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Con Flavio Golzio, il signore sorridente primo a sinistra, ho condiviso tante emozioni radiofoniche, tanti momenti di ascolto collettivo nella sua postazione torinese. Ero ancora un ragazzo e insieme a Dario (al centro: la foto, risalente a una decina d'anni fa, l'ho presa dal sito del suo Play DX, storico fanzine per appassionati di ascolto a lunga distanza) si partiva il sabato pomeriggio verso Torino Porta Susa, dove Flavio ci aspettava con la sua 500. Dopo la pizza ci mettevamo tutti davanti al Collins R392, un ricevitore militare pesantissimo, adatto al trasporto su jeep. E per tutta la notte davamo la caccia alle stazioni latinoamericane, utilizzando anche un antenna "loop" per le onde medie che funzionava splendidamente. Flavio lavorava con i computer, per lui l'elettronica non aveva segreti, le radio le sapeva restaurare e esaltare, in Italia era uno dei pionieri dell'ascolto organizzato. A lungo rimanemmo in contatto, almeno via mail, ma per qualche motivo mai detto anche questa frequentazione negli anni si è affievolita.
Oggi è arrivato un messaggio della figlia Ilaria che è riuscita a entrare nella mail del padre e chiede di sospendere ogni ulteriore invio da parte dei vecchi amici della radio. Flavio, scrive, è mancato improvvisamente qualche settimana fa, il 9 luglio. A chi ha avuto la fortuna di conoscerlo mancherà immensamente.
Le mie prime prove con il bundle di Alain De Carolis per la gestione sotto Mac di una chiavetta DVB-T Realtek non si sono concluse felicemente. Sembra che il software sia ottimizzato per sistemi 10.7 (io sono fermo al 10.6) e per piattaforme Intel 2 (la prova con 10.7 che ho fatto riguarda una macchina i5). Probabilmente si tratta di ricompilare e verificare di nuovo. Nel frattempo però Alain non è rimasto fermo: ecco un video dove si dimostra la possibilità di usare su Mac anche SDRsharp (SDR#), un software SDR molto apprezzato. Dopo HDSDR, verrà realizzato un nuovo bundle, partendo - spiega Alain nei commenti - dal presupposto di una compilazione che abbia per "target" sistemi i386 o Universal, una misura che sembra evitare gli errori legati a librerie come portaudio e librtlsdr. Sarebbe davvero un colpaccio poter disporre di due programmi come HDSDR e SDR# su Mac.
Ormai è diventata chiarissima la tendenza dei costruttori di apparecchi radiofonici a considerare come imprescindibile un approccio che potremmo definire ibrido e multistandard. Ibrido perché la radio deve ormai fare i conti con almeno tre, se non quattro famiglie di piattaforme di distribuzione: analogica (onde medie, corte, FM), digitale terrestre (DAB/DMB, HD Radio, forse DRM), digitale satellitare, broadband (Internet radio wireline/wireless). Multistandard perché dal punto di vista industriale ha poco senso per un costruttore focalizzarsi solo su determinate piattaforme o modulazioni in queste piattaforme. Il software defined radio ci ha fatto capire che la parte hardware di una radio deve semplicemente fare in modo di preparare la strada al software.
L'altro giorno Radio Magazine riportava un'intervista credo del Guardian a Tim Davie, responsabile della musica per BBC Radio, il quale esortava i regolatori a non forzare necessariamente il passaggio alla radio digitale, lasciando che sia il mercato a decidere per davvero; e i costruttori a smetterla di "imbrogliare" i loro clienti vendendogli apparecchi radio che non siano davvero a prova di futuro.
Questo clima di varietà di soluzioni quasi tutte potenzialmente percorribili con un solo terminale utente "universale", è reso possibile da fornitori di componenti come NXP (lo abbiamo visto in un paio di post recenti) e, oggi ST Micro, che ha appena annunciato una alleanza per l'automotive con la tedesca Bosch Car Multimedia basata sui chipset per radio digitale multistandard della multinazionale franco-italiana. Ma dagli Stati Uniti, dove HD Radio peraltro continua a non entusiasmare eccessivamente il mercato al consumo, arrivano anche le novita di Silicon Labs, pioniere dell'approccio DSP in chip rivolti ai costruttori di apparecchi radio ultra-low cost. La nuova famiglia di chip SI4770/77-A20, prevede per la prima volta la possibilità di sviluppare con un chip molto economico radio AM/FM analogiche ad alte prestazioni (e con RDS avanzato basato su un algoritmo "soft decision" appena brevettato da SiLabs), senza rinunciare alla possibilità di decodificare anche la radio digitale grazie alla presenza, in determinati modelli del chip, di un tuner predisposto per HD Radio con una opportuna linea logica di controllo che commuta il chip sulla demodulazione del segnale analogico quando l'error rate digitale è troppo elevato. Niente di straordinario, ma basta un semplice accorgimento come questo affinché il costruttore possa sviluppare progetti meno ridondanti e costosi.
