Surrey Satellite Technology ha appena messo in orbita, il 25 febbraio, il nanosatellite StraND-1, un cubesat (che occupa tre unità cubesat e quindi misura 30x10x10 cm) davvero particolare. A bordo c'è infatti uno smartphone Android Google Nexus che fa da computer per gestire diversi esperimenti scientifici e un sistema di propulsione molto innovativo, ma serve anche a catturare fotografie e filmati. In teoria gli scienziati possono anche trasferire a bordo del satellite nuove app! Se avete un ricevitore e un'antenna adatta potete monitorarlo sul suo downlink a 437.568 MHz. Sul sito di Amsat viene distribuito anche un software per decodificare la telemetria). Il progetto ha un canale su Twitter: @SurreyNanosats
Ascolto, linguaggi, tecnologie, storia, geopolitica, cultura della radio: emittenti locali, internazionali e pirata • Web radio • radio digitale • streaming music • ham radio • software defined and cognitive radio • radiocomunicazioni • regolamentazione
28 febbraio 2013
20 febbraio 2013
Il grido del silenzio: essere genitori di un figlio autistico
Ecco un nuovo libro di cui vorrei parlare con mille post, se solo riuscissi a sormontare tutti gli ostacoli attitudinali ed emotivi che mi si parano di fronte. Non ho dovuto, come il suo autore Gianluca Nicoletti, imparare a fare il padre di un figlio autistico, ma per una combinazione del tutto fortuita questa patologia - assai più diffusa di quanto saremmo portati a credere - ha avuto un ruolo non trascurabile nella mia formazione e nel progressivo stratificarsi della mia visione del mondo. Nella mia veste di obiettore di coscienza "in forza" a un centro polivalente che la ASL Monza Brianza (allora USSL 60 di Vimercate) gestiva e credo tuttora gestisca nella piccola località di Usmate, a due passi da Arcore, mi è accaduto di poter seguire per un anno (senza contare alcune successive estensioni da puro volontario estivo) un folto gruppo di giovani di quel territorio costretti a vivere, insieme ai loro genitori e consanguinei, svariate forme di neuropatologia e di conseguenze di danni cerebrali importanti. In particolare nella mia classe di elementari - il Centro funzionava anche da scuola speciale - ho incontrato Graziano, un ragazzino preadolescente che proveniva da una famiglia originaria della Sardegna residente a Peregallo di Lesmo, una delle tante località dell'ampio bacino servito da quella grossa struttura.
Una forma di autismo, quella di Graziano, molto evidente, di natura che non so se definire genetica, o legata a qualche trauma perinatale, ma soprattutto accompagnata da una violenta forma di epilessia, costellata da frequenti crisi convulsive. Per me, che pure ero allora in stretto contatto con il primario di Neurologia all'ospedale di Niguarda e immerso - per intermediazione di una compagna fisioterapista - nelle diverse problematiche degenerative della geriatria - era in assoluto la prima esperienza diretta sia della malattia epilettica, che per molti ospiti del Centro era una condizione all'ordine del giorno, sia del profondo autismo che aveva colpito Graziano. Per quanto non fossi, non ancora, personalmente o familiarmente coinvolto, non fu un'esperienza agevole. Fu però una dura ma efficace lezione sulla nostra personale fragilità da un lato e sulla troppo facile tendenza a stabilire nette linee di demarcazione tra i vari "noi" e "loro" con cui continuamente - e inutilmente - cerchiamo di incasellare la nostra esistenza e le nostre relazioni. Può sembrare un paradosso, ma il silenzio dell'autistico lo senti gridare dentro e l'intimità che riesci a raggiungere nel culmine delle "clonie", le contrazioni muscolari e i movimenti incontrollati di chi viene colpito da una crisi di "grande male", sfida quella indotta dalle più sofisticate forme di comunicazione verbale. La voce delle sinapsi cerebrali stravolte, da cui non puoi distogliere né occhi né orecchie.
