Sono stato a Padova, su invito degli amici che hanno organizzato la fiera ExpoGadget, aperta fino a domenica, per moderare a un breve convegno insieme a Eugenio La Teana (infrastrutture RTL 102.5), Giuseppe Braccini (responsabile pianificazione RaiWay che guida il progetto per la radio digitale nell'operatore di rete del broadcaster pubblico) e Giorgio Guana, ex responsabile della società di distribuzione Distrel e oggi consulente che coordina l'arrivo in Italia del marchio commerciale britannico Pure Technology. Pure, controllata da Imagination Technologies, è in questo momento il fornitore di ricevitori digitali a standard Eureka 147 con il catalogo più agguerrito e diversificato. Imagination, fondata nel 1985 come VideoLogic, è un protagonista dell'industria dei semiconduttori che fattura 60 milioni di sterline (nel 2008) e che vanta una lunga esperienza nei segmenti dei chipset grafici e per digital signal processing. Oltre a Pure, una sua divisione, ha anche un accordo di partnership nonché una quota di investimento in Frontier Silicon, maggior fornitore di chipset DAB (10 milioni di pezzi venduti al 2 febbraio scorso).
il tema di cui abbiamo discusso (qui l'audio del convegno) è ovviamente lo sviluppo della radio digitale in Italia, dopo circa quindici anni di sperimentazione avvenuta in condizioni di sostanziale invisibilità.
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Tutto pronto per partire, allora? Probabilmente sì. Le regole ci sono - anche se contro quelle fissate da Agcom c'è chi come C.R. DAB ha già avanzato obiezione di fronte al Tar (sono obiezioni di natura cautelativa e non ostativa, mi hanno spiegato a Padova e riguardano la parte di regolamento che fissa, su modello di quanto già avvenuto per la telefonia cellulare, una percentuale minima di copertura territoriale da raggiungere entro un determinato lasso di tempo). Ci sono la componentistica e i ricevitori e gil operatori italiani hanno già pensato di attivare un meccanismo di certificazione delle radio DAB analogo ai bollini apposti ai decoder per il digitale televisivo. E' vero che il segmento car radio è ancora molto poco presidiatom ma secondo i pareri espressi al convegno di Padova cambierà anche quello, perché in Europa la Francia ha già precisato che entro il 2013 gli apparecchi venduti dovranno tassativamente essere in grado di ricevere il DMB e questo spingerà i costruttori ad affrettare lo sviluppo di radio compatibili, raggiungendo volumi che consentiranno di estendere l'offerta anche agli altri mercati. C'è un forte interesse da parte dell'operatore pubblico e una incoraggiante curiosità, forse un po' più tiepida, da parte dei network commerciali privati. L'idea di poter sviluppare nuovi contenuti audio e nuovi servizi di infomobilità, informazione turistica e molto altro è sicuramente allettante e non da ultimo la radio digitale appare fin d'ora più aperta a eventuali nuovi entranti (apertura impossibilil sull'analogico). Sono condizioni al contorno che non garantiscono il successo, ma rappresentano un punto di partenza più credibile rispetto al passato. I caveat sono ancora molto numerosi e cogenti, a partire dai problemi della copertura indoor, della forte pressione competitiva esercitata dal fenomeno Internet radio guidato da iPhone e naturalmente della non facile situazione finanziaria degli operatori radiofonici tra l'altro duramente colpiti dall'incredibile decisione sui rimborsi spese negati.
La mia idea è che il DAB sia davvero una grossa opportunità, una robusta tecnologia che meriterebbe di avere successo e potrebbe darci ottimi contenuti e servizi, quasi certamente con un impatto ambientale minore rispetto alla radio analogica (soprattutto la nostra, con le sue potenze artificialmente gonfiate). Ma ho anche la sensazione che potrebbe essere in eccessivo ritardo e che l'attuale mercato sia perfettemente in grado di compensare un suo eventualmente fallimento. Non avrei dubbi in merito al successo del DAB se proprio non ci fossero alternative ma nel contesto attuale - a dispetto dei grandi meriti del modello broadcast, certamente più efficiente in bacini molto popolosi - le alternative ci sono e il pubblico ha già imparato a conoscerle. La radio digitale ha un nemico temibile per qualcosa che si presenta come una grande novità: un presente che ci appare, a tratti, ben più innovativo.
1 commento:
per una curiosa coincidenza, mentre tu scrivevi questo articolo, io scrivevo un commento a un altro articolo sulla radio digitale:
(commento a questa pagina)
http://www.newslinet.it/notizie/radio-digitale-l-fm-analogica-sta-tramontando#commenti
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