Guardian di ieri con la notizia relativa al Sony Radio Academy Awards, che ogni anno premia, in diverse categorie, la migliore produzione radiofonica britannica. Con una certa sorpresa, la cerimonia finale dell'edizione 2009 del concorso ha visto assegnare ben quattro riconoscimenti (The Speech Award; The Listener Participation Award; The Interview Award; e The Community Award) a Electric Radio Brixton, una emittente che "cattura" - letteralmente - i suoi ascoltatori.
ERB trasmette infatti per gli 800 "inmates", i reclusi della prigione londinese di Brixton. La stazione ha inaugurato le sue trasmissioni circa un anno fa ed è uno dei progetti promossi dalla Prison Radio Association, una organizzazione benefica che affianca le varie amministrazioni carcerarie britanniche nell'allestimento di piccole stazioni low power, mettendosi a disposizione anche per formare lo staff dello studio e addestrarlo nelle tecniche delle interviste, della conduzione e della regia radiofonica.
Electric Radio Brixton ha battuto concorrenti assai più blasonati e ha fatto discutere molto i giornali locali, che hanno dedicato ampio spazio a una bella storia, una delle tante che dovrebbe farci riflettere vista la penosa situazione in cui versano molte prigioni italiane (e in un clima sempre più forcaiolo che vorrebbe le carceri sempre più affollate e oppressive). Ricevere la giusta punizione per i reati commessi non dovrebbe implicare un trattamento disumano, anche perché l'incarcerazione dovrebbe servire proprio a far percepire la differenza tra una collettività che segue e rispetta le regole e un'azione consciamente lesiva di questa collettività. E invece il carcere in Italia coincide troppo spesso con il punto di innesco di una violenta spirale di crimine, vendetta, emarginazione e nuovi reati, dove il significato del termine riabilitazione va completamente, anzi colpevolmente perduto.
BBC Radio 4 ha dedicato una parte della trasmissione mattutina Today dell'11 maggio a una serie di interviste sul caso di ERB e un lungo articolo che fa il paio con quello del Guardian segnalatomi da Ale. Ma da vedere è soprattutto il sito della Prison Radio Association, dove si trovano molte fotografie e clip audio, come questo augurio di natale rivolto a chi, uscendo, ritroverà la voglia di celebrarlo . Il programma che ha vinto il premio per la migliore intervista riguarda la conversazione di un giornalista di ERB con Jonathan Aitken, ministro britannico condannato a 18 mesi (sette dei quali scontati in cella) per aver cercato di manipolare i testimoni del suo processo per corruzione.