Ieri in libreria è uscito "Una notte ho sognato che parlavi" il diario in cui Gianluca Nicoletti racconta la sua esperienza vissuta non da obiettore, ma da padre di Tommy, un ragazzone autistico che oggi ha più o meno la stessa età che allora aveva il "mio" Graziano (anche se quest'ultimo, forse proprio per colpa delle continue crisi, aveva un aspetto decisamente più gracile e patito). Non ho ancora letto il libro, l'annunciata versione ebook ancora non mi sembra disponibile e non ho avuto modo di passare in libreria. Ho però scaricato e letto il pdf del primo capitolo e mi ha molto colpito, tra le prime fotografie di lettori che Gianluca pubblica sul nuovo blog creato, immagino, come estensione della sua fatica letteraria (la scrittura è lucida e implacabile, ti afferra subito, che invidia) e come leva promozionale del suo progetto "Sguardi Laterali", quella del neurologo che, come racconta l'autore, fu il primo a correre in motorino a casa sua, «in una sera di bufera, quando Tommy ebbe la sua prima crisi epilettica». Per me sono passati quasi trent'anni dalle tante crisi epilettiche cui assistetti a Usmate e non posso dire di ricordare esattamente il mio primissimo contatto con una delle patologie che vengono considerate "concomitanti" in caso di autismo (ma si può essere epilettici senza essere autistici), ma le parole di Gianluca mi hanno colpito come un pugno, perché assistere un epilettico durante la crisi (che può essere traumatica per chi la subisce, anche a causa delle cadute dovute alla repentina perdita di coscienza) era davvero come affrontare, per qualche interminabile minuto, una tempesta di acqua e fulmini così, con scarso preavviso (Graziano, ricordo, tendeva a schermirsi, a nascondersi agli sguardi altrui negli istanti appena precedenti, dando la sensazione di voler lanciare un avvertimento preciso) e senza alcun riparo, neppure farmacologico. E alla fine dovevi magari rabberciare qualche livido e soprattutto asciugare il pavimento, cambiare biancheria e pantaloni di chi quasi invariabilmente perdeva, tra le scosse sinaptiche e muscolari, il controllo sfinterico.
Ignoro al momento quello che succede negli altri capitoli di Una notte ho sognato, ma credo che questo sia uno di questi testi che, se ancora esistesse la retorica formativa della lettura generazionale obbligata, meriterebbe di essere letto nelle scuole superiori e in parecchie famiglie. Anche se di figli non ne avete mai avuti e soprattutto se ne avete, il confronto con la storia vissuta da Tommy e Gianluca, con sua moglie e l'altro suo figlio, è un confronto salutare, oltre che una intelligente, appassionata miniera di sensazioni e nozioni tecniche in una materia che come capita con tante altre patologie invalidanti viene mediamente accolta con ignoranza, indifferenza, diffidenza e, quel che è peggio, aperto razzismo. Credo infine, potendomi definire amico di Gianluca, o comunque in uno stato di forte sintonia e condivisione del suo modo di approcciare la realtà, che questa sia una di quelle rare scritture/letture genuinamente amorevoli, nel senso più bello, evangelico del termine: perché riferita alla storia di un legame forte e, mi si perdoni l'apparente contraddizione, "sano", libero da obblighi e forzature. L'autore, forse perché lo pensa realmente, constatandolo senza ipocrisie, ma forse anche per un vezzo quasi fanciullesco, da gradasso infinitamente timido, è solito definirsi "anaffettivo" e si premura di ribadirlo anche nelle prime righe del suo libro. Il silenzioso Tommy, però, non sembra molto convinto di questa inaffettività dichiarata e anch'io avrei parecchie remore nel concederla al suo presunto proprietario.
Un'altra frase che mi ha colpito nel blog associato al volume di Gianluca, che come sapete è anche autore e conduttore radiofonico, è questa, scritta a proposito dell'incontro con la troupe di una nuova trasmissione televisiva di Stella Pende :
«è certo che prima o poi dovrò pormi il problema di come raccontare in tv, se me lo chiederanno, questo mio libro. L’ autismo è difficilmente raccontabile per immagini...»
Oltre a esortarvi alla lettura del diario di Nicoletti vi suggerisco, se nel leggere queste poche righe vi sentite incuriositi, di approfondire gli aspetti neurologici dell'autismo e dell'epilessia attraverso la lezione di Fabio Benfenati, inserita nell'Oilproject del grande Marco De Rossi.