Sul fronte delle comunicazioni professionali e militari, TI propone una nuova piattaforma di sviluppo di sistemi SDR che promette di abbattere i tempi di produzione con l'uso di tecnologie come le FPGA al posto di circuiti di conversione tradizionali o di componenti DSP dedicati. Anche i costi di sviluppo di questi sistemi si riducono. Con meno di settemila dollari è possibile ordinare a Texas Instruments il nuovo TI and Altera Arria V-FPGA Development Kit.
Alain De Carolis ha mantenuto la parola e ha reso disponibile il suo bundle per chiavette SDR low cost, su Mac OS X. Un semplice applicativo da lanciare con un doppio click (circa 110 mega di file zippato). Una sola icona che ingloba tutto il software necessario, fino a HDSDR eseguito sotto Wine. Oggi ho fatto un primo tentativo di esecuzione sull'iMac da 3 Giga dell'uffcio, ma non avevo con me la chiavetta. La prova effettuata successivamente con un MacBook più lento (entrambe le macchine con il sistema 10.6.8) non è purtroppo andata in porto, sembra che tutto si pianti su HDSDR che cerca di configurare il dispositivo di ricezione. Va detto che Alain precisa di aver costruito il suo bundle sotto Mac OS X 10.7, quindi la versione successiva alla mia. Fa comunque impressione vedere la videata di HDSDR perfettamente ricostruita su una scrivania non-Windows.I macintoshiani tra voi già dotati di chiavetta Realtek sono invitati a provare, scaricando il bundle di Alain a questo indirizzo:
Il Decreto legge 95 (la famigerata "spending review" - a questo link il decreto legge), fra i molti tagli e razionalizzazioni, prevede anche la soppressione dell'Istituto centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi - l'ex Discoteca di Stato. Il provvedimento sta scatenando l'indignazione del mondo della cultura; L'Associazione Italiana Biblioteche ha espresso «contrarietà e preoccupazione» in merito. «L'istituto - si legge nel comunicato - sin dal 1928 raccoglie e conserva la documentazione sonora e audiovisiva nazionale che costituisce la memoria storica orale del nostro Paese (mezzo milione di supporti)». L'AIB ha chiesto al ministro Ornaghi un incontro per presentare un progetto per una Biblioteca Nazionale d'Italia che comprenda le due biblioteche nazionali di Roma e Firenze, l'Istituto Centrale per il Catalogo Unico, l'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e l'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario. Sotto, il testo dell'appello diffuso in rete, tratto dal sito de "L'Unità". Per sottoscriverlo, basta inviare una mail all'indirizzo nonchiudiamoicbsa @ yahoo . it con nell'oggetto "Sottoscrizione appello" e nel testo nome e cognome o nome dell'istituzione, ente o associazione che si rappresenta.
Per farvi un'idea della ricchezza dei fondi custoditi dall'Icbsa potete fare riferimento al sito dell'Archivio del Novecento (che profeticamente pubblica in prima pagina la canzone dei Doors "The End"). Istituzioni come questa (ex "Discoteca di Stato") ce ne sono in tutte le nazioni civili. Le fonoteche, gli archivi multimediali, preservano una parte importante della nostra memoria, la ritrasmettono, le tramandano, sono un investimento per il nostro futuro. Chiuderli è come chiudere noi stessi in una insulsa gabbia di presente, questo grigio presente. È vero che di questo passo non ci libereremmo mai di alcun ente inutile, ma qualche distinzione, qualche priorità dovremo pure darcela. Che cosa stiamo difendendo, il nostro benessere inteso in senso ampio e nobile, o la nostra capacità di acquisto? Di acquistare che cosa in questo deserto dello spirito? Mai, dico mai una volta che si risparmi sulle cartucce e i bombardieri dei nostri soldati. E che cosa stanno difendendo loro? La nostra libertà di morire di tristezza e oblio?