22 dicembre 2008

Il racconto di Natale di RP

Con i suoi labirintici intrecci, le sue infinite sinapsi, la Rete sembrerebbe una efficace metafora postmoderna del nostro cervello. Una razionale macchina organica pensante. E invece no. La Rete è un concreto non luogo dove trovano ospitalità i cuori e gli istinti, una piazza di incontri inattesi e ineluttabili, costellata di zone oscure in cui si annidano tesori inestimabili e intollerabili bassezze. La Rete è la vita. Tra chi ha la bontà di seguire, qui su RP, il mio modo di vedere la radio e il mondo, c'è una persona speciale che ha casualmente intrecciato la sua fitta trama di percorsi culturali e sonori con la mia - così sfilacciata e naif al confronto. E' una persona che in questi tempi difficili mi ha aiutato e mi aiuta, senza chiedere nulla e anzi coprendomi dei doni che ama condividere con gratuità inusitata (e forse ricevendo da me addirittura qualche sgarbo).
Qualche settimana fa, tra i continui suoi rimandi, mi è arrivato improvviso l'aggancio a una piccola opera letteraria, un racconto di Heinrich Böll dal titolo suggestivo: "La raccolta di silenzi del dottor Murke". «Leggendolo, mi ha detto, ho sentito che in ogni pagina c'era Radiopassioni.» Qualcosa mi è scattato dentro quando ho sentito quel titolo e dopo qualche ricerca ho individuato nella disordinata biblioteca di casa mia l'edizione dei Silenzi che Repubblica aveva regalato ai suoi lettori dieci e più anni fa. Il racconto fa parte di una raccolta di apologhi e scritti satirici apparsa alla fine degli anni cinquanta (il racconto in questione è del 1955). Nel 1964 il cabarettista tedesco Dieter Hildebrandt interpretò il protagonista della storia, il redattore culturale di una stazione radio, Dottor Murke, in un film per la tv. Curiosando sul Web ho scoperto anche una associazione culturale romana RaabeTeatro, che questa estate ha prodotto una libera riduzione del testo di Böll a cura di Stefania di Nuzzo.
La raccolta di silenzi è una satira dell'ambiente culturale tedesco del dopoguerra, dei suoi patetici voltafaccia e ridicoli revisionismi. Un apologo - o forse sarebbe meglio dire parabola - dove i temi politici si mescolano inaspettatamente a una profonda, autentica spiritualità. Il racconto è ambientato tra gli studi di una imprecisata stazione radio, popolata da personaggi mediocri e approfittatori. Un testo talmente radiofonico e sorprendente che ho pensato di leggerlo ad alta voce e di metterlo online, come mio personale regalo natalizio. O come augurio per un 2009 più sereno e magari più ricco di contenuti e iniziative per Radiopassioni.
Non sono un attore e non occorre essere valenti critici per rendersene conto: non riuscirei a far parte nemmeno della più scalcagnata delle filodrammatiche. Prendetelo come un primo, timido tentativo di podcast, una delle idee che mi frullano in testa e che spero prima o poi di realizzare. Un tentativo scaturito dal cuore. Anzi, in tali circostanze dai cuori. Vi abbraccio tutti, possiate trascorrere una festa vera, lieta e senza preoccupazioni, pervasa delle cose e delle persone che contano davvero.



22 dicembre 2007

Il tesoro della radio di Klaus

Il settimanale tedesco Stern ha pensato che questa fosse una bella storia di Natale. Non posso che concordare. Perfino il protagonista si chiama Klaus. Consideratela come un piccolo regalo per queste feste e tanti auguri.
Un falegname disoccupato 46enne di Dorsten, nei pressi di Dortmund, acquista su eBay una vecchia radiolina a transistor anni 60. Un’asta da un euro per un apparecchietto senza alcuna pretesa, anche un po’ graffiato e macchiato, che il nostro Klaus vuole sistemare nella cucina del suo modesto appartamento, arredata nello stesso stile con gli oggetti che ama restaurare. “Un pacchetto che arriva da eBay è sempre come un regalo di Natale,” dice. Ma questa volta il regalo ha un valore superiore a quello nominale. Klaus apre lo sportello posteriore e trova una busta marrone, intestata al bancoposta di Berlino. Dentro una vecchia foto, la chiave di una cassetta postale e un breve testamento autografo del 1990: dal padre Gustav al figlio Heinz. E dodicimila marchi tedeschi, in banconote da 100 e 200. "Una parte dei soldi è qui nella radio, scrive Gustav nelle sue ultime volontà, il resto è in banca."
Klaus non pensa neanche lontanamente di tenersi il denaro né di contattare la venditrice della radio su eBay. Va alla polizia con tutto quello che ha trovato, soldi compresi. Vuole ritrovare Heinz, porre in atto il testamento di Gustav. “Mio padre è morto quattro anni fa, dopo dieci anni che non lo vedevo. Non mi ha lasciato nulla, neanche una foto.” Per ora le ricerche non hanno dato risultati. Nel testamento il padre di Heinz chiede di essere seppellito in un cimitero di Berlino, dove però non risultano “Gustav K.” iscritti nel 1990.
Klaus aspetterà. I soldi saranno suoi se il legittimo Heinz K. non reclama l'eredità. Dice di volerla investire nella realizzazione di un sogno: un particolare modello di Harley Davidson. Però spera di riuscire a trovare un posto di lavoro come custode. L’onesta del resto non gli manca. Il tesoro è ancora in mano alla polizia, ma la famosa radio è tornata a casa. “Quel che conta, dice Klaus, è che funziona.”

