02 febbraio 2017

Frequenze sincrone in onde medie, parte la gara di selezione dei futuri operatori (anche consortili). Ma quante perplessità.

La "prima istanza" che come avevo specificato nel post di ieri impediva l'assegnazione di concessioni per l'uso di un totale di undici frequenze sincrone nella banda delle onde medie finalmente liberalizzata, è venuta meno proprio in queste ore, con la pubblicazione - segnalatami dal solito Giorgio Marsiglio a sua volta informato con grande tempestività da Roberto Scaglione e Emanuele Scatarzi - dell'"elenco degli ammessi alla procedura di selezione comparativa" relativa, per l'appunto, alle frequenze sincrone.
La partecipazione alla procedura di selezione, specifica il Ministero, ai soggetti che avevano presentato richiesta entro lo scorso agosto. Ma visto che l'insieme delle risorse "sincrone" consente in teoria di realizzare undici diverse reti con copertura parzialmente nazionale (alcune reti sono costituite da tre o quattro location, il caso dei 1143 kHz è costituito da Messina e Sassari, solo due, i 1035 e i 1368 kHz, le frequenze che consentirebbero una copertura relativamente uniforme del territorio), c'è una opportunità, e forse una complicazione, in più. «Si fa presente - scrive infatti il Ministero - che le 11 reti sincronizzate, al fine di evitare reciproche interferenze nocive, sono assegnate in modo condiviso a uno o più soggetti, tramite costituzione di una società anche consortile che avrà la titolarità del diritto d’uso dell’intera rete sincrona.
Pertanto la procedura di selezione comparativa - riservata comunque ai soli soggetti presenti nell’elenco - potrà non avere luogo nel caso in cui i soggetti richiedenti una o più frequenze di una rete sincrona di cui all'elenco si accordino per l’uso condiviso dell’intera rete costituendo una società che riceverà il diritto d’uso: tale accordo dovrà essere comunicato al Ministero entro e non oltre il termine del 3 marzo 2017. Coloro che non rientreranno in tale casistica parteciperanno all'assegnazione della rete corrispondente alla frequenza indicata nella domanda, secondo le modalità del relativo bando che sarà successivamente pubblicato.»
In definitiva alla gara partecipano i soggetti che hanno presentato un totale di oltre 300 richieste, una lista in cui ancora una volta spiccano nomi di grosso calibro come RTL, Monradio e diversi altri che partecipano anche alla gara per le frequenze sincrone. Staremo a vedere se davvero sarà possibile costituire delle società e dei consorzi - operazione che nel caso dei multiplex DAB si è rivelata più complicata di quanto i regolatori avevano forse previsto. Personalmente sono molto curioso: un network commerciale in onde medie con durata della concessione pari a 20 anni, in un periodo storico che ha visto - nel giro di 24 mesi - Francia e Germania abbandonare completamente questa porzione di spettro. Il destino delle reti AM sembra segnato anche nel Regno Unito e chissà mai che la Spagna non decida, dovessero vincere forze liberiste, di realizzare qualche risparmio dismettendo la propria infrastruttura in modulazione d'ampiezza. L'eventuale operatore di un network nazionale ha valutato concretamente il potenziale di ascolto in una porzione dello spettro RF sostanzialmente uscito dal radar del grande pubblico, che in ampia misura non possiede più apparecchi fissi, portatili e autoradio abilitati alla ricezione, che vive in ambienti fortemente urbanizzati e in quanto tali immersi in un brodo di rumori e interferenze radioelettrici? Sono state fatte valutazioni sulla content strategy su frequenze che in modulazione analogica sono limitate a 9 kHz di ampiezza di banda e appaiono quindi più compatibili con una offerta news, sport, o comunque talk radio? Come scrivevo ieri, staremo a vedere, ma l'impostazione di tutta questa faccenda è sbagliata. Pensiamo solo alla volontà di mantenere, per le frequenze sincrone, i criteri di protezione a suo tempo applicati al monopolio della RAI. Il Ministero mette a disposizione, per ciascuna frequenza, delle dettagliate schede tecniche che riportano anche gli impianti europei isofrequenza o adiacenti da cui la frequenza italiana andrebbe salvaguardata. In parecchi casi, impianti che interferivano 40 anni fa sono ormai stati smantellati. Qual è il senso di tutto questo, a che cosa hanno guardato i nostri solerti regolatori?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La partita è molto complessa e i dubbi di Andrea sono tanti come i nostri, modesti radioappassionati. Insomma, siamo passati dalla radio dell Università a RTL che vuole bacini di ascolto nazionali o quasi! Forse qualcuno non ha ancora capito il potenziale, con pregi e difetti. Ricorda un pò l occupazione dello spettro UHF da parte di canali ridicoli , che esistono solo per il sistema di prenotazione e ordinamento numerico, Lcn o giù di lì, come Canale italia 1, 2, 3,4,5 etc etc
Infine una domanda da inclita: si potrebbe raddoppiare la larghezza del canale, rispettando al contempo un preciso limite max nella potenza emessa? O l Europa , oirt etc lo boccierebbero subito?
Saluti
Piero_53

Andrea Lawendel ha detto...

Non si poteva dir meglio: ci avevano fatto credere alla possibilità di dare uno sbocco on air alle radio associative e ci ritroviamo con un altro net di RTL anche in onde medie.
La larghezza di banda di un canale non si può cambiare facilmente, tra l'altro abbiamo un legacy di impianti pensati per canali di 9 kHz. Teoricamente si potrebbero assegnare due frequenze adiacenti, ma poi ci sarebbero problemi a livello di ricevitori. Non credo che la regolamentazione impedisca di utilizzare modulazioni numeriche come il DRM e neppure modulazioni analogiche alternative, come l'AM stereo. Ma anche qui, le onde medie digitali andrebbero inevitabilmente a indirizzare solo pochi appassionati in grado di impostare i loro computer in attesa che qualcuno si degni di creare un mercato di dispositivi DRM degno di tale nome; mentre per l'AM stereo varrebbe una simile perplessità, già sono meno diffusi gli apparecchi in grado di sintonizzarsi su stazioni AM, figuriamoci quanti possano essere compatibili con lo stereo AM.

Roger Thauer ha detto...

Non solo la tecnologia dovrebbe essere compatibile, ma anche il contenuto.
Una radio con banda onde medie come una "macchina del tempo".
Programmi con una elevata percentuale di parole e musica vintage sono la scelta giusta.

iw2evk ha detto...

In verita' la burocrazia ha complicato tutto : inoltre l'ingresso dei grandi gruppi ha creato problemi agli utilizzatori "Low power" che sarebbero quelli piu' adatti per queste frequenze e che davanti a tutta questa burocrazia hanno per la maggior parte "mollato" .
Sempre presenti gruppi che sperano di rivendere le frequenze ( a chi poi?) convinti di essere in FM