Sulla scia della quotazione in borsa dell'americana Pandora e del suo servizio di streaming musicale personalizzato, capace di portar via cospicue fette all'ascolto convenzionale della radio, l'iundustria radiofonica prepara una risposta che dimostra come la lezione comincia a passare: le stazioni radio USA non possono sperare che la loro rendita di posizione, la forte base locale di ascoltatori, possa resistere a lungo all'attacco che non è solo di Pandora ma anche di servizi come Sirius XM, il network satellitare digitale il cui titolo proprio in questi giorni è stato inserito nell'indice Nasdaq-100. L'azione SIRI non vale i gli oltre 350 dollari di Apple, si aggira piuttosto intorno ai 2 dollari. Ma l'ingresso nel Nasdaq-100, al posto del titolo di una azienda di prodotti biomedici, è un riconoscimento significativo per una azione che fino a poco tempo fa rischiava addirittura di essere completamente esclusa dai listini. Pandora, che si è quotata in borsa circa un mese fa, nel frattempo dopo i primi giorni di comprensibile acclimatamento, sembra aver imboccato un percorso di graduale anche se lenta crescita. Partita a 17 dollari era subito capitombolata quattro dollari in basso, per poi riguadagnare fino a quota 20: come dire che chi aveva investito un milione nei primi giorni di quotazione oggi, in meno di quattro settimane, ha in tasca un milione e mezzo.
Farà senza dubbio bene sia a Pandora, sia a "SIRI" (il nome di Sirius XM allo stock exchange) la notizia del grande annuncio che il gruppo ClearChannel farà questa mattina in America (le due del pomeriggio da noi) a proposito del suo servizio Internet, iHeartRadio. Secondo le indiscrezioni raccolte da Radio.info la novità riguarda l'aggiunta di contenuti streaming musicali di stampo "pandoriano", oltre che la piena disponibilità dei flussi Internet delle centinaia di stazioni locali in FM e AM controllate da ClearChannel. Al centro di questa manovra ci sarà un imponente concerto programmato a fine settembre all'MGM Grand, uno dei più grandi alberghi di Las Vegas. Concerto che vedrà la partecipazione di molti divi della musica pop.
Un interessante articolo di Rocco Pendola, analista dalle chiare origini italiane, sul sito Seeking Alpha, descrive uno scenario di inseguimento che si presenta abbastanza favorevole per l'inseguitore ClearChannel. Secondo le cifre di ascolto online di Triton Digital oggi Pandora supera ClearChannel di cinque a uno, con oltre 680mila sessioni di ascolto attive in media contro le 122mila di ClearChannel su Internet. Pendola sostiene che la radio terrestre, impegnata finora a combattere battaglie di retroguardia - come quella che le permette di svicolare i congrui versamenti di royalties musicali che le radio online devono versare come balzello ai discografici - sembra finalmente essersi accorta di avere a disposizione tutte le armi che le servono per competere in una realtà dove tralicci, connessioni Internet, telefonini e grandi eventi musicali, si mescolano dando luogo a strategie convergenti del tutto innovative. Per dirla come Rocco: la radio si è accorda di essere «free, it's everywhere and it has thousands of stations and personalities at its disposal to drive digital, online and mobile efforts.» (gratis, dappertutto e ricca di migliaia di stazioni e personalità radiofoniche pronte a condurre campagne digitali, online e in mobilità).
Per l'Europa e l'Italia in particolare è ancora uno scenario futuribile, anche perché oltre agli importanti operatori "pure Internet play" manca completamente il terzo incomodo di una radio satellitare mobile come Sirius XM. Ma se vale il principio per cui quello che avviene oggi oltreoceano potrebbe accadere qui fra tre anni, forse i nostri gruppi nazionali farebbero bene a fare i loro compiti a casa. Quando saranno tornati dal funerale di Audiradio.
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