Der Ebay-Schatz von Dorsten
Von Frank Gerstenberg

Alle Spuren führen nach Berlin: Ein Arbeitsloser hat in einem alten Radio einen ungewöhnlichen Schatz gefunden. Jetzt wird nach dem wahren Besitzer gesucht oder dessen Nachkommen. Es sieht jedoch danach aus, dass der glückliche Finder sich kurz vor Weihnachten über viel Geld freuen kann.
Weihnachten verläuft bei Klaus Matsosch, 46, normalerweise in sehr ruhigen Bahnen. Der arbeitslose Tischler freut sich über kleine Dinge wie den Teller von seiner Mutter, auf dem er jedes Jahr eine Ananas und eine Kokosnuss findet. Höhepunkt des Festes ist eine Flasche Bourbon, die ihm sein Bruder bekommt schenkt. "Den Bourbon trinke ich mit Cola als Longdrink auf Eis, dann bin ich zufrieden."
Diesmal wird es in der kleinen Zweizimmer-Wohnung der Mutter in Dorsten jedoch reichlich Gesprächsstoff geben. Denn es ist etwas aufregendes passiert: Vier Kamerateams waren allein in dieser Woche zu Besuch. An der Nonnenstiege, wo der ledige Dorstener in einem schlichten Mietshaus aus den 50er Jahren Tür an Tür mit seiner Mutter wohnt. Der Grund: Matsosch fand in einem Kofferradio, das er bei Ebay ersteigert hatte, 12.100 Mark und brachte das Geld zur Polizei.
Klaus Matsosch freute sich: "Ein Päckchen von Ebay ist immer so ein bisschen wie Weihnachten." Am 3. Dezember bringt der Postbote das Transistorradio, das er im Internet für einen Euro gekauft hat. Es ist ein wichtiges Accessoire für die Küche in seiner Wohnung An der Nonnenstiege fünf in Dorsten, die er als "Snackbar" einrichten will, im Stil der 60er Jahre. Das kleine, in schwarzes Leder gefasste No-Name-Radio mit der silbernen Siebblende und einem Drehknopf hat genau das Design, das ihm vorschwebt: schwarz-weiß, schlicht, aber funktionell. Dass es vorne reichlich zerkratzt und mit Fettspritzern übersät ist, stört ihn nicht. Im Gegenteil. Der Oldie-Fan bastelt für sein Leben gern. Eine Tudor-Uhr an seinem linken Handgelenk, aus den 60ern, bei Ebay ersteigert, glänzt mit frisch lackierten Ziffernblättern und flammneuen grünen Leuchtstoffen.
Matsosch öffnet am Radio die Druckknöpfe der Lederhülle auf der Rückseite, und ihm fällt ein hellbrauner Umschlag mit einer Anschrift entgegen: "Postgiroamt. Postfach 110104. 1000 Berlin 9". Matosch vermutet eine Bedienungsanleitung oder einen Kaufvertrag in dem Kuvert. Als er es aufmacht, traut er seinen Augen nicht: Er findet ein Foto, das eine ältere Frau mit einem Blümchenrock zeigt, die vor einem rot geklinkerten Zwei-Familien-Haus steht und einen kleinen Jungen auf dem Arm hält.
Ein abgerissener Zettel aus einem Kellnerblock enthält eine ungeheuerliche Botschaft: "Lieber Heinz, mein Wunsch wäre von Dir wenn mir etwas zustößt. Ich bitte dich von Herzen, las mich auf den Friedhof Fürstenbrunnerweg meine Leiche zur Ruhestätte unter die Erde bringen. Das Geld, ein kleiner Betrag, ist hier im Radio. Ein anderer Teilbetrag Geld ist im Tresor. Auf meine Sterbekosten erfülle mein Wunsch in meiner Schrift. Dein Vater Gustav K., 11.8.90."
Harley-Fan und Kettenraucher Matsosch, dessen Blutdruck für gewöhnlich erst nach etwa einem Liter Kaffee in Wallung kommt, reagiert für seine Verhältnisse überschwänglich: "Das kann doch wohl nicht sein. Wer macht denn so etwas? Was steckt dahinter?" Vor allem das Foto beschäftigt ihn: Wer ist das Baby? Heinz K.? Kurzentschlossen steckt Matsosch Geld, Foto und Brief wieder in den Umschlag, legt ihn zurück in das Gehäuse und marschiert mit dem Kofferradio zur Polizei.