Il testo dell'appello
L'Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi (ICBSA) è stato soppresso con il decreto legge 95 del 6 luglio 2012
L'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA), già storica Discoteca di Stato- Museo dell'Audiovisivo, non c'è più
CI CHIEDIAMO
Perché nel testo di un dispositivo legislativo finalizzato a reali risparmi a livello nazionale viene espressamente nominato un Istituto storico, unico nel nostro paese, che non ha auto blu, non effettua alcuno spreco di denaro pubblico, con un budget ridotto a livelli di sussistenza?
Perché contemporaneamente si ritiene di istituire un nuovo organismo di Istituto Centrale Sperimentale di cinematografia i cui costi prevedibili saranno incomparabilmente maggiori per le pubbliche finanze e che nulla hanno a che vedere con la tutela e la valorizzazione della nostra memoria sonora ed audiovisiva?
Perché il Ministero per i Beni e le Attività Culturali negli ultimi 10 anni ha promesso uno sviluppo dell'ICBSA (già Discoteca di Stato-Museo dell'Audiovisivo) spendendo milioni di euro per la nuova sede dell'Istituto a Palazzo della Civiltà Italiana all'EUR e ne cancella oggi le attività in modo immotivato ?
Perché non si considerano le funzioni, le competenze e le iniziative svolte dall'Istituto Centrale, tutte verificabili e riconosciute, ed alcune delle quali essenziali come il Deposito Legale dei beni sonori ed audiovisivi (L. 106 del 2004)?
Perché si annullano decine di collaborazioni con università, enti ed istituzioni culturali, anche a livello internazionale, a cui l'ICBSA ha sempre dato una disponibilità istituzionale, culturale e civile non comuni ?
Perché dimenticare uno straordinario patrimonio di quasi 500.000 supporti che mai come oggi riveste una specificità e un interesse, peraltro segnalato, a suo tempo, anche dall'Unesco nel progetto Memoria del mondo"?
Chi e come assolverà ai compiti di tutela e valorizzazione del patrimonio sonoro ed audiovisivo vista la soppressione dell'Istituto e la legittima vocazione cinematografica del nuovo Istituto Centrale?
Sono alcune domande per le quali si attende una risposta.
La convinzione è che la soppressione dell'ICBSA sia un nuovo, grave colpo alla conservazione della memoria ed alla diffusione della cultura nel nostro Paese.
Sottoscrivere questo documento sarà un aiuto per richiedere la revisione del decreto di soppressione
PER SOTTOSCRIVERE L'APPELLO INVIATE UNA E-MAIL ALL'INDIRIZZO:
nonchiudiamoicbsa(at)yahoo(dot)it
CON SUBJECT "SOTTOSCRIZIONE APPELLO" E NEL TESTO NOME E COGNOME O NOME DELL'ISTITUZIONE, ENTE, ASSOCIAZIONE CHE SI RAPPRESENTA
Volevo segnalare qualche applicazione iOs a costo molto contenuto (o addirittura free) da destinare all'acquisizione e l'analisi dei segnali in banda audio. Con gli opportuni accorgimenti, acquisendo cioè variazioni di tensione elettrica e non di pressione dell'aria, questi programmi possono essere utilizzati per ricevere e visualizzare segnali naturali e precursori sismici in banda ELF/VLF ma anche per la visualizzazione di radiofari e altri modi digitali ricevuti via radio.
Il programma gratuito si chiama SpectrumView, funziona su iPhone e iPad e permette di impostare una banda di campionamento fino a 24 kHz (48 kHz di frequenza di acquisizione) e risoluzioni FFT fino a 4096 punti. Lo sviluppatore si chiama OxfordWaveResearch. Il secondo è Spectogram Pro (2,39 euro), un software messo a punto da Dominik Seibold, autore anche di alcune applicazioni fotografiche per iPad/iPhone e di un curiosissimo programma per la trasmissione acustica delle immagini, Acoustic Picture Transmitter Pro(0,99 euro) (APT è una specie di fax che campiona le immagini con la trasformata di Fourier, le converte in audio e ricostruisce l'immagine ricevuta con l'altoparlante di un secondo iPhone, un giochetto di scarsa utilità ma divertente). Spectrogram offre più opportunità di personalizzazione ma sostanzialmente lavora come SpectrumView.
E infine abbiamo Voice Analyzer (1,59 euro o free in versione Lite) della polacca Dexus. Si tratta di una applicazione rivolta in particolare ai cantanti che vogliano rendersi visivamente conto del cosiddetto "formante", il picco di intensità che nei segnali acustici spettralmente complessi tende a formarsi intorno alle frequenze fondamentali. Come gli altri due il programma visualizza il segnale vocale nei domini del tempo e delle frequenze, ma solo nella versione a pagamento permette di impostare i parametri di acquisizione e di calcolare i formanti.
