Di solito non mi occupo di problematiche strettamente riferibili al mio lavoro di osservatore dei fenomeni informatico-tecnologici, anche perché la radio a me serve semmai per evadere dalle complessità, non sempre giustificate, di quel mondo. Così può sembrare fuori luogo che RP si metta di colpo a parlare di Windows Vista, il recente sistema operativo Windows. In questo caso è doveroso perché stiamo parlando di un abiente operativo (Windows) in cui sono sono stati implementati i maggiori progetti di Software Defined Radio amatoriali e commerciali che - questi sì - seguo da tempo con interesse e passione.
La mia curiosità si è accesa all'improvviso quando Alberto Di Bene, autore del software di demodulazione più lodato dell'universo, ha commentato in questo modo una richiesta di chiarimenti di un utilizzatore di Winrad apparsa stamane sul gruppo di discussione SDR_Italia (l'incipit di Alberto è evidentemente scherzoso ed è rivolto al suo interlocutore che raccontava di come fosse riuscito a installare Winrad sotto Vista):
Inizialmente Alberto non ha fornito particolari spiegazioni di questa evidente allergia nei confronti di una piattaforma operativa tanto attesa da milioni di persone in tutto il mondo. Successivamente ha cominciato a spiegare, partendo da un link a questo documento pubblicato in Nuova Zelanda contenente una dettagliata "cost analysis" non tanto di Vista nell'insieme, quanto piuttosto del sistema di protezione dei contenuti implementato nel software Microsoft.
La lettura del documento segnalato da Alberto lascia davvero perplessi, a incominciare dall'Executive Summary, uno dei più laconici e divertenti che io abbia mai visto:
Insomma, per gli sviluppatori di hardware e software SDR, Windows Vista rischia di diventare uno spauracchio tremendo, tanto da far pensare con preoccupazione ai tanti slogan dei fautori dell'interoperabilità e della neutralità, contro le varie strategie di protezione. La Free Software Foundations propone da tempo di non scrivere Digital Rights Management ma Digital Restrictions Management, perché la tutela dei contenuti proprietari si trasforma in limitazione delle libertà personali. Information and content want to be free non vuol dire necessariamente che informazioni e contenuti debbano essere gratis, ma che almeno possano circolare il più liberamente possibile tra dispositivi e applicazioni. Nel caso del Software Defined Radio Windows in passato ha reso possibile un universo di sperimentazione numericamente ristretto, se vogliamo, ma molto ricco e promettente. Se il nuovo Windows minaccia di intervenire arbitrariamente sui segnali elaborati da piccole piattaforme hardware e software indipendenti (che certo non possono preoccupare l'integrità dei profitti delle case discografiche e delle televisioni), l'allarme sarebbe più che giustificato. C'è in gioco in prima battuta la tutela della creatività e della libera circolazione delle idee. Perché la libertà di espressione tecnologica non dovrebbero essere tutelata al pari di quella politica?
E' significativo che questa discussione avvenga proprio mentre la stampa informatica discute della lettera aperta di Steve Jobs, in cui il capo di Apple difende la sua azienda dalle numerose accuse di aver "chiuso" alle terze parti il sistema di DRM (rights management) dell'ambiente iPod/iTunes. In Italia, la rivista e il sito Altroconsumo hanno preso una posizione forte contro la non interoperabilità del DRM di iTunes, come spiega oggi la cronaca di Punto Informatico. Nella sua denuncia Altroconsumo dice di guardare con attenzione alle attività del gruppo Digital Media in Italy, un movimento a favore del DRM interoperabile promosso dal padre di Mpeg Leonardo Chiariglione (la prossima riunione operativa di Dmin.it à prevista il 13 febbraio alla università IULM di Milano). La questione della Content Protection di Windows Vista non ha ancora fatto molto rumore (qui c'è un post molto tempestivo di Gaspar Torriero, dove si fa riferimento anche alla posizione ufficiale assunta da Microsoft), ma forse è il caso che si faccia risuonare qualche campanellino di allarme.
Il DRM potrebbe uccidere la radio analogica. Il DRM, invece, potrebbe uccidere l'SDR...
Dovrei denunciarti per delitto di lesa maesta'... il mio Winrad fatto girare sotto Vista ? Devi sapere che, avendo letto quello che ho letto sul come e' fatto Vista, in casa I2PHD codesto sistema operativo non entrera' MAI.. quindi in futuro saranno inutili segnalazioni di malfunzioni sotto Vista... saranno cestinate o al massimo rispondero' con "reinstalla Windows XP", perlomeno su una seconda partizione con Boot Magic (strumento meraviglioso, io lo uso sul mio PC e ho la scelta all'accensione tra WinXP, Win2000, Win98 e Linux Ubuntu).
