25 ottobre 2010

iSDR, iPhone diventa un ricevitore software defined

Un interessante spunto per i (pochi) radioamatori Mac-oriented che mi leggono arriva dal gruppo di discussione dedicato al progetto HPSDR, il framework per un ricetrasmettitore modulare "software defined". Tutto nasce da un messaggio che riporta il post apparso qualche mese fa sul blog di Faber Acoustical, sviluppatore di applicazioni iPhone/iPad per il trattamento dei segnali audio, che affronta la questione di come far arrivare questi segnali dentro a dispositivi Apple (presa microfono mono dell'iPhone? O piuttosto come suggerisce Faber Acoustical un adattatore USB "Camera Connection Kit" per l'iPad?). Un radioamatore canadese riporta a questo punto l'esistenza di una applicazione iPhone in grado di elaborare i segnali I/Q generati da un front end per radiofrequenza come il SoftRock. Non ne avevo ancora sentito parlare ma in effetti iSDR, di Digital Confections, disponibile, per giunta gratuitamente, sullo Store di iTunes, sembrerebbe un piccolo gioiello di trattamento digitale del segnale, in grado in pratica di fare il lavoro di un software come WinRad senza il pc.
L'app in questione è stata pensata per ricevitori SDR come il SoftRock e necessita di un segnale analogico I/Q che può essere immesso nell'iPhone attraverso la presa microfono o con un adattatore stereo per la presa "docking". A quel punto iSDR può esplorare tutti i segnali presenti in una finestra tarata sulla frequenza centrale del dispositivo I/Q utilizzato. E qui ci sarebbe parecchio da dire perché quali possibilità ci sono per chi al posto di un ricevitore monobanda com'era originariamente il SoftRock, volesse utilizzare un front end a frequenza programmabile? In effetti i dispositivi touch Apple sono piuttosto carenti da questo punto di vista: controllare un dispositivo USB senza una vera porta USB integrata, dovendo quindi ricorrere ad adattori, è sempre un po' macchinoso. Ma la potenza elaborativa dei processori utilizzati a bordo dell'iPad - e l'avvento di app come iSDR lo
dimostra - fa ben sperare molto bene per il futuro, non solo per lo sviluppo di prodotti radioamatoriali di dimensioni ridottissime, ma anche per l'intero mercato consumer di ricevitori "universali", capaci di sintonizzarsi su trasmissioni analogiche o digitali grazie a una capacità di trattamento del segnale implementata sostanzialmente a livello software e quindi molto flessibile.
Questa visione risulta ulteriorment e rafforzata da un'altra novità di questi giorni. Spulciando i primi messaggi del forum aperto sul sito di Digital Confections, ho appreso che sta per essere rilasciata un'altra variante del SoftRock, questa volta orientata a frequenze superiori ai 50 MHz. Nell'ambito del FunCube Satellite Project britannico - un microsatellite messo in orbita per collegamenti radioamatoriali - è stata messa a punto la FunCube Dongle, una chiavetta USB poco più grande di un memory stick che al suo interno accoglie un front end SDR in grado di essere sintonizzato tra i 60 e i 1.700 MHz. La chiavetta servirà per sperimentare nuove modalità di collegamento con il satellite FunCube, utilizzando un semplice computer portatile e un software SDR (per esempio iSDR?). Una prima versione Base del "Dongle" verrà commercializzata già impostata su una singola frequenza di centro banda, ma tra qualche mese, a quanto leggo sul blog del progetto, sarà disponibile una versione Pro con sintonia continua. Come per il SoftRock, una volta sintonizzato il "Dongle" sulla sua frequenza centrale (compresa tra i 60 e i 1700 MHz) si potranno demodulare ogni sorta di segnali presenti in una finestra di circa 80-100 kHz di banda. In teoria, oltre le trasmissioni NFM con un software SDR opportuno si potrebbero ascoltare anche segnali WFM .
Non so prevedere quando, ma prima o poi vedremo nascere applicazioni e prodotti capaci di sfruttare la potenza della nuova generazione di dispositivi smartphone e tablet (non c'è solo la piattaforma Apple ma anche tutto il mondo Android, come insegna Galaxy Samsung) perapplicazioni radio impensabili anche solo un paio di anni fa.

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