In che modo queste app possono servire a chi desidera monitorare i segnali radio a frequenza molto bassa? Semplicemente intervenendo sul tipo di informazione acquisita. Se invece di misurare la variazione di pressione con il microfono incorporato utilizziamo l'ingresso line-in per misurare le variazioni di tensione, iPhone si trasforma in una "visual radio" per segnali sotto i 24 kHz. La cosa comporta l'acquisto di opportuni accessori o la realizzazione di piccoli circuiti di adattamento che permettano di seguire le uniche due strade percorribili per immettere un segnale analogico in un dispositivo privo di una porta "line-in" come l'iPad. Una strada è la presa per auricolari, che dispone di un "quarto polo" collegato al microfono (segnali mono). Purtroppo un semplice jack a quattro poli potrebbe non bastare perché se l'impedenza della linea non è quella di un microfono acustico, l'acquisizione va a monte. Su Internet si trovano dei semplici circuiti di adattamento (per esempio questo).
Una via più performante è il dock connector di iPad, dove esistono due line di ingresso per i canali stereofonici, con un problema di accessibilità. Se uno non vuole spendere troppi soldi con prodotti dedicati come iO Dock di Alesis, una soluzione elegante è un piccolo ADC/DAC come iMic di Griffin e un adattatore USB-Dock Connector come il Camera Kit della stessa Apple. La spesa complessiva è abbastanza contenuta, qualche decina di euro, ma il risultato assicurato.
Il terzo campo d'azione, se lo scopo è quello di ricevere gli elusivi segnali collegati ai fenomeni naturali e le trasmissioni che ancora occupano la porzione di spettro sotto i 30 kHz, è la sperimentazione delle antenne più opportune. Anche qui ci sono diverse strade percorribili, ma ne ho identificate due, proposte sul sito Vlf.it da Marco Bruno e Renato Romero. Si tratta dei progetti LNVA (low noise voltage amplifier)"24_20" (descritto in questo pdf) e EasyLoop, una antenna di una quarantina di spire circolari su un diametro di 75 cm. Come è facile intuire la prima antenna amplificata è sensibile al campo elettrico, la seconda a quello magnetico.
L'SDR facile su Mac. Come anticipato nel mio post di ieri e come confermato dallo stesso sviluppatore italiano residente negli USA in un commento allo stesso post, Alain De Carolis sta per lanciare la bomba di un "bundle" software che abilita il Mac alla ricezione SDR (con chiavette RTL-SDR) con un normale doppio click. Dietro al bundle c'è un lavoro abbastanza complesso ma se tutto va bene basta avere un Mac equipaggiato (per esempio con Winebottler) con Wine, lo strato di emulazione Windows che consente di eseguire codice Wintel in modo praticamente nativo. Mi sembra che valga la pena dare migliore visibilità al contributo di Alain, che potete leggere sul suo blog. Da You Tube riprendo il filmato inserito da Alain per spiegare visivamente il suo approccio. Perché tutto sia pronto e il bundle possa essere distribuito (gratuitamente), occorre soltanto l'autorizzazione dell'autore di HDSDR, lo spinoff di Winrad che si sta imponendo come soluzione preferita nell'ambito delle chiavette, insieme forse a SDRsharp e qualche altra soluzione software.
Il bundle di Alain, la bomba, rimuove finalmente due ostacoli che hanno rallentato il percorso di avvicinamento di Mac OS X al software defined radio: il prezzo dei ricevitori e la dipendenza pressoché esclusiva da software pensato e sviluppato per Windows. Fattore quest'ultimo che non piace molto agli utenti di Linux o del Mac. Al centro della soluzione, oltre a Wine, ci sono GNU Radio e i driver/server sviluppati da Balint Seeber.
Un altro bell'esempio di sperimentazione radioamatoriale condotta in puro ham spirit, senza scopi di lucro. Non voglio naturalmente criticare il senso delle operazioni commerciali - perfettamente motivate e legittime - che pure non mancano in questo settore, ma ancora una volta si conferma la qualità dei prodotti free e open source.
