16 febbraio 2022

Il 2021 degli "smanettoni" digitali (e open source) della radio

Uno degli aspetti più stimolanti dell'hobby radioamatoriale è la vocazione alla sperimentazione. Oggi non tutti i radioamatori sono "smanettoni" come un tempo: molta tecnologia è commerciale, "off the shelf", e relativamente plug and play, accessibile anche a un non ingegnere. In compenso, la percentuale di sperimentatori veri è estremamente attiva e numericamente consistente. Tra i possessori di licenza con laurea in ingegneri a e fisica, diversi mettono a frutto i loro titoli per trovare nuove modalità di trasmissione, apparecchiature, antenne. Forse il caso più rappresentativo è quello del premio Nobel per l'astrofisica, Joe Taylor, K1JT, noto per aver sviluppato protocolli per trasmissioni digitali che funzionano al limite di Shannon, la soglia sotto la quale non è possibile trasmettere informazione a causa di errori e rumore. 
Nel trasmissione radio digitale si concentrano molti dei progetti più interessanti di questi ultimi vent'anni. Alcuni dei progetti più recenti vengono citati nel report annuale per il 2021 della Amateur Radio Digital Communications (ARDC), una fondazione che promuove - l'anno scorso sono stati erogati 8 milioni di dollari per progetti di ricerca e diffondere la conoscenza delle tecnologie digitali applicate al settore delle radiocomunicazioni - la scienza e la tecnologia per l'avanzamento di una attività nata ai tempi in cui anche la radiotrasmissione della voce era una novità stravolgente. Forse non tutti i radioamatori sanno che alla ARDC all'inizio degli anni '80 Jon Postel in persona, allora a capo della IANA, l'ente che attribuiva gli indirizzi IP, allocò uno spazio di indirizzamento di oltre16 milioni di numeri (dal 44.0.0.0 al 44.255.255.255) agli sperimentatori intenzionati a sviluppare progetti di natura radioamatoriale per Internet. Quella sottorete, AMPRnet, dal 2011 viene gestita da ARDC, allora costituitasi come organizzazione no profit riconosciuta da IANA, ARIN e altri "registries" di Internet.
Tutto comincia nel 1978, con quattro radioamatori canadesi che studiano la possibilità di inviare via radio, oltre alla voce e alla telegrafia in Morse e telescrivente, dei brevi messaggi digitali. Nel memoriale di uno dei quattro, Robert Rouleau, VE2PY, si legge che l'ispirazione per i primi esperimenti con dei radio-modem (allora si viaggiava alla stratosferica velocità di 9600 baud, comunque molto di più dei 45 standard per la radiotelegrafia a due toni), venne dalle ricerche effettuate una decina d'anni prima all'Università delle Hawaii, intenzionata a mettere in rete, via radio, i computer dislocati sui diverse isole dell'arcipelago. Quando ALOHAnet (what else?) diventò operativa nel 1971, la sensazione tra i computer scientist andò ai massimi. Bob Metcalfe e David Boggs utilizzarono lo stesso concetto di trasmissione a pacchetto dopo il 1973, nella rete che lo Xerox PARC di Palo Alto aveva chiesto loro di costruire: quella rete si chiamava Ethernet. Cinque anni dopo, Rouleau e compagni mettono a punto, al livello OSI del "data layer" i protocolli AX.25, variante radioamatoriale, del protocollo ITU X.25. Altri quattro anni trascorrono fino al 1982, quando Bob Bruninga, radioamatore e ingegnere all'accademia navale della Marina americana, applica i frame del protocollo AX.25 alla trasmissione VHF della posizione delle navi militari, realizzando la prima soluzione di tracciamento via radio, il sistema APRS, Automatic Packet Reporting System. Bob Bruninga, WB4APR, malato di cancro e di Covid, è diventato "silent key" pochi giorni fa. Nel gergo radioamatoriale, il suo tasto telegrafico e il suo cuore hanno cessato di battere.  
Vi suggerisco di scaricare e leggere il report ARDC anche per avere un'idea del numero di iniziative, molte delle quali svolte in ambienti di calcolo e sviluppo hardware e software open source. Forse uno dei più rappresentativi riguarda l'iniziativa M17, un protocollo per la radio digitale radioamatoriale alternativo a quelli commerciali, spesso vincolati all'impiego di apparati ricetrasmittenti dei grandi brand americani e giapponesi. Ma vengono citati tanti altri progetti su cui voglio assolutamente intervenire in futuro, uno tra tutti Allstarlink, un sistema VOIP Linux based per interconnettere tra loro più ripetitori digitali ed estendere in questo modo la copertura territoriale di un singolo ponte radio. A differenza dei sistemi che lo precedono, come IRLP e EchoLink, concepiti per collegare via VOIP i classici ripetitori analogici, Allstarlink nasce come sistema digitale end-to-end, accessibile con radio digitali e addirittura con applicativi VOIP installati su pc, smartphone e tablet (cosa che lo rende un po' controverso tra i "puristi" della radio.

Nessun commento: