27 settembre 2007

Su Focus Storia i fratelli di Torre Bert

Il numero di Focus Storia oggi in edicola parla delle intercettazioni dei fratelli Judica Cordiglia e ieri quotidiani e telegiornali riprendono con grande sensazionalismo la "notizia". Di "Agghiaccianti rivelazioni" parla Quotidiano.net, omettendo di segnalare il fatto che negli anni Sessanta i fratelli torinesi erano sempre circondati da giornalisti, che ancora negli anni settanta ferveva il dibattito sull'autenticità dei materiali e delle loro interpretazioni e che da anni, a opera di giornalisti e autori di libri, le imprese dei Judica Cordiglia sono state ampiamente riscoperte, filmate, registrate, riversate su Internet e trattate in lungo e in largo su giornali, televisione e Internet. Tra le poche novità sembra esserci il nome di un radioamatore dell'epoca, Mario Del Rosario, citato per esempio da TG.com.
Per il resto, le solite vaghezze sui risvolti tecnici delle intercettazioni. Nessun cenno alla questione di come sarebbe stato possibile ascoltare il famoso battito cardiaco. Erano stati monitorati segnali elettrici? Allora perché non sono stati ricevuti in telemetria? Il battito in banda audio è stato catturato da uno stetoscopio? Perché non si sentono dunque i fruscii e i rumori di uno stetoscopio fissato sotto una tuta? E' verosimile che un cosmonauta militare in volo orbitale così breve potesse utilizzare, verosimilmente con i guanti, i tasti per la grafia morse per lanciare un SOS "al tutto il mondo"? Uno dei fratelli è stato per decenni perito del tribunale ma le registrazioni non possono essere sottoposte a perizia?
Non voglio dire che non credo alle affermazioni dei fratelli, anzi. Ma così non mi sembra che ci siano le basi per decidere. Di agghiacciante continua esserci solo l'approssimazione.

AGGHIACCIANTE RIVELAZIONE
Spazio, lanci falliti prima di Gagarin
Captati rantoli di astronauta morente

Lo rivelano a Focus i fratelli Achille e Giambattista Judica Cordiglia, che a Torino approntarono una stazione di radio-ascolto spaziale: nel '60 captarono l'appello "Sos a tutto il mondo", nel '61 il rantolo e il battito cardiaco di un cosmonauta.
Roma, 26 settembre 2007 - Il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin potrebbe non essere stato il primo uomo a compiere un volo nello spazio, ma forse solo il primo a tornare vivo a Terra da una missione Urss. Il suo primato, insomma, potrebbe essere una versione ufficiale «di comodo» che nasconde una verità molto diversa.
Così, proprio mentre si celebrano i cinquant'anni dal lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, «Focus Storia» rivela, nel numero domani in edicola, una inquietante verità che getta nuova luce sulla storia dell'esplorazione umana dello spazio.
Ad avanzare il sospetto che l'ex-Urss abbia tenuto nascoste alcune tragiche missioni spaziali ben prima dell'impresa di Gagarin dell'aprile 1961, sono i fratelli Achille e Giambattista Judica Cordiglia, che in quegli anni misero in piedi a Torino una stazione di radio-ascolto spaziale e captarono tutte le trasmissioni radio provenienti dallo spazio, comprese quelle legate alle missioni «non ufficiali», divenendo di fatto, in quegli anni, unica fonte di informazione per i media italiani.

4 commenti:

gianfranco verbana ha detto...

Non entro in merito al fatto che probabilmente all'inizio della avventura spaziale da parte dei sovietici vi siano stati tremendi incidenti tenuti segretamente nascosti. Ma purtroppo il passato dei fratelli Cordiglia è offuscato da menzogne.
Ricordo che all'inizio degli anni 6O essi furono espulsi dall'ARI per diffusione di notizie false.
In una trasmissione di Mike Bongiorno(erano spessi ospiti) e sui giornali dissero di aver ricevuto e diffuso immagini,ricevute via radio dal satellite Lunick xy (Non ricordo il numero). La Tass comunicò che nessuna telecamera o macchina fotografica trasmise immagini via radio.
Dovrei ancora avere la rivista "Costruire Diverte" dove apparve il comunicato dell'ARI.