Proprio in queste ore tra l'altro stanno arrivando a compimento diversi progetti che vanno ad attaccare il "monopolio naturale" del ferreo abbinamento SDR-Windows. Ne cito due che andranno sicuramente approfonditi. Dopo l'arrivo degli sviluppatori di ricevitori e ricetrasmettitori ham radio made in Russia, l'altro giorno è stato annunciata l'imminente (dopo l'estate) disponibilità di due soluzioni SDR per radioamatori made in India. Si tratta di due dispositivi basati sulla piattaforma OpenHPSDR. Lo sviluppatore si chiama Apache-Labs ed è basato ad Haryana, in India. Ecco il breve comunicato riferito al transceiver "ANAN-10" e al front end DDC/DUC (digital down/up converter)
Apache Labs is pleased to announce that the pre orders for the ANAN-10 transceiver (Assembled & Tested) and The OpenHPSDR Hermes DDC/DUC SDR (Assembled & Tested) will commence from the 26th of July 2012,
· The ANAN-10 Transceiver will be priced at US$1449.00** (estimated FEDEX $40USD from India)
· The OpenHPSDR Hermes DDC/DUC SDR will be priced at US$895.00**
· OpenHPSDR Hermes PCBs (immersion gold plated) will be priced at US$40 and would be available to home brewers & experimenters.
L'altra notizia riguarda un software server sviluppato dall'americana RFSpace per la linea di front end SDR commerciali SDR-IQ. Un software molto particolare perché progettato per funzionare sotto Linux sul computer ultra-lowcost Beagleboard, basato su processori ARM Cortex. Collegato a Beagleboard, l'SDR-IQ diventa un SDR visibile in rete e utilizzabile con il software di demodulazione preferito su computer Mac, Windows e Linux. Il server potrebbe essere distribuito sottoforma di schedina SD direttamente inseribile in un computer Beagleboard. Mi sembra uno sviluppo di notevole interesse, anche perché apre la strada ad analoghi esperimenti sul nuovo microcomputer Raspberry.
Mi rendo conto che questo post sta diventando un po' troppo rapsodico, ma visto che si parla di sperimentazione, perché non concludere con la notizia di un nuovo progetto RTL-SDR annunciato - per ora come generico "committment" - dal tedesco Steve Markgraf su GIT. Lo scopo del codice sviluppato da Markgraf è di utilizzare le chiavette DVB-T come ricevitori a campionamento diretto disabilitando i tuner RF. In questo modo l'antenna verrebbe collegata all'ingresso dei convertitori del chip Realtek per acquisire direttamente i segnali fino a 30 MHz. Ecco un'altra follia da SDR-geek da tenere sott'occhio.
Quello che vedete è un documento del tutto inaspettato della mia storia familiare incrociata con la mia fascinazione per la radio. E' la copertina del bollettino settimanale di Radio Ljubljana del novembre 1937, con la copertina che annuncia un concerto di Nadina Ferreri, una dei figli di un mio prozio, il fratello di mia nonna materna. Se vorrete seguirmi vi spiegherò come mi sono imbattutto in questo documento, uno dei tanti conservati nella "Biblioteca digitale slovena" Dlib. Una query per "Radio Ljubljana" genera decine e decine di documenti come questi, tutti prelevabili in PDF e tutti riferiti agli anni 30, fin dal primo numero del maggio 1929. La guida settimanale della radio slovena (già parte del sistema radiofonico del Regno di Yugoslavia) è interessante perché come molti analoghi periodici, i "radiocorrieri" dell'epoca contenevano anche i dettagli sulle stazioni radio che si potevano ascoltare in onde medie e corte dall'Europa e dal resto del mondo. Ma ecco il retroscena di questa scoperta.
Da diversi anni, ormai, mia madre deve essere seguita costantemente nella sua autonomia quotidiana, ancora conclamata per fortuna, ma seriamente limitata da un decadimento cognitivo segnato in particolare da una evidente perdita di memoria "anterograda" (riferita cioè alla incapacità di registrare gli eventi recenti). Detta in parole più povere mia madre è affidata a una famiglia di badanti. I quali com'è logico e giusto hanno diritto a qualche ora di libertà, in cui il sottoscritto - in qualità di figlio unico - subentra come care-giver in seconda.
Al di là di tutto non è un lavoro eccessivamente complicato da un punto di vista infermieristico, anzi. Ma le cose vanno molto meglio quando insieme a me, nel cercare di tener viva una conversazione che senza precisi stimoli sarebbe inesistente o assurdamente ripetitiva, c'è la sorella di mia madre, che ho preso l'abitudine di portare regolarmente con me nella settimanale visita della domenica. Pur essendo anche più anziana, prossima alla soglia dei novant'anni, mia zia vanta ancora una invidiabile lucidità e soprattutto ha la straordinaria abilità di far leva sul comune patrimonio di ricordi infantili e giovanili. Per poche ore quello che altrimenti sarebbe un contesto geriatrico alquanto soffocante, si trasforma in una commedia di ricordi familiari che per le situazioni vissute (la Palermo di una comunità religiosa fortemente minoritaria nel pieno della parabola del fascismo e della guerra) è anche molto istruttiva.