13 febbraio 2013
La scrittura segreta del misterioso manoscritto "milanese"
Illustrazione dal frontespizio di Cryptographia, di Johannes Balthasar Friderici (1685) |
Da diversi anni è una mia regolare lettura: il blog di Nick Pelling, strana figura di matematico-storico che ha abbandonato una lunga carriera di sviluppatore di videogame per affrontare le perigliose acque dell'indagine storiografica multidisciplinare, quella che mescola storia, matematica, arte e molto altro. Al centro di tutto c'è uno dei classici della ricerca in campo crittografico, il misterioso manoscritto di Voynich, dal nome dell'antiquario polacco-lituano che lo ritrovò tra i documenti messi all'asta nel 1912 dai gesuiti di Villa Mondragone, sui Castelli Romani. Oggi il manoscritto è conservato a Yale e continua a rappresentare un grande mistero per i criptoanalisti. In 200 pagine fitte di testo senza senso evidente e illustrazioni ricche di elementi astrologici, architettonici, e soprattutto vegetali (a prima vista il libro sembra un erbario extraterrestre), il manoscritto potrebbe davvero nascondere un contenuto ignoto. Ma solo il fatto che il suo impenetrabile codice sia passato attraverso il vaglio di molti analisti, tra dilettanti e matematici armati di computer, potrebbe anche far pensare a un minuzioso e preziosissimo "pastiche" d'epoca. La bufala di un intellettuale umanista attivo, almeno secondo la datazione al radiocarbonio, verso il 1415.
Tra i vari tentativi di interpretazione spicca il metodo seguito da Nick Pelling, uno dei pochi che sembra essersi avvicinato alle autentiche origini del mistero di Voynich. Studiando in particolare i soggetti pittorici e l'impianto grafico del volume, Pelling - che nel 2006 ha pubblicato in proprio un libro "The curse of the Voynich" - ritiene quanto mai possibile che il "codice" sia stato concepito a Milano, nella prima metà del '400, nell'ambiente della corte sforzesca. In un documentario prodotto nel 2012 in occasione del centesimo anniversario del ritrovamento del manoscritto per conto di National Geographic e realizzato tra Milano e Venezia con la collaborazione dello storico della crittografia Filippo Sinagra (già noto ai lettori di questo blog) e degli architetti Francesco Da Mosto e Stefano Calchi Novati, Pelling riassume la sua teoria attribuendo la creazione del manoscritto ad Antonio Averlino detto Il Filarete, l'architetto del Castello Sforzesco di Milano. Il castello stesso sarebbe raffigurato in una delle arcane decorazioni del Voynich, insieme ad altri particolari che secondo Calchi Novati potrebbero arrivare dall'altra importante costruzione del Filarete a Milano, l'Ospedale Maggiore oggi trasformato in università. Una delle ipotesi formulate è che Averlino avrebbe "scritto" e disegnato l'opera per nascondere un segreto, forse alcune tecniche industriali carpite ai vetrai di Murano, o la ricetta di potenti veleni per uso spionistico-militare, da rivendere a un nuovo sovrano dopo la sua partenza da Milano. In questo senso il libro potrebbe anche essere un elaborato artefatto, destinato a dare la falsa sensazione che il suo autore in possesso di una conoscenza completamente inventata. Per fortuna il video realizzato da Pelling è disponibile su You Tube, in una puntata del programma Ancient X-Files in cui è preceduta da un servizio dedicato a Sodoma e Gomorra. "Voynich Manuscript" inizia al 22' minuto.
Dopo aver scritto il suo libro, tuttora in vendita sul sito di Pelling, il detective del mistero di Voynich non ha concluso le sue indagini e oggi il blog Cypher Mysteries si occupa di questo e diversi altri codici e segreti persi nel tempo. Lo stile di Nick è incredibilmente vivace e leggero, ma la materia viene trattata in modo rigoroso, senza i complessi formalismi che potremmo ritrovare nei testi e negli articoli scientifici. Oggi leggo che la crittografia sviluppata ai tempi di Francesco Sforza sarà protagonista, per merito del solito Filippo Sinagra, a un dotto convegno organizzato dall'Università di Erfurt presso il Centro ricerche di Gotha. "Geheime Post. Kryptologie und Steganographie der diplomatischen Korrespondenz europäischer Höfe während der Frühen Neuzeit" si svolge dal 14 al 16 febbraio ed è in pratica dedicato alla corrispondenza segreta tra le corti europee in epoca rinascimentale. Ci sarà anche un intervento di Michael Korey, già autore di un piccolo saggio sugli strumenti matematici del '600, "The Geometry of Power", a proposito degli strumenti di cifratura raccolti nella sezione fisico-matematica delle Staatliche Kunstsammlungen a Dresda (la sezione riapre dopo anni di restauro il prossimo aprile!). Il programma completo si può scaricare qui.
