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Immediatamente la twittersfera si è scatenata con post di gusto molto discutibile, alternati dagli insulti di chi è politicamente schierato con Rush. I toni sono del tutto simili a quelli utilizzati dopo il fattaccio del ninnolo in pietra scagliato in faccia al nostro presidente del Consiglio o i contrattacchi di Giornale e Libero. Molti non esitano ad augurarsi che il microfono più virulento del pianeta ci lasci le penne.
Limbaugh e l'intera schiera dei suoi colleghi radiofonici conservatori sono diventati un argomento alquanto controverso in una nazione abituata a un dibattito più educato. Le tecniche sono le stesse che vediamo qui da noi: menando colpi di maglio verbali a più non posso, Limbaugh non fa che lamentarsi per gli insulti ricevuti. E la spirale viziosa continuamente alimentata, non riesce a spezzarsi. Il valore politico di questo ring pugilistico è praticamente nullo (anche sul piano elettorale l'odio seminato via radio non ha dato i frutti sperati), ma quello economico è consistente. Una eventuale messa fuori gioco di Limabugh e tantomeno la sua scomparsa non sarebbero certo auspicabili, perché tipi come lui si alimentano di vittimismo. Ma momenti del genere sono istruttivi perché rivelano in tutto il suo stupido infantilismo una prassi politica che porta solo imbarbarimento e guai.
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