Oggi il discorso è caduto sui cugini, i cinque figli del fratello della mia nonna materna, che di cognome fanno Ferreri. Non mi sembra di averli conosciuti personalmente (o forse solo Bruno, che abitava a Milano), anche perché erano molto dispersi. Uno di loro, Raoul, viveva negli Stati Uniti. «E poi c'era Nadina - fa mia zia, che era una brava pianista e suonava anche alla radio, per l'EIAR... E' andata a vivere a Monaco.» Davanti a questi dettagli, lo confesso, la mia prima reazione è di scettica prudenza. Per quanto lucida e brillante, la mia parente di secondo grado più stretta sta pur sempre compiendo un salto nel tempo di oltre settant'anni. Ma adesso c'è Internet, gli smartphone, iPad. Mentre la zia parla dei cugini, io sono già su Google. Per "Nadina Ferreri" ci sono tre risultati. Uno si riferisce all'albero genealogico di Albert Maucher, un geologo tedesco che nel 1945 dev'essersi evidentemente sposato con la musicista italiana(un matrimonio che le cugine non ricordavano). Un altro risultato conferma che la pianista Nadina lavoravao veramente per la Bayerischer Rundfunk: sua, in quella sede, fu la prima esecuzione (1950) di un brano (composto nel 1944) per pianoforte, clarinetto e viola del compositore tedesco Heinrich Kaspar Schmid (morto nel 1953). Il terzo hit è appunto il settimanale Radio Ljubljana che reca in copertina la foto della mia seconda cugina, l'apprezzata pianista europea Nadina Ferreri. Oltre alla copertina, potete vedere le pagine che riportano l'elenco delle stazioni ricevibili nel 1937 sulle onde corte nel mondo e sulle medie in Europa.
Oltre a essere uno degli italiani più esperti nel monitoraggio di stazioni FM a lunga distanza, gran conoscitore delle condizioni propagative troposferiche e ionosferiche nella sua Sardegna, Cristian Puddu (suo il sito Sardegna Hertz) è anche un valido sperimentatore dei front end SDR "ultraleggeri" ultra low cost, in ambiente Linux e Windows. Volevo dirottare nel post che state leggendo una videata che Cristian mi ha linkato in un recente commento, soprattutto per renderlo più visibile e contestualizzato. La videata, che vedete qui accanto, si riferisce a una installazione di Digiradio, il software SDR rilasciato tempo dai ricercatori del CSP di Torino. Lo vedete in azione nella ultima release 1.3, mentre pilota in Wide FM con decodifica RDS una delle famose chiavette DVB-T con chipset Realtek (RTL-SDR). Secondo Cristian però il software, che dovrebbe appartenere alla ormai nutrita famiglia degli spinoff di Winrad, sembra ancora abbastanza instabile e non riesce a produrre audio senza fastidiose interruzioni.
In compenso Cristian mi ha fatto sapere di aver effettuato anche alcune prove con la sua chiavetta e il software SDR GQRX, sviluppato in ambiente GNU Radio con interfaccia grafica QT. Non ho parlato ancora di GQRX anche se ho citato più volte il suo autore, Alexandru Csete OZ9AEC. Il software, giunto ormai alla versione 2.0, sembra molto interessante e Csete ha appena pubblicato sul suo sito i risultati delle prove di ricezione dei satelliti meteorologici NOAA con una chiavetta Ezcap Eztv 666 (qui potete seguire un tutorial molto dettagliato). Il comportamento, secondo l'autore di GQRX, è all'altezza di un setup con Funcube Dongle, un front end decisamente più costoso.
Già che siamo di nuovo in argomento chiavette, riporto qui in chiusura la notizia (data da Alain De Carolis in un suo commento di poco fa qui su RP) dell'imminente arrivo di un package messo a punto dallo stesso Alain per l'impiego delle chiavette DVB-T sotto Macintosh. Alain ha realizzato, «una applicazione per OSX che da sola include HDSDR, Wine, gnuradio e grbaz. La si potrebbe scaricare ed eseguire con un semplice doppio click direttamente da una chiavetta USB e senza istallare nulla.» Un set up di questo tipo servirebbe a ridurre drasticamente la soglia di accesso alle sperimentazioni SDR in ambiente Mac, sempre in attesa di vedere un maggiore sviluppo di applicazioni native OS X.