Saluti e complimenti per il sito. Ho fatto una una rapida lettura degli ultimi sei mesi.

Gianfranco I2VGO

Andrea Lawendel ha detto...

Sto rischiando di passare per uno scettico irriducibile nei confronti delle imprese radiantisco-spaziale dei fratelli torinesi. Volevo ribadire che non è così: è più che plausibile che il programma spaziale sovietico sia stato costellato da fallimenti tenuti nascosti come tante altre malefatte di quel complesso regime. Qui il problema è puramente metodologico: le "prove" a supporto delle affermazioni dei Cordiglia sono, a mio modesto parere labili e inconclusive. Non reggono neppure a una prima superficiale verifica, nel senso che non è possibile nemmeno giudicare se si tratti di prove fabbricate ad arte o no. Voci lamentose, battiti cardiaci che in teoria avrebbero dovuto essere segnali elettrocardiografici trasmessi in telemetria. Troppe cose che non quadrano o mancano del tutto.
Vedo tra l'altro che questi post finiscono spesso per essere citati su Internet in altri gruppi di discussione, recentemente anche uno che dovrebbe essere dedicato alla storia come strumento culturale ed è invece il solito ring di cospirazionisti, nostalgici staliniani e hitleriani e personaggi che scrivono cose del tutto estranee alla storia e alla cultura. Liberissimi, ma se credete che i contenuti di RP possano rientrare in una di queste zone d'ombra dell'intelligenza, state sbagliando o io mi sono espresso male. E vi diffido dall'utilizzarli a supporto di questa o quella teoria cospirazionista. Tanto per essere molto chiari: non sono un cospirazionista. Sono un giornalista tecnico scettico con un background di studi scientifici. Sono del tutto convinto che i russi abbiano messo in orbita lo Sputnik e Gagarin e che gli americani siano sbarcati più volte sulla luna (ma leggendo quello che dicono i fratelli Cordiglia e come lo dicono non riesco a giudicare se sia vera o no la teoria dei 14 cosmonauti russi morti). Non credo alla quasi totalità delle "segnalazioni" ufologiche, a baggianate assolute come la cospirazione delle scie chimiche e alle teorie dei complotti che vanno da Pearl Harbor al 9/11 passando per Kennedy, Elvis Presley e analoghe paranoie. Le scienze cosiddette "paranormali" non sono scienze e la paranormalità è solo normalissima illusione mentale.

Anonimo ha detto...

In Italia sembra difficile non essere scettici anche quando nel resto del mondo non ci sono più dubbi. Questa mania di metter in dubbio, in sé, dovrebbe essere salutaria ma credo che siano solo provocate dalla gelosia. Ognuno vuole farsi vedere più intelligente dell'altro.L'ultimo commento mi sembra tipico. Si miscia tutto e si conclude mettendo anche la realtà nel paranormale. Per contrasto, invece , l'Italia é ancora il paese dove si crede ai miracoli!Strano che san Gennaro non sia stato messo nel fascio:-)

Andrea Lawendel ha detto...

Quindi se capisco bene il suo ragionamento, il fatto che in Italia ci sia questa deprecabile tendenza a buttarla tutta sull'estremo scetticismo (chissà come spieghiamo le lotterie, allora, o le folle che plaudono alle promesse elettorali più ridicole) ci autorizza immediatamente a credere alle affermazioni dei fratelli Judica Cordiglia? Siamo *troppo* scettici ergo Torre Bert è un faro di verità. Peculiare.
Nessuno la sta buttando sul paranormale (il commento cui si riferisce era una generale dichiarazione di un atteggiamento scettico, il mio), se non i fratelli stessi con la loro assurda approssimazione. Le smentite, che da Mosca non sono mai molto credibili, vengono proprio da tutto il resto del mondo: a quei tempi i fratelli non erano certo gli unici in ascolto, ma certe affermazioni (e certe "prove") le hanno prodotte solo loro.
Quanto al sangue di San Gennaro, una delle poche - veramente - istituzioni scettiche italiane, il Cicap, si muove da anni per confutare scientificamente, con prove di laboratorio e simulazioni molto convincenti, la presunta verità di questa mitologia cattolica . Non vedo folle plaudenti davanti a questa ennesima manifestazione della nostra rocciosa incredulità nazionale.