20 settembre 2014

Turchia, onde medie addio. Più difficile farsi ascoltare dai kurdi in una regione in fiamme

Un'altra importante nazione alla cerniera tra Europa e Asia, oggi alla immediata periferia di uno dei teatri di conflitto più minacciosi e intricati, ha adottato la stessa politica di drastico taglio delle infrastrutture trasmissive in modulazione d'ampiezza che ha falcidiato lo storico patrimonio europeo di grandi impianti in onde medie e lunghe. Dal primo luglio l'ente pubblico turco TRT ha disattivato diverse frequenze in onde medie di una rete di emittenti nazionali e regionali un tempo molto estesa.

Lo smantellamento ha avuto inizio nel 2008, con la dismissione del potentissimo trasmettitore di Mudanya su 1017 kHz. Tre anni dopo TRT ha disattivato quattro frequenze delle onde lunghe (162, 180, 225 e 243 kHz) e altre due sulle medie (594 e 765 kHz). Tre mesi fa la mannaia si abbatte su Mersin (Kazanlı) 630 kHz, Istanbul (Izzettin / Çatalca) 702 kHz, Trabzon 954 kHz e Diyarbakır (Cinar) 1062 kHz. Quest'ultima frequenza, riferisce il programma "Medienmagazin" di Radio Eins, uno dei canali dell'emittente regionale berlinese RBB, è particolarmente degna di nota perché ripeteva dal 2009 i programmi del servizio di TRT in lingua kurda, che oggi proseguono solo in FM e non potranno più coprire un bacino di ascolto altrettanto esteso. Anche i 630 e 954 avevano programmi in arabo che forse potevano beneficiare delle caratteristiche propagative delle onde medie.

Tutto quel che resterebbe di tanti impianti in attività prima del 2008, sono le due frequenze di Antalya (Aksu ) 891 and İzmir (Cumaovası) 927 kHz e solo per una fascia di programmazione mattutina che inizia all'alba e chiude a mezzogiorno.

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