06 marzo 2010

DAB+ in Italia, percorso arduo ma le premesse ci sono



Sono stato a Padova, su invito degli amici che hanno organizzato la fiera ExpoGadget, aperta fino a domenica, per moderare a un breve convegno insieme a Eugenio La Teana (infrastrutture RTL 102.5), Giuseppe Braccini (responsabile pianificazione RaiWay che guida il progetto per la radio digitale nell'operatore di rete del broadcaster pubblico) e Giorgio Guana, ex responsabile della società di distribuzione Distrel e oggi consulente che coordina l'arrivo in Italia del marchio commerciale britannico Pure Technology. Pure, controllata da Imagination Technologies, è in questo momento il fornitore di ricevitori digitali a standard Eureka 147 con il catalogo più agguerrito e diversificato. Imagination, fondata nel 1985 come VideoLogic, è un protagonista dell'industria dei semiconduttori che fattura 60 milioni di sterline (nel 2008) e che vanta una lunga esperienza nei segmenti dei chipset grafici e per digital signal processing. Oltre a Pure, una sua divisione, ha anche un accordo di partnership nonché una quota di investimento in Frontier Silicon, maggior fornitore di chipset DAB (10 milioni di pezzi venduti al 2 febbraio scorso).
il tema di cui abbiamo discusso (qui l'audio del convegno) è ovviamente lo sviluppo della radio digitale in Italia, dopo circa quindici anni di sperimentazione avvenuta in condizioni di sostanziale invisibilità. Per molti versi il 2010 può essere considerato l'anno zero del DAB in versione AAC+, una codifica audio radicalmente diversa da quella introdotta in origine dalla norma Eureka 147. Nel novembre scorso Agcom ha rilasciato sul DAB+ una regolamentazione dettagliata che in pratica traccia il quadro di quella potrebbe essere l'offerta di blocchi ricevibili. Il regolatore ha definito l'assegnamento di un blocco isofrequenza al servizio pubblico e altri due blocchi da assegnare agli attuali network commerciali nazionali. Accanto a questi ci saranno undici ulteriori blocchi su scala locale. Ogni "blocco" è costituito da 864 "unità di capacità" e a ogni titolare di servizio (diciamo di rete nazionale o locale che sia, o di emittente) analogico avrà accesso a 72 unità di capacità. Trentasei di queste capacità equivalgono a uno stream di 64 kilobit, sufficiente per trasmettere audio compresso in buona qualità. Il resto può essere utilizzato per l'invio di informazioni (testi, video, immagini) o audio a qualità più elevata. E se un operatore volesse trasmettere due diversi flussi da 64 kilobit? Tecnicamente si potrebbe fare ma non dimentichiamo che le 72 unità capacitive sono assegnate ai titolari di un singolo servizio, non due. Ci sono comunque, come ha sottolineato Eugenio, buoni margini di crescita sul piano dell'offerta di nuovi contenuti grazie alla regola per cui chi trasmette su DAB è tenuto a rispettare una percentuale del 50% di "simulcast" con l'analogico. Metà delle ore di programmazione dovranno ricalcare quelle disponibili su FM, il resto può riguardare contenuti nuovi.
Se le cose andranno come ha configurato il regolatore, alla fine dovremo avere tre blocchi di 12-18 programmi estesi a livello nazionale. Nei bacini locali si potranno ascoltare altri 11 blocchi, per un totale di diverse decine di emittenti ascoltabili ovunque con una qualità digitale apprezzabile. Chi realizzerà le nuove infrastrutture e come verranno gestiti gli accessi agli impianti di trasmissione? In buona sostanza Rai dovrebbe continuare a sviluppare la propria rete, mentre dei tre consorzi commerciali che hanno finora sperimentato il DAB - EuroDab, ClubDab e C.R. Dab - ne dovranno restare due. Peri blocchi locali sono aperte le danze: le emittenti potranno consorziarsi su scala locale per realizzare le proprie infrastrutture, ma potrebbero anche scegliere di agganciarsi a un provider terzo che gestirebbe le operazioni. RaiWay si è espressamente candidata come potenziale provider aperto alle emittenti locali, che quindi potranno emettere in DAB senza realizzare infrastrutture proprie, ma versando un canone (Infrastructure as a service). Per farsi un'idea dei costi la rete per un blocco DAB nazionale potrebbe richiedere tra i 5 e gli 8 milioni di euro di investimenti. Sarà fondamentale - ha spiegato molto bene Braccini - che le emittenti locali possano occupare le risorse loro assegnate e diffondere i loro contenuti con meccanismi di accesso molto semplici e questa semplificazione sarà affidata al software.
