21 dicembre 2005

Un minuto di 61 secondi

Il 2005, avvertono il National Physical Laboratory britannico e altre fonti astronomiche, è uno di quegli anni in cui è necessario aggiungere un secondo bisestile al conto del tempo. L'operazione di "manutenzione" degli orologi avrà luogo nell'ultimo minuto dell'anno, poco prima delle ore 00 del primo gennaio. Minuto che avrà dunque una durata di 61 secondi invece di 60. L'operazione serve ad assicurare la sincronia tra il nostro sistema di misurazione del tempo e gli effettivi valori di rotazione e rivoluzione terrestri, il cui andamento viene monitorato da un gruppo di osservatori.
Il modo migliore per seguire il minuto di 61 secondi, per chi non dispone di un orologio radiocontrollato, è sintonizzarsi su una stazione di tempo e frequenza campione. Si tratta di emittenti, di solito annesse agli osservatori nazionali o agli istituti nazionali di standardizzazione, che diffondono nell'etere, sulle onde corte ma anche sulle onde lunghissime, i rintocchi di tempo di un orologio atomico e trasmettono su una frequenza molto precisa, utilizzabile per la taratura dei ricevitori radio e altre applicazioni. Alle 23.59 del giorno 31 dicembre sarà più facile sintonizzarsi sulla stazione WWV dell'istituto americano degli standard, da Boulder in Colorado, sulla frequenza (precisa, è il caso di dire) dei 10.000 kHz. Il format è un semplice tic-tac dei secondi (se ne potranno contare 61) disseminato da alcuni annunci in voce e dall'indicazione finale dell'orario allo scoccare del primo secondo del successivo minuto. WWV trasmette anche sui 15 MHz ma in questa fase di minimo solare è difficile che a quell'ora il segnale arrivi su una frequenza così elevata, a causa dei bassi livelli di ionizzazione dell'atmosfera. Con un po' di fortuna, si potranno ascoltare proprio le informazioni sui valori ionosferici e geomagnetici, diffusi da WWV insieme a dati di natura oceanografica e meterologica.
Quante stazioni di tempo e frequenza esistono nel mondo? Anche in questo campo l'uso delle onde corte è meno intenso rispetto al passato. In Italia c'erano due stazioni, a Roma e Torino (quest'ultima collegato al Galileo Ferraris), entrambe disattivate da molti anni. Solo recentemente - ma questo è un aneddoto di poco conto - sono state "resuscitate" in un discusso articolo pubblicato su Radiorivista, l'organo ufficiale dei radioamatori italiani iscritti all'Ari. L'articolo in questione conteneva un mucchio di inesattezze ma purtroppo il livello dell'informazione nel campo del radiantismo è quello che è e del resto tutti possiamo commettere degli errori. Oltre a WWV negli Stati Uniti, sulle isole Hawaii, è in funzione una seconda stazione di tempo, siglata WWVH. Simili stazioni, sulle onde corte si trovano per esempio in Canada, in Cina, a Taiwan. In Europa bisogna cercare per esempio in Inghilterra e in Germania, ma sulle frequenze molto basse, sotto i 100 kHz. Perfino l'Observatorio Naval venezuelano opera una stazione sui 5 MHz, la stessa su cui trasmetteva la torinese IBF e la romana IAM. Su Internet si trova una lista aggiornata (o quasi, non è facile stare al passo di stazioni che operano a bassa potenza, in condizioni spesso ardue da monitorare), curata da William Hepburn, per le onde corte (HF) e per le lunghissime.

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