13 marzo 2009

Comici alla radio: l'ira dei potenti europei

La rassegna stampa di oggi da Francia e Germania dimostra che, disgraziatamente, tutto il mondo sta diventando paese quando si tratta di (non) dare spazio a un po' di commenti dissacranti contro il potere politico. E' una ben magra consolazione sapere che non siamo i soli, in Italia, ad avere uomini e donne altolocati così suscettibili davanti a ogni minimo accenno di satira. Anche nelle mature democrazie tedesca e francese gli sberleffi mediatici sono assai poco tollerati da chi occupa - anche con pieno merito, non dico di no, e spesso dietro preciso mandato di una maggioranza di elettori - posizioni di indubbio privilegio, che forse dovrebbero indurre da un minimo di allegra sportività nei confronti delle critiche e degli scherzi.
E invece no, le storie di due famosi comici radiofonici, Stéphane Guillon per il canale pubblico France Inter e Jochen Krause, animatore della rubrica di scherzi telefonici CrazyPhone per il network regionale privato FFN , sono incorsi nel reato - che dovrebbe essere demodé ed è invece più in attuale che mai - di lesa maestà. Krause ha addirittura rischiato un processo per diffamazione, per fortuna respinto dal tribunale di Hannover, per aver fatto un brutto scherzo telefonico ad Andrea Ypsilanti, ex capo dell'SPD in Sassonia (le dimissioni sono arrivate a gennaio, dopo una brutta débacle elettorale a una seconda tornata di votazioni regionali in cui la SPD, che un anno prima aveva vinto senza riuscire a conquistare una maggioranza nel parlamento locale, era stata nettamente sconfitta dalla CDU). Krause aveva chiamato la Ypsilanti facendosi passare per Franz Müntefering, capo della SPD in persona, e l'ignara politica si era lasciata andare a commenti non proprio diplomatici nei confronti dei suoi compagni di partito, che si erano opposti, lo scorso autunno, a un tentativo da parte della Ypsilanti stessa di formare una coalizione con lo schieramento della Sinistra. Diffuso alla radio e rapidamente sbarcato su YouTube, lo scherzo telefonico aveva mandato su tutte le furie la dirigenza locale socialdemocratica, che ha cercato di trascinare Krause davanti a un giudice.
Se il comico tedesco se l'è cavata grazie alla ragionevolezza della magistratura, Guillon si sta creando nemici forse più temibili. Titolare di una popolare rubrica umoristica nella mattinata di France Inter, Guillon aveva preso in giro il potente DSK (Dominique Strauss-Kahn) capo del Fondo Monetario Internazionale per la sua notoria passione per le donne. Intervistato dalla stessa France Inter pochi minuti dopo, SDK si era apertamente lamentato per questo trattamento, accusando l'umorismo di Guillon di "malvagità". Una settimana dopo, sull'aereo presidenziale di ritorno dalla riunione del G20, Sarkozy in persona aveva detto ai giornalisti del seguito che uscite come quelle di Guillon sono "inammissibili" in una emittente pubblica (vi ricorda qualcuno?). Guillon ha replicato prontamente, dicendo lusingato da tanto interesse e aggiungendo che quando il presidente è all'estero "i francesi sono allegri e ballano". Guillon si è offerto anche di inviare a Sarkozy una copia dei suoi testi, perché è difficile immaginarsi il presidente "che passa la serata in boxer davanti a Internet per tenersi aggiornato su quello che dico". Sulla questione ha dovuto intervenire il direttore (a fine mandato) di Radio France, Jean-Paul Cluzel, che ha criticato Guillon affermando «l'impertinenza deve avere pertinenza, se no non fa ridere». Non si sa bene però chi debba decidere sulla necessaria pertinenza.
Guillon dal canto suo non ha fatto una piega e l'altro giorno ha fatto precedere l'intervista di France Inter a Ségolène Royal, ex candidata presidenziale, da una buffa dichiarazione d'amore (non senza aver appiccicato le foto di Ségolène sulla parete dello studio dove viene ripreso il Webcast del suo programma), ironizzando sul fatto che "il cuore di Radio France batte per i socialisti e qui è tutto un covo di segolenisti". Sicuramente non finirà qui.

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