Ne avevo parlato all'inizio dell'anno ma ora ritrovo qualche dettaglio del chip NXP SAF356x in un articolo appena pubblicato sul numero di luglio della EBU Technical Review e firmato da Mark Steigeman, in rappresentanza dello stesso chip maker. Il chip è un processore DSP progettato per affrontare la demodulazione di segnali radio digitali in ottica multistandard. Steigemann, che in NXP si occupa proprio delle architetture per automotive, illustra nel suo articolo i vantaggi dell'approccio SDR, con front end universali per l'estrazione della banda base e un successivo stadio di elaborazione in grado di adattarsi alle caratteristiche dei vari sistemi.
Ufficialmente annunciata dalla Fiat la nuova 500/L, attesa per l'autunno. Dovrebbe montare il sistema di infotainment e navigazione Uconnect, utilizzato dalle Chrysler, e tra le varie opzioni dovrebbe esserci anche la ricezione DAB, almeno secondo questo comunicato Fiat. Al salone di Ginevra Fiat e Continental avevano presentato un analogo sistema, ma non si riesce a capire del tutto se Uconnect e Continental siano la stessa cosa. Si stanno comunque cominciando a muovere le acque per quanto concerne la possibilità di ascoltare la radio digitale a bordo delle autovetture. Peccato che - con la sola eccezione della promessa "sperimentazione" nel trentino da avviare entro quest'anno - le acque del DAB italiano siano paurosamente stagnanti e che in questo quadro congiunturale probabilmente la cosa sia destinata a durare per un bel po'.
Sono molto interessato da tutto quello che si riferisce al localismo come chiave di rilancio di mezzi apparentemente "in declino" come la radio, ovviamente in un contesto di cross-medialità e contenuti ibridi. Per questo vi giro questo annuncio della presentazione, affidata a Piero Gaffuri di RaiNet, del portale "Rai Local, sviluppato nel quadro degli accordi di collaborazione con il Mobile Experience Lab del MIT.
RAI LOCAL PER L’ABRUZZO. PORTALE 2.0 E APPLICAZIONI SMARTPHONE PER IL RILANCIO TURISTICO DELLA REGIONE
(L’Aquila, 9 luglio 2012). Primo piano su tecnologie 2.0 e turismo in Abruzzo a L’Aquila. Nell’ambito dell’iniziativa Abruzzo Moderno “Rai, il racconto di una tragedia – Impegno a non dimenticare” (Basilica di Collemaggio ore 18:30), l'amministratore delegato di Rai Net, Piero Gaffuri presenta “Rai Local”, la multi piattaforma web realizzata da Rai Nuovi Media e dal Mobile Experience Laboratory del Massachusetts Institute of Technology (Mit) in accordo con Abruzzo Promozione Turismo.
Il portale Rai Local, oltre a mettere a disposizione video Rai relativi ai territori abruzzesi, permette di conoscere la regione attraverso contenuti media caricati dagli utenti, video e informazioni condivisibili in mobilità. Ad oggi sono oltre 130 i video Rai geolocalizzati e accessibili attraverso smartphone e la piattaforma www.railocal.rai.it.
Diverse le opportunità offerte da Rai Local in tutte le fasi del viaggio: dalla creazione di un profilo per accedere a mappe, informazioni, foto e video (Rai, istituzionali e video generati dagli utenti) fino alla possibilità di scaricare guide e e-book, pianificare l’agenda e il proprio itinerario personalizzato, esplorare i luoghi attraverso la navigazione Gps.
Oltre a caricare e geolocalizzare automaticamente foto e video direttamente da telefonino, l’utente potrà scambiare informazioni e commenti in tempo reale sulla community dedicata, sui principali social network e su Twitter. Le emozioni del viaggio si potranno rivivere grazie a un archivio on line personalizzato: un ‘link emozionale’ permanente dell’esperienza di viaggio appena conclusa, ove si potranno condividere con la propria rete sociale: avventure, materiali audio-video e suggerimenti.
Rai Local è quindi anche una piattaforma "social " creata allo scopo di condividere luoghi e territori.