"Nicht einen Gedanken" habe er daran verschwendet, das Geld zu behalten. Mit der Verkäuferin "böse Kerstin" nahm der Käufer "Stratokraz" keinen Kontakt auf: "Wer weiß, auf was für Ideen die gekommen wäre." Er hoffe vielmehr, "dass der Sohn gefunden und der Wunsch des Vaters erfüllt wird", sagt Matsosch. Den Grund für so viel Edelmut vermutet er in seiner eigenen Biografie: "Mein Vater ist vor vier Jahren gestorben, nachdem ich ihn zehn Jahre nicht gesehen hatte. Er hat mir nichts hinterlassen, nicht mal ein Foto", sagt der schlanke Mann mit den braunen Augen und dem Drei-Tage-Bart, der nie offen lacht. Im Oberkiefer leuchtet nur hin und wieder ein einziger goldener Zahn auf.
"Wer versteckt 12.100 Mark in einem Radio?"
Robert Eppink hat normalerweise mit verlorenen Autoschlüsseln oder Portmonees zu tun. Seine spektakulärsten Fundsachen waren bislang ein Rollator und eine Beinprothese. Der 1,90-Meter-Mann, Wollpullover unter dem braunen Jacket, Backenbart und gelassenes Grinsen, wirkt nicht so, als bringe ihn schnell etwas aus der Ruhe. Als der Abteilungsleiter im Ordnungsamt Dorsten jedoch das Radio mit dem Testament und den Geldscheinen von der Polizei Dorsten als Fundsache auf den Tisch bekommt, hält er den Atem an: "Unglaublich. Wer versteckt 12.100 Mark in einem Radio? Was hat es mit dem Schließfachschlüssel auf sich?"
"Bemerkenswert" findet er das Verhalten von Matsosch. "Das hätte nicht jeder gemacht." Denn Matsosch sei der Eigentümer des Radios. Hätte er das Geld eingesteckt, hätte nie mehr ein Hahn danach gekräht. Auch für Dorstens Pressesprecherin Lisa Bauckhorn war sofort klar: "Das ist die Weihnachtsgeschichte."
Vorerst allerdings noch mit ungewissem Ausgang. Denn die Dorstener müssen jetzt versuchen, den rechtmäßigen Besitzer des Geldes zu ermitteln. Alle Spuren führen dabei nach Berlin. Bislang war die Suche jedoch erfolglos, sagt Robert Eppink. Er rief alle Berliner an, die den Nachnamen des Testamentschreibers tragen, Fehlanzeige. Auf dem Luisenfriedhof in Berlin-Charlottenburg, von dem im Brief die Rede ist, sei kein Gustav K. begraben, und auch die Verkäuferin des Radios sei bislang nicht zu erreichen, heißt es aus Berlin. In Dorsten melden sich dafür seit einigen Tagen Leute, deren Vater angeblich in den 90er Jahren gestorben ist, "auch wenn sie Pansen heißen, nie einen Heinz oder Gustav in der Familie hatten und auch nie in Berlin lebten", berichtet Eppink. Er hat das Ordnungsamt in Berlin jetzt um Amtshilfe gebeten.
Wenn die "Recherche gesichert abgeschlossen" und kein Besitzer ermittelt werden konnte, ist vielleicht diesmal der Ehrliche der Glückliche: Klaus Matsosch dürfte seinen Schatz laut BGB behalten, der bis dahin im Tresor der Dorstener Stadtverwaltung liegt. Eppink würde es ihm gönnen: "Es hätte dann endlich mal den Richtigen getroffen." Matsosch wüsste schon, was er mit dem Geld machen würde: "Anlegen". Vielleicht könne er sich damit eines Tages seinen Herzenswunsch erfüllen: Der Motorradfan, der vom unbekannten Trödelliebhaber über Nacht zum bekanntesten Dorstener geworden ist, träumt von einer Harley Davidson Electra Glide. Wichtiger sei ihm aber eine ganz andere Fundsache: "Ich hoffe, einen Job im Personenobjektschutz zu finden." Mit dem Radio sei er auch ohne Geld im Gehäuse zufrieden: "Hauptsache, es spielt." Am liebsten natürlich Oldies.