11 febbraio 2013
Cubomusica, in attesa della guerra con Spotify ecco lo streaming con gli artisti sanremesi
L'arrivo di Spotify in Italia avrà sicuramente un forte impatto sul nascente settore della musica in streaming, inaugurato nei nostri confini da pionieri come Deezer e Rara e popolato da provider locali come Buongiorno, con Playme, e Cubomusica di Telecom Italia, affiancati da iniziative ibride come Nokia Music, che proprio a fine gennaio ha annunciato la disponibilità di Nokia Music+ un servizio in streaming che sarà gratuito nella sua versione di base per tutti gli acquirenti di smartphone Nokia Lumia ma offrirà anche una versione premium che con un abbonamento di 3,99 euro al mese consente per esempio la possibilità di scaricare le playlist sui terminali, usufruire di una migliore qualità attraverso le connessioni wi-fi e di accedere anche ai testi delle canzoni. Sarà interessante capire come l'esperienza di Spotify (appena scelta da Fastcompany come una delle dieci imprese musicali più innovative del mondo) riuscirà a far presa su un mercato ricco di connotazioni locali e forse viziato da un certo provincialismo. Basti solo pensare che un player globale come Last.fm ha recentemente deciso di limitare moltissimo la sua presenza in streaming fuori da geografie ormai consolidate.
Quale che siano le strategie adottate dal gruppo anglo-svedese oggi arriva la notizia di Cubomusica.it, pronta a cavalcare lo show musicale sanremese con una diretta in streaming quotidiana che darà ampie possibilità di interazione agli spettatori/ascoltatori. Ricordo che Cubomusica permette di accedere alle anteprime di svariati milioni di brani e di ascoltarli integralmente e senza limiti in streaming a partire da 3 euro al mese, ma immagino che lo streaming sia accessibile anche a chi si è semplicemente registrato gratis sul sito.
La diretta che la piattaforma di Telecom Italia dedicata alla musica digitale dedica al FEstival di Sanremo coinvolgerà i protagonisti della manifestazione. Dal 13 al 17 febbraio a partire dalle 15 su cubomusica.it sarà possibile conoscere e porre domande a molti degli artisti in cartellone, grazie ad un approfondimento condotto da Carolina di Domenico che intervisterà i suoi ospiti nello studio allestito nei pressi del Teatro Ariston. Sono previsti, tra gli altri, Modà, Marco Mengoni, Chiara, Malika Ayane, Maria Nazionale, Annalisa Scarrone, Daniele Silvestri, Almamegretta, Il Cile, Irene Ghiotto, Andrea Nardinocchi, Max Gazzè, Simone Cristicchi, Raphel Gualazzi, Simona Molinari & Peter Cingotti, Antonio Maggio, Ilaria Porceddu, Blastema, Paolo Simoni, Renzo Rubino, Marta sui Tubi, oltre alla partecipazione di Asaf Avidan in esclusiva per la live chat.
Gli artisti che interverranno nello spazio “Cubomusica Live”, saranno invitati a proporre la loro playlist esclusiva che sarà poi resa disponibile sulla piattaforma digitale. I fan potranno interagire anche attraverso i social network con i propri artisti preferiti e per condividere le loro impressioni sulla pagina Facebook di Cubomusica e su Twitter #WeLikeMusic. Questo è il primo di una serie di appuntamenti che vedrà la presenza di Cubomusica in molte altre città italiane per offrire, attraverso la rete, incontri con le star preferite, scoprendo insieme a loro aneddoti e curiosità in modalità live.
FIMI: insieme alle "new revenue" la musica digitale vale il 45% del mercato. Boom per lo streaming.
Continua secondo la FIMI, la Federazione confindustriale della musica italiana, la crescita dell’offerta digitale in Italia, trainata anche dalle nuove piattaforme e dai servizi cloud based lanciati nel 2012. Secondo i dati di Deloitte per FIMI, lo scorso anno il fatturato è cresciuto al sell-in del 31%, superando i 36 milioni di euro. Il download di album e singoli è cresciuto del 25% mentre un vero e proprio boom è arrivato dallo streaming video basato sulla pubblicità, salito del 77 % con un fatturato di 8 milioni di euro. Lo streaming è la seconda fonte di ricavo nel digitale. Sono cresciuti dell’80% anche i modelli in abbonamento, altro segmento in grande espansione che presumibilmente riceverà un forte colpo di frusta dall'avvento - ormai certo - di Spotify in Italia (ricordiamo che da qualche settimana Soptify ha aperto un ufficio a Milano affidandolo alla country manager Veronica Diquattro). In crescita sul mercato locale anche i cosiddetti "proventi diversi" (new revenue stream) saliti del 29%. Tra questi rientrano quali, ad esempio, i diritti connessi, il merchandising e le sponsorizzazioni.