Inizialmente Alberto non ha fornito particolari spiegazioni di questa evidente allergia nei confronti di una piattaforma operativa tanto attesa da milioni di persone in tutto il mondo. Successivamente ha cominciato a spiegare, partendo da un link a questo documento pubblicato in Nuova Zelanda contenente una dettagliata "cost analysis" non tanto di Vista nell'insieme, quanto piuttosto del sistema di protezione dei contenuti implementato nel software Microsoft.
La lettura del documento segnalato da Alberto lascia davvero perplessi, a incominciare dall'Executive Summary, uno dei più laconici e divertenti che io abbia mai visto:
The Vista Content Protection specification could very well constitute the longest suicide note in history.Qual è la natura del problema? Sembra che per venire incontro ai desiderata dell'industria dei contenuti multimediali, Vista integri una serie di misure facilitatrici del cosiddetto Digital Rights Management (insomma, un secondo DRM nemico dei radioascoltatori dopo il Digital Radio Mondiale). Solo che queste misure prevedono di separare le periferiche e le applicazioni software per il multimedia in due categorie: quelle "buone" si lasciano controllare da Vista e dai padroni dei contenuti; le "cattive" - cioè tutte le altre - non si lasciano controllare. Per queste ultime "bad girls" è previsto un vero e proprio trattamento di serie B da parte del sistema operativo. Vista sarebbe addirittura in grado di degradare appositamente la qualità dell'audio che in qualche modo passa attraverso il sistema:
Alongside the all-or-nothing approach of disabling output, Vista requires that any interface that provides high-quality output degrade the signal quality that passes through it if premium content is present. This is done through a “constrictor” that downgrades the signal to a much lower-quality one, then up-scales it again back to the original spec, but with a significant loss in quality.E quel che è peggio:
In order to appropriately protect content, Vista will probably have to disable any special device features that it can't directly control. For example many sound cards built on C-Media chipsets (which in practice is the vast majority of them) support Steinberg's ASIO (Audio Stream I/O), a digital audio interface that completely bypasses the Windows audio mixer and other audio-related driver software to provide more flexibility and much lower latency than the Windows ones. ASIO support is standard for newer C-Media hardware like the CMI 8788. Since ASIO bypasses Windows' audio handling, it would probably have to be disabled, which is problematic because audiophiles and professional musicians require ASIO support specifically because of its much higher quality than the standard Windows channels.
Insomma, per gli sviluppatori di hardware e software SDR, Windows Vista rischia di diventare uno spauracchio tremendo, tanto da far pensare con preoccupazione ai tanti slogan dei fautori dell'interoperabilità e della neutralità, contro le varie strategie di protezione. La Free Software Foundations propone da tempo di non scrivere Digital Rights Management ma Digital Restrictions Management, perché la tutela dei contenuti proprietari si trasforma in limitazione delle libertà personali. Information and content want to be free non vuol dire necessariamente che informazioni e contenuti debbano essere gratis, ma che almeno possano circolare il più liberamente possibile tra dispositivi e applicazioni. Nel caso del Software Defined Radio Windows in passato ha reso possibile un universo di sperimentazione numericamente ristretto, se vogliamo, ma molto ricco e promettente. Se il nuovo Windows minaccia di intervenire arbitrariamente sui segnali elaborati da piccole piattaforme hardware e software indipendenti (che certo non possono preoccupare l'integrità dei profitti delle case discografiche e delle televisioni), l'allarme sarebbe più che giustificato. C'è in gioco in prima battuta la tutela della creatività e della libera circolazione delle idee. Perché la libertà di espressione tecnologica non dovrebbero essere tutelata al pari di quella politica?
E' significativo che questa discussione avvenga proprio mentre la stampa informatica discute della lettera aperta di Steve Jobs, in cui il capo di Apple difende la sua azienda dalle numerose accuse di aver "chiuso" alle terze parti il sistema di DRM (rights management) dell'ambiente iPod/iTunes. In Italia, la rivista e il sito Altroconsumo hanno preso una posizione forte contro la non interoperabilità del DRM di iTunes, come spiega oggi la cronaca di Punto Informatico. Nella sua denuncia Altroconsumo dice di guardare con attenzione alle attività del gruppo Digital Media in Italy, un movimento a favore del DRM interoperabile promosso dal padre di Mpeg Leonardo Chiariglione (la prossima riunione operativa di Dmin.it à prevista il 13 febbraio alla università IULM di Milano). La questione della Content Protection di Windows Vista non ha ancora fatto molto rumore (qui c'è un post molto tempestivo di Gaspar Torriero, dove si fa riferimento anche alla posizione ufficiale assunta da Microsoft), ma forse è il caso che si faccia risuonare qualche campanellino di allarme.
Il DRM potrebbe uccidere la radio analogica. Il DRM, invece, potrebbe uccidere l'SDR...
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