21 aprile 2012

Addio Chumby, precursore della "glanceable information", oggi in cerca di imprenditori illuminati

Sembra proprio che l'avventura commerciale di Chumby sia ormai terminata. Il progetto risale a 2006, con i primi esemplari "alfa" rilasciati nel 2007. Nel 2008 Chumby nasce come primo prodotto commerciale, seguito nel 2009 da Chumby One. Possiamo considerarlo a tutti gli effetti uno dei primi esempi di hardware open source, di poco successivo ad Arduino. Oggi verrebbe inserito nel filone dei computer embedded rappresentati da oggetti come BeagleBoard, o come il recentissimo Raspberry PI.
Ma Chumby è stato un precursore soprattutto dal punto di vista del software, perché intorno a questa innovativa "radiosveglia" è stato sviluppato un ambiente modulare centrato su Linux e popolato da "widget" specializzati il cui sviluppo è sempre stato aperto. Il fattore di forma è appunto quello di una radiosveglia ma il dispositivo è stato chiaramente pensato per la visualizzazione di flussi informativi direttamente da Internet, incluse le Web radio. Tempo fa ne ho acquistato un esemplare (modello Chumby One) perché rispetto alla prima versione, oltre a supportare la ricezione delle radio via Web montava un tuner FM, un chip a basso consumo della Quintic, il QN8005B, con decodifica RDS incorporata. Ma soprattutto al centro di questo progetto c'è un microprocessore Freescale iMX.233 a 454 MHz in grado di fare molte cose.
Il cervello di questa piccola meraviglia si chiama Bunnie Huang, un hardwarista di grande talento (la sua ultima schedina miracolosa lavora sul concetto di Net TV e Bunnie è anche violinista, un autentico genio). Dallo stesso progettista è arrivata nel frattempo una versione da hacker della scheda madre del Chumby, che non è direttamente supportato dalla società che commercializza(va) i prodotti al pubblico ma contiene quasi tutta la componentistica originale (non c'è purtroppo il chip FM). La Chumby Hackerboard viene venduta dalla celebre "kit-maker" AdaFruit Industries a soli 89 dollari e offre parecchia documentazione e software open source a contorno.
La presenza di un processore così potente rendeva molto stimolante Chumby a causa delle possibili interazioni con i front end in radiofrequenza per Software Defined Radio indipendenti dal PC. Non è affatto casuale la citazione che Chumby (e Beagleboard o Raspberry PI) hanno meritato in un recente post di Howard Long G6VLB, sul blog del progetto SDR FunCube Dongle, il front end a basso costo (ma non tanto basso come la generazione di chiavette DVB-T di cui si parla tanto in questi giorni) per la demodulazione SDR di segnali in banda VHF e UHF. In futuro sarà inevitabile l'avvento di ricetrasmettitori SDR basati su questi computer ultraleggeri e secondo me queste sperimentazioni riguarderanno anche la generazione di FPGA con CPU integrate introdotta da Xilinx con Zinq.
Purtroppo, invece, nel mercato di massa il Chumby non ha dato prova di essere sufficientemente robusto o "appealing" nei confronti del grande pubblico. Il prodotto, per quanto innovativo, intelligente e anche simpatico (tutti hanno bisogno di una radiosveglia e nell'era dei social network averne una che visualizza Twitter, Facebook e tutto il resto può avere senso), non ha abbastanza energia per andare contro il mainstream rappresentato dagli smartphone.
Purtroppo non sembra essere bastata neppure l'alleanza tra Chumby e Sony, per l'uso da parte di quest'ultima della piattaforma software dei widget Chumby, basata a sua volta su Adobe Flash Lite, in un prodotto Sony misconosciuto che si chiama come un fustino di detersivo: Dash, un "internet viewer" che somiglia molto a un Chumby One, ma con schermo più grande e senza radio FM. Forse è proprio il sostanziale fallimento di Adobe Flash Lite, inteso come ambiente di esecuzione di app mobili, ad aver portato sfortuna a Chumby. Anche il Dash non risulta più disponibile sullo store online di Sony che invece sembra puntare su un concetto analogo mettendo i widget e la visualizzazione dell'informazione sul suo nuovo Smart Watch, un piccolo Chumby da polso.
L'altro giorno The Verge ha pubblicato la notizia, confermata dall'attuale CEO di Chumby Derrick Oien, secondo cui la società è virtualmente in liquidazione. Tutti i dipendenti sono confluiti in Technicolor, colosso francoamericano un tempo noto come Thomson SA e Thomson Multimedia e attivo - che combinazione - anche nel segmento degli impianti di trasmissione radio con la ex Thomson CSF prima fusa con Thales e in seguito riacquistata e ribattezzata Thomson Broadcast. In Technicolor gli ex sviluppatori di Chumby si occuperanno di proiettori TV connessi a Internet. Oien ha dichiarato a The Verge che tutto la intellectual property di Chumby sono in vendita. Penso che sarebbe bello se un imprenditore illuminato o un gruppo di progettisti hardware e software partisse dal lavoro svolto in qui per esplorare la possibilità di sviluppare nuovi prodotti ibridi capaci di veicolare le informazioni che arrivano dal mondo convergente di Internet e della radiofonia digitale, l'universo del Broadband/Broadcast. Qualche ispirazione potrebbe arrivare dall'intervista con il capo di Ambient Devices, teorico della "glanceable information", l'informazione a colpo d'occhio, Pritesh Gandhi (Ambient Devices è uno spin off del MIT Media Lab). Con la graduale scomparsa del personal computer come piattaforma predominante per la visualizzazione dei dati in real time, è possibile che i dispositivi embedded come Chumby affianchino gli smartphone che portiamo in tasca) e i televisori connessi aprendo - nelle nostre case, negli uffici, ovunque ci sia una superficie d'appoggio, una parete, un impianto qualsiasi da controllare - una miriade di piccole finestre interattive sulle infinite correnti di informazioni visuali, grafiche e, perché no, sonore che solcano gli oceani della convergenza.

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