Illustrazione dal frontespizio di Cryptographia, di Johannes Balthasar Friderici (1685) |
Da diversi anni è una mia regolare lettura: il blog di Nick Pelling, strana figura di matematico-storico che ha abbandonato una lunga carriera di sviluppatore di videogame per affrontare le perigliose acque dell'indagine storiografica multidisciplinare, quella che mescola storia, matematica, arte e molto altro. Al centro di tutto c'è uno dei classici della ricerca in campo crittografico, il misterioso manoscritto di Voynich, dal nome dell'antiquario polacco-lituano che lo ritrovò tra i documenti messi all'asta nel 1912 dai gesuiti di Villa Mondragone, sui Castelli Romani. Oggi il manoscritto è conservato a Yale e continua a rappresentare un grande mistero per i criptoanalisti. In 200 pagine fitte di testo senza senso evidente e illustrazioni ricche di elementi astrologici, architettonici, e soprattutto vegetali (a prima vista il libro sembra un erbario extraterrestre), il manoscritto potrebbe davvero nascondere un contenuto ignoto. Ma solo il fatto che il suo impenetrabile codice sia passato attraverso il vaglio di molti analisti, tra dilettanti e matematici armati di computer, potrebbe anche far pensare a un minuzioso e preziosissimo "pastiche" d'epoca. La bufala di un intellettuale umanista attivo, almeno secondo la datazione al radiocarbonio, verso il 1415.
Tra i vari tentativi di interpretazione spicca il metodo seguito da Nick Pelling, uno dei pochi che sembra essersi avvicinato alle autentiche origini del mistero di Voynich. Studiando in particolare i soggetti pittorici e l'impianto grafico del volume, Pelling - che nel 2006 ha pubblicato in proprio un libro "The curse of the Voynich" - ritiene quanto mai possibile che il "codice" sia stato concepito a Milano, nella prima metà del '400, nell'ambiente della corte sforzesca. In un documentario prodotto nel 2012 in occasione del centesimo anniversario del ritrovamento del manoscritto per conto di National Geographic e realizzato tra Milano e Venezia con la collaborazione dello storico della crittografia Filippo Sinagra (già noto ai lettori di questo blog) e degli architetti Francesco Da Mosto e Stefano Calchi Novati, Pelling riassume la sua teoria attribuendo la creazione del manoscritto ad Antonio Averlino detto Il Filarete, l'architetto del Castello Sforzesco di Milano. Il castello stesso sarebbe raffigurato in una delle arcane decorazioni del Voynich, insieme ad altri particolari che secondo Calchi Novati potrebbero arrivare dall'altra importante costruzione del Filarete a Milano, l'Ospedale Maggiore oggi trasformato in università. Una delle ipotesi formulate è che Averlino avrebbe "scritto" e disegnato l'opera per nascondere un segreto, forse alcune tecniche industriali carpite ai vetrai di Murano, o la ricetta di potenti veleni per uso spionistico-militare, da rivendere a un nuovo sovrano dopo la sua partenza da Milano. In questo senso il libro potrebbe anche essere un elaborato artefatto, destinato a dare la falsa sensazione che il suo autore in possesso di una conoscenza completamente inventata. Per fortuna il video realizzato da Pelling è disponibile su You Tube, in una puntata del programma Ancient X-Files in cui è preceduta da un servizio dedicato a Sodoma e Gomorra. "Voynich Manuscript" inizia al 22' minuto.
Dopo aver scritto il suo libro, tuttora in vendita sul sito di Pelling, il detective del mistero di Voynich non ha concluso le sue indagini e oggi il blog Cypher Mysteries si occupa di questo e diversi altri codici e segreti persi nel tempo. Lo stile di Nick è incredibilmente vivace e leggero, ma la materia viene trattata in modo rigoroso, senza i complessi formalismi che potremmo ritrovare nei testi e negli articoli scientifici. Oggi leggo che la crittografia sviluppata ai tempi di Francesco Sforza sarà protagonista, per merito del solito Filippo Sinagra, a un dotto convegno organizzato dall'Università di Erfurt presso il Centro ricerche di Gotha. "Geheime Post. Kryptologie und Steganographie der diplomatischen Korrespondenz europäischer Höfe während der Frühen Neuzeit" si svolge dal 14 al 16 febbraio ed è in pratica dedicato alla corrispondenza segreta tra le corti europee in epoca rinascimentale. Ci sarà anche un intervento di Michael Korey, già autore di un piccolo saggio sugli strumenti matematici del '600, "The Geometry of Power", a proposito degli strumenti di cifratura raccolti nella sezione fisico-matematica delle Staatliche Kunstsammlungen a Dresda (la sezione riapre dopo anni di restauro il prossimo aprile!). Il programma completo si può scaricare qui.
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