Entro l'estate, secondo RaiWay, le città capoluogo delle regioni che hanno già affrontato lo switch-off televisivo - Cagliari, Torino, Roma, Napoli - avranno i primi blocchi DAB attivi con copertura estesa e capillare, grazie alle frequenze liberate dalla tv analogica. Pure intende per questo concretizzare la propria presenza sugli scaffali dei negozi per il mese di giugno. Quanto costerà per esempio la famosa radio ibrida FM/digitale/Internet Sensia, con il suo touchscreen capace di visualizzare Twitter, Facebook e altre applicazioni? Secondo Giorgio Guana il prezzo consigliato sarà di 349 euro iva inclusa.
Tutto pronto per partire, allora? Probabilmente sì. Le regole ci sono - anche se contro quelle fissate da Agcom c'è chi come C.R. DAB ha già avanzato obiezione di fronte al Tar (sono obiezioni di natura cautelativa e non ostativa, mi hanno spiegato a Padova e riguardano la parte di regolamento che fissa, su modello di quanto già avvenuto per la telefonia cellulare, una percentuale minima di copertura territoriale da raggiungere entro un determinato lasso di tempo). Ci sono la componentistica e i ricevitori e gil operatori italiani hanno già pensato di attivare un meccanismo di certificazione delle radio DAB analogo ai bollini apposti ai decoder per il digitale televisivo. E' vero che il segmento car radio è ancora molto poco presidiatom ma secondo i pareri espressi al convegno di Padova cambierà anche quello, perché in Europa la Francia ha già precisato che entro il 2013 gli apparecchi venduti dovranno tassativamente essere in grado di ricevere il DMB e questo spingerà i costruttori ad affrettare lo sviluppo di radio compatibili, raggiungendo volumi che consentiranno di estendere l'offerta anche agli altri mercati. C'è un forte interesse da parte dell'operatore pubblico e una incoraggiante curiosità, forse un po' più tiepida, da parte dei network commerciali privati. L'idea di poter sviluppare nuovi contenuti audio e nuovi servizi di infomobilità, informazione turistica e molto altro è sicuramente allettante e non da ultimo la radio digitale appare fin d'ora più aperta a eventuali nuovi entranti (apertura impossibilil sull'analogico). Sono condizioni al contorno che non garantiscono il successo, ma rappresentano un punto di partenza più credibile rispetto al passato. I caveat sono ancora molto numerosi e cogenti, a partire dai problemi della copertura indoor, della forte pressione competitiva esercitata dal fenomeno Internet radio guidato da iPhone e naturalmente della non facile situazione finanziaria degli operatori radiofonici tra l'altro duramente colpiti dall'incredibile decisione sui rimborsi spese negati.
La mia idea è che il DAB sia davvero una grossa opportunità, una robusta tecnologia che meriterebbe di avere successo e potrebbe darci ottimi contenuti e servizi, quasi certamente con un impatto ambientale minore rispetto alla radio analogica (soprattutto la nostra, con le sue potenze artificialmente gonfiate). Ma ho anche la sensazione che potrebbe essere in eccessivo ritardo e che l'attuale mercato sia perfettemente in grado di compensare un suo eventualmente fallimento. Non avrei dubbi in merito al successo del DAB se proprio non ci fossero alternative ma nel contesto attuale - a dispetto dei grandi meriti del modello broadcast, certamente più efficiente in bacini molto popolosi - le alternative ci sono e il pubblico ha già imparato a conoscerle. La radio digitale ha un nemico temibile per qualcosa che si presenta come una grande novità: un presente che ci appare, a tratti, ben più innovativo.

1 commento:

Fabrizio ha detto...

per una curiosa coincidenza, mentre tu scrivevi questo articolo, io scrivevo un commento a un altro articolo sulla radio digitale:

(commento a questa pagina)
http://www.newslinet.it/notizie/radio-digitale-l-fm-analogica-sta-tramontando#commenti