Bureau DR Francelancia un clamoroso allarme riprendendo un articolo apparso oggi sul quotidiano economico Les Echos, secondo cui Radio France avrebbe deciso di rinunciare al suo diritto di prelazione su quelle che sarebbero state le frequenze dei nuovi multiplex DAB+ in Francia. Ricordo che il percorso della radio numerica francese è sempre stato piuttosto accidentato. Anni fa era arrivata la strana decisione di rendere ufficiale l'adozione del sistema T-DMB, con l'idea di veicolare anche contenuti di tipo televisivo. Due anni fa il rapporto dell'inviato governativo David Kessler era giunto alla conclusione che con tale premesse il progetto di digitalizzazione della radio sarebbe costato troppo. Il primo oppositore a questi progetti, curiosamente, è sempre stato il mondo dei grandi network commerciali, spaventati dalla necessità di investire in una tecnologia di dubbia utilità.
Poi sono accadute un po' di cose, in particolare il successo di una sperimentazione DAB+ voluta a Lyon dalle radio locali e sponsorizzata da Pure. E il CSA, il regolatore francese, ha subito rilanciato, alla fine dello scorso anno, il discorso. I suoi piani prevedevano l'offerta di una prima tranche di frequenze entro il 2012 per una ripartenza bruciante nell'arco dei prossimi 18 mesi. Ma i regolamenti impongono di dare la priorità all'ente pubblico per la definizione dei multiplex e se l'ente pubblico si dice disinteressato (per motivi economici, ovviamente) sembra difficile che la radio digitale partirà lo stesso. Il sistema DAB+ obbliga infatti a investire in infrastrutture condivise che per le piccole emittenti regionali, locali e associative risulterebbero proibitive. Per sapere come andrà a finire si attendono gli esiti di una riunione che dovrebbe tenersi entro la settimana a palazzo Matignon, la sede del Governo francese.
Le gouvernement enterre la radio numérique terrestre?
Il a décidé de ne pas demander de fréquences pour Radio France, ce qui l'empêchera d'être de l'aventure. Reste à savoir ce que va faire le CSA : maintenir les appels à candidatures, ou les déclarer infructueux compte tenu de l'absence d'un acteur de poids.
Un enterrement de première classe. Selon nos informations, le gouvernement s'apprête à faire un arbitrage lourd de conséquences pour la relance de la radio numérique terrestre (RNT). Il a en effet décidé de ne pas préempter de fréquences pour Radio France dans le cadre des appels à candidatures pour les villes de Paris, Marseille et Nice, qui viennent d'être relancés par le Conseil supérieur de l'audiovisuel (CSA). La décision doit être prise formellement cette semaine, à l'occasion d'une réunion interministérielle à Matignon. Dans le cadre de chaque appel à candidatures, le service public a un droit prioritaire sur les fréquences disponibles, qui doit être exercé par le gouvernement.Cela signifiera que le groupe audiovisuel public ne sera pas sur la RNT, pas plus que les grands groupes privés (Lagardère, RTL, NRJ et NextradioTV) qui militent contre cette relance.
Pour le CSA, la pilule est amère. Enlisé depuis 2009, le dossier de la radio numérique terrestre était ressorti de terre à la fin de l'hiver, suite à la décision du régulateur de relancer les appels à candidatures pour Paris, Marseille et Nice. En mai, le CSA est allé plus loin en publiant un calendrier pour de nouveaux appels à candidatures dans vingt zones, afin d'assurer à la RNT une couverture de 60 % du territoire. Malgré l'opposition des radios historiques, le CSA avait tenu bon et était décidé à lancer coûte que coûte la RNT. Pour créer une dynamique, à défaut du soutien des grands groupes privés, il comptait sur les radios indépendantes (Nova, FG, Espace Group...) visant une extension de leur diffusion, sur des nouveaux entrants comme la chaîne d'information Euronews, mais aussi sur Radio France . « Sans Radio France, toute relance de la RNT est impossible. La RNT est en état de mort clinique », estime un observateur. Reste à savoir ce que va faire le CSA : maintenir les appels à candidatures, ou les déclarer infructueux compte tenu de l'absence d'un acteur de poids.
Dans le dossier de la RNT, le CSA a toujours dû faire face à l'opposition du gouvernement. C'était le cas sous la précédente majorité, ça l ‘est aussi avec la nouvelle. Aujourd'hui, l'Elysée ne voit pas d'un bon oeil la RNT : David Kessler, conseiller de François Hollande en charge des médias et de la culture, a rédigé un rapport très prudent sur le sujet il y a deux ans. De plus, la raison budgétaire a fini par peser : lancer Radio France dans l'aventure de la RNT signifiait plusieurs millions d'euros de dépenses en plus pour la radio publique.