Complessivamente, considerando l’intero mercato tradizionale, più digitale e nuovi proventi, il fatturato è risultato pari a 150,9 milioni di euro: digitale e nuove fonti di ricavo rappresentano oggi il 45% del totale, a fronte di un 55% del segmento del supporto fisico.
«L’industria discografica ha saputo rispondere alle sfide della tecnologia con importanti partnership e soprattutto, si è confrontata con la rivoluzione digitale solo con le proprie forze, senza incentivi, sostegni economici o contributi, arrivando oggi a poter offrire ai consumatori una vasta gamma di alternative per l’accesso legale ad oltre 25 milioni di brani su decine di piattaforme» - commenta il Presidente di FIMI (Federazione dell’industria musicale italiana) Enzo Mazza. «L’Italia ha ottime prospettive di sviluppo ma molto dipenderà dalla strategia che il prossimo Governo vorrà darsi sull’agenda digitale e sui contenuti online, abbiamo di fronte una grande opportunità, come già dimostrano i dati di Paesi in cui il digitale è centrale nelle politiche di sviluppo e crescita.»
Nell’off-line il segmento del CD / Album ha perso il 22 % scendendo a 80,2 milioni di euro al sell in. In crescita del 46% il vinile, anche se con i quasi 2 milioni di euro, rimane comunque ancora un fenomeno limitato rispetto al totale del business musicale in Italia. Da rilevare, secondo i dati forniti invece da GfK, che nella generale crisi del supporto e dei canali tradizionali (scesi del 17%), spicca con un’impennata del 30% l’e-commerce, che rappresenta oggi il 7% delle vendite di dischi in Italia.
Il repertorio italiano risulta costante al top anche nel 2012: con oltre il 50 % del venduto e otto su dieci nella top ten degli album più venduti dell’anno. Ecco i dati comunicati oggi insieme a un confronto con l'anno precedente.
Tutti gli eventi della Radio Week
Nella settimana del World Radio Day che l'Unesco (interessanti gli interventi sul declino delle onde corte) organizza per il 13 febbraio, anche la European Broadcasting Union attende a Ginevra (neve permettendo e i problemi potrebbero esserci anche viaggiando in treno) partecipanti al Digital Radio Summit, anch'esso previsto per il 13 febbraio. Il programma completo si può scaricare qui e prevede interventi sulla proposta unificata di "un chip per la radio digitale in Europa" ma anche spazi di approfondimento sul caso dello spegnimento della radio analogica in Norvegia. Il DRS 2013 è un evento aperto ma prevede una quota di partecipazione di 100 franchi svizzeri. Si inserisce nell'ambito di una "radio week" che si tiene da oggi al 14 febbraio e della quale vorrei segnalare in particolare due eventi. Uno è promosso dall'IDAG, International DMB Advancement Group per esplorare le possibilità di distribuzione su scala europea di dati digitali attraverso le infrastrutture DAB. L'altro è la nuova edizione del Radiohack Summit, una due giorni (11-13 febbraio) che coinvolgerà soprattutto i tecnici, gli sviluppatori software e i service provider che discuteranno, "mani in pasta", le nuove applicazioni della radio digitale. Il Radiohack ha anche una pagina Facebook. Mi scuso per aver dato così tardi la notizia ma in teoria l'evento inizia alle 13 di oggi quindi si fa ancora in tempo ad arrivare a Ginevra. Il programma dettagliato si può prelevare qui. Segnalo il contributo di Paolo Casagranda della RAI che verterà sugli sviluppi per la trasmissione di slideshow tridimensionali nell'ambito del sistema RadioVIS previsto dalla piattaforma RadioDNS. RadioVIS - che ha anche aperto un forum su Google Developers - è un sistema che consentirebbe la trasmissione via Internet di immagini 3D senza occhialini, da integrare in un contesto crossmediale grazie a RadioDNS. Se avete un iPad e volete sperimentare un servizio molto simile potete scaricare la nuova app della NASA "Spacecraft-3D" che visualizza spettacolari rappresentazioni 3D delle principali sonde spaziali NASA con un iPad che inquadra attraverso la sua fotocamera una immagine-trigger (un QR Code, un semplice pattern). Potrebbe essere un'ottimo strumento pubblicitario se associato, via RadioDNS, a uno spot radiofonico.
