25 dicembre 2005

I radiopirati delle fortezze marine

Scorrendo il sito Web della autorevole testata francese Offshore Echos, che dal 1974 racconta le avventure delle stazioni pirata europee, ho appreso un particolare storico curioso su un fenomeno che prosegue tuttora, senza quell'alone di gloria - e soprattutto senza l'impatto su un pubblico di radioascoltatori piuttosto ampio - che negli anni sessanta ebbero le emittenti installate a bordo di sgangherate bagnarole ancorate al largo, nel mare del Nord. L'aspetto meno noto è che alcune di queste "navi" erano in realtà piattaforme marittime, costruite dagli inglesi durante la guerra come barriera antiaerea avanzata e in seguito abbandonate, come res nullius in acque extraterritoriali.
Oggi le stazioni pirata delle onde corte, concentrate in modo particolare nella banda non autorizzata dei 48 metri, sono seguite solo da hobbysti specializzati e hanno una loro burocrazia interna, condividendo trasmettitori, location e servizi collettivi di emissione di QSL. Niente a che vedere con i veri pirati dell'etere, che negli anni sessanta attivavano le frequenze delle onde medie e rischiavano, quando andava bene, il sequestro degli apparati o una breve detenzione in un commissariato britannico. E quando andava male potevano lasciarci le penne.
Un caso tragico è appunto quello di Radio Invicta perché ci scapparano i morti. La stazione era stata messa in piedi nel 1964 da un canadese, John Thompson che al posto di una costosa nave scelse di utilizzare una delle tre fortificazioni marine che l'esercito inglese aveva costruito durante la guerra a Red Sands, in pieno estuario del Tamigi. Due di queste installazioni militari esistono ancora ed è possibile visitarle dal mare con i gommoni di una piccola agenzia di escursioni di Whitstable. Sembra inoltre che una associazione voglia restaurare i ruderi dei due fortini superstiti, i Maunsell Sea Forts, che assomigliano molto a un villaggio di piattaforme marittime di perforazione, una specie di versione guerresca di un insediamento su palafitte.
Radio Invicta trasmise per qualche tempo sui 985 kHz, ritrovandosi spesso in condizioni di emergenza, come quando i DJ dovettero chiamare la guardia costiera per farsi portare dell'acqua potabile. Ma il destino capitato a Tom Pepper, il "proprietario" (pseudonimo di Harry Featherbee) fu molto peggiore. Una sera di dicembre, Tom, partito dal forte a bordo della sua lancia "David" insieme al tecnico Martin Shaw e all'altro DJ Simon Ashley, naufragò per un guasto al motore. Il suo corpo venne trovato poco dopo, ma non fu così degli altri due passeggeri, uno dei quali scomparve del tutto (un secondo corpo fu trovato settimane dopo sulle coste spagnole).
Dopo qualche tempo Invicta chiuse i battenti e venne rimpiazzata da King Radio nel febbraio del 1965. Le trasmissioni di quest'ultima, su 1259 e 1267 kHz durarono fino all'ottobre di quell'anno. Altre radio si servirono di queste strane installazioni e un doppio Cd di Offshore Echos ne riferisce le vicende, che riguardano nomi come Radio Essex, British Better Music Station e perfino il Principato di Sealand , fondato dal "principe" Roy Bates. Oltre ai due Cd di Offshore Echos, diversi materiali, album e ricordi si possono trovare sul sito di Bob Le-Roi, un altro pioniere delle radio offshore.

Nessun commento: