È un fatto poco apprezzato ma il mestiere del pilota di linea non è più rischioso degli altri solo perché l'aereo non tocca terra. Un fattore di rischio assolutamente non trascurabile è quello dovuto alla radiazione cosmica e solare che i passeggeri di un'areo possono assorbire a più di diecimila metri di quota. I piloti sono più esposti, ovviamente, ed è per questo che la loro professione viene classificata tra quelle soggette a "radiation hazard", esattamente come avviene per i lavoratori delle centrali nucleari, o negli ambulatori radiologici degli ospedali. Si calcola che nell'arco di un solo volo transpolare come il Washington-Pechino, i piloti assorbono l'equivalente di un paio di schermografie al petto. Un passeggero frequent-flyer da centomila miglia di diario di viaggio, equivale a un paziente con 20, sì venti, schermografie ai raggi X.
Come spiega la NASA in questo articolo, diventano fondamentali i modelli che consentano di valutare quali sono i livelli di intensità della componente più variabile di questa radiazione, cioè quella solare, in modo da fornire a piloti e compagnie aeree uno strumento per modificare le loro rotte in funzione dei percorsi meno esposti, soprattutto in caso di forti brillamenti e di episodi di eiezione di massa coronale dal sole. Uno strumento di questo tipo è il NAIRAS o "Nowcast of Atmosphere Ionizing Radiation for Aviation Safety", che pubblica regolarmente sul proprio sito le mappe dei livelli di radiazione alle diverse quote e in proiezione intorno al polo nord.
The FAA classifies pilots as "occupational radiation workers." Flying high above Earth with little atmosphere to protect them, they can absorb significant doses of cosmic rays and solar radiation. During a typical polar flight from Chicago to Beijing, for instance, a pilot is exposed to the equivalent of two chest x-rays. Multiplied over the course of a career, this can cause problems such as increased risk of cancer and possibly cataracts.Passengers have reason to be concerned, too."A 100,000 mile frequent flyer gets about 20 chest x-rays," points out Chris Mertens, a senior research scientist at NASA Langley Research Center. "This is true regardless of the latitude of the flights."It’s worth noting that even people on the ground absorb some radiation. Cosmic rays and their by-products are so powerful, they can reach all the way down to Earth’s surface, giving a person at sea level the equivalent of one chest x-ray every 10 days or so.On a plane, however, dose rates increase 10-fold or more. The exposure depends on factors ranging from the altitude and latitude of the flight path (polar routes are irradiated most) to sunspot counts and solar activity (a powerful solar storm can boost radiation levels a hundredfold). To help airline companies safeguard passengers and personnel, NASA is developing an experimental tool to predict exposures in real time. Mertens is the PI of the system, called NAIRAS--short for "Nowcast of Atmosphere Ionizing Radiation for Aviation Safety."(continua)
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