Quello che vedete è un documento del tutto inaspettato della mia storia familiare incrociata con la mia fascinazione per la radio. E' la copertina del bollettino settimanale di Radio Ljubljana del novembre 1937, con la copertina che annuncia un concerto di Nadina Ferreri, una dei figli di un mio prozio, il fratello di mia nonna materna. Se vorrete seguirmi vi spiegherò come mi sono imbattutto in questo documento, uno dei tanti conservati nella "Biblioteca digitale slovena" Dlib. Una query per "Radio Ljubljana" genera decine e decine di documenti come questi, tutti prelevabili in PDF e tutti riferiti agli anni 30, fin dal primo numero del maggio 1929. La guida settimanale della radio slovena (già parte del sistema radiofonico del Regno di Yugoslavia) è interessante perché come molti analoghi periodici, i "radiocorrieri" dell'epoca contenevano anche i dettagli sulle stazioni radio che si potevano ascoltare in onde medie e corte dall'Europa e dal resto del mondo. Ma ecco il retroscena di questa scoperta.
Da diversi anni, ormai, mia madre deve essere seguita costantemente nella sua autonomia quotidiana, ancora conclamata per fortuna, ma seriamente limitata da un decadimento cognitivo segnato in particolare da una evidente perdita di memoria "anterograda" (riferita cioè alla incapacità di registrare gli eventi recenti). Detta in parole più povere mia madre è affidata a una famiglia di badanti. I quali com'è logico e giusto hanno diritto a qualche ora di libertà, in cui il sottoscritto - in qualità di figlio unico - subentra come care-giver in seconda.
Al di là di tutto non è un lavoro eccessivamente complicato da un punto di vista infermieristico, anzi. Ma le cose vanno molto meglio quando insieme a me, nel cercare di tener viva una conversazione che senza precisi stimoli sarebbe inesistente o assurdamente ripetitiva, c'è la sorella di mia madre, che ho preso l'abitudine di portare regolarmente con me nella settimanale visita della domenica. Pur essendo anche più anziana, prossima alla soglia dei novant'anni, mia zia vanta ancora una invidiabile lucidità e soprattutto ha la straordinaria abilità di far leva sul comune patrimonio di ricordi infantili e giovanili. Per poche ore quello che altrimenti sarebbe un contesto geriatrico alquanto soffocante, si trasforma in una commedia di ricordi familiari che per le situazioni vissute (la Palermo di una comunità religiosa fortemente minoritaria nel pieno della parabola del fascismo e della guerra) è anche molto istruttiva.
Oggi il discorso è caduto sui cugini, i cinque figli del fratello della mia nonna materna, che di cognome fanno Ferreri. Non mi sembra di averli conosciuti personalmente (o forse solo Bruno, che abitava a Milano), anche perché erano molto dispersi. Uno di loro, Raoul, viveva negli Stati Uniti. «E poi c'era Nadina - fa mia zia, che era una brava pianista e suonava anche alla radio, per l'EIAR... E' andata a vivere a Monaco.» Davanti a questi dettagli, lo confesso, la mia prima reazione è di scettica prudenza. Per quanto lucida e brillante, la mia parente di secondo grado più stretta sta pur sempre compiendo un salto nel tempo di oltre settant'anni. Ma adesso c'è Internet, gli smartphone, iPad. Mentre la zia parla dei cugini, io sono già su Google. Per "Nadina Ferreri" ci sono tre risultati. Uno si riferisce all'albero genealogico di Albert Maucher, un geologo tedesco che nel 1945 dev'essersi evidentemente sposato con la musicista italiana(un matrimonio che le cugine non ricordavano). Un altro risultato conferma che la pianista Nadina lavoravao veramente per la Bayerischer Rundfunk: sua, in quella sede, fu la prima esecuzione (1950) di un brano (composto nel 1944) per pianoforte, clarinetto e viola del compositore tedesco Heinrich Kaspar Schmid (morto nel 1953). Il terzo hit è appunto il settimanale Radio Ljubljana che reca in copertina la foto della mia seconda cugina, l'apprezzata pianista europea Nadina Ferreri. Oltre alla copertina, potete vedere le pagine che riportano l'elenco delle stazioni ricevibili nel 1937 sulle onde corte nel mondo e sulle medie in Europa.
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