Infine c'è ancora tutta la giornata di martedì per seguire l'esposizione parigina di Le Radio 2013, salone innovativo che riunisce i professionisti della radio francese ed europea, ancora in corso al Centre Etoile Saint-Honoré, nella capitale francese. Il salone chiude appunto il 12 febbraio e si è aperto il 9 con una pre-conferenza dedicata alla programmazione, Radio Zest, che ha cercato di essere una TED Conference della radiofonia. Un modello che per qualche ragione nessuno riesce a riprendere, su scala più piccola, qui in Italia.
04 febbraio 2013
EBU: più integrazione tra modelli broadcast e broadband
Roland Beutler, tecnologo presso l'emittente regionale tedesca SWR, ha pubblicato per l'EBU un breve saggio sulle possibili forme di integrazione tra sistemi di distribuzione broadcast e broadband. In "Broadcasting in a world of changing electronic communication" l'esperto parte da una semplice constatazione: le formule di accesso ai contenuti multimediali attraverso infrastrutture radio di tipo non-broadcast si moltiplicano e guadagnano il favore degli ascoltatori. Ma ragioni tecniche ed economiche spingono anche in favore del mantenimento di modelli più tradizionali, in cui il contenuto continua a essere irradiato da una sola antenna verso bacini di utenza molto popolosi. Ci vuole però più collaborazione tra i due modelli. Le conclusioni di Beutler sono tre: spingere perché vengano ritardate le aste delle frequenze ex televisive a favore di operatori telefonici; favorire in Europa l'adozione di sistemi di ricezione di standard radiotelevisivi come il DVB o il DAB direttamente da parte dei costruttori di smartphone (come avviene in Corea); stabilire forme di collaborazione più strette tra gli stakeholder in gioco, in modo tra l'altro di creare un contesto in cui le frequenze un tempo riservate al broadcast possano essere destinate a impieghi più ibridi, senza ricreare situazioni di esclusività. Il documento EBU può essere scaricato qui.
1) WRC-15 preparation and influence on spectrum allocationSome European mobile operators are pressing for the 700 MHz band to be auctioned off as soon as 2016. However, if this happens shortly after WRC-15 then the auction process will certainly not take into consideration the need to use this band for the delivery of nonlinear broadcast services. Rather, similar to the auctions in the 800 MHz band, the spectrum will be used for traditional IMT networks. Then, calling for cooperation between broadcast and mobile networks will most likely not be successful.Therefore, broadcasters should:· Lobby their administrations to propose, at WRC-15, postponing the allocation of the 700 MHz band in the Northern part of ITU Region 1 to an appropriate date. This can beachieved by virtue of a corresponding footnote; and· Lobby administrations on a European level to postpone the auctions of the 700 MHz band spectrum to a point in time when the concepts for cooperation between broadcast andmobile networks are mature in order to prevent it being used only for traditional IMT services. Alternatively, if auctioning is envisaged at an early stage, conditions for the usage of spectrum should be imposed which would enable cooperation between broadcast and broadband networks at a later point in time.
2) Integration of broadcast receivers in smartphones and tabletsIn some markets this is already reality, such as Japan and Korea. It is important to investigate what regulatory and economic conditions there are. What are the differences and, if such integration proves to be applicable for Europe too, develop a strategy to lobby for this at a European level.Furthermore, in other regions of the world, such as Mexico for example, there is a serious debate about this issue going on. Typically, regulators base their decisions on the feedback received during corresponding consultation processes. Broadcasters around the world should carefully monitor any such activities and participate in associated consultation processes if possible.
3) Development of technically feasible options for network cooperationBroadcasters should actively engage in the development of technological options for cooperation between broadcast and broadband networks. Several activities in this area are already underway which are associated with what is called “Dynamic Broadcasting” or “Overlay broadcast and cellular mobile networks”. Broadcasters should decide to actively participate in this research. Also, it would be beneficial to convince the EC to support such activities at a European level. It is important in this respect to consider a wider range of broadband technologies beyond IMT (for example Wi-Fi) to ensure optimal usage of resources such as spectrum and network infrastructure.
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