07 maggio 2016

La basker music australiana di RadioDX, presto anche in banda tropicale HF


Una curiosa Webradio "ads free", tutta dedicata alla nuova musica australiana, in particolare i "baskers" (i musicisti che si esibiscono per strada, per qualche moneta) dell'area di Sydney, promossa da un radioamatore, sta per avere - sempre grazie a Nick Hacko, VK2DX, patito dei collegamenti radio a bassa potenza, o QRP come si dice in gergo amatoriale - il suo battesimo ufficiale nella banda dei 60 metri. Tempo fa Nick ha pubblicato sulla lista DXLD di Glenn Hauser la sua storia di piccolo editore radiofonico, raccontando di aver scoperto che il regolatore australiano ACMA aveva bandito un nuovo tipo di licenza "HF domestic service", per l'assegnamento di frequenze tra i 2,3 e 26,1 MHz (ovviamente per le frequenze nei 120, 90 e 60 metri bisogna operare da un'area geografica compresa nella fascia tropicale definita dall'ITU). Ottenere una di queste licenze, racconta ancora Nick, non è stato per niente facile perché la burocrazia si è rivelata un serio ostacolo. Ma alla fine VK2DX ce l'ha fatta: la licenza è stata concessa e RadioDX - un nome che è tutto un programma - dovrebbe cominciare a testare tra un mese, un mese e mezzo, una delle due frequenze messe a disposizione da ACMA. Le prime trasmissioni dovrebbero avvenire su 5045 kHz con 1 kW di potenza.

Che possibilità ci sono di ascoltarla da noi? Molto dipende dalle fasce orarie in cui RadioDX sarà attiva. La potenza è un decimo di quella che consente, o consentiva, alle emittenti della Papuasia ad arrivare con segnali non trascurabili, condizioni permettendo. Il Queensland non dovrebbe essere impossibile. Per ora, non ci sono problemi nel seguire il piacevole stream dal suo player Web.

Ben risentita Radio Sakha. La Siberia russa torna sulle onde corte!

Dopo la decisione da parte delle autorità russe di smantellare in pratica l'intera infrastruttura radiofonica operante sulle onde lunghe, medie e corte nel 2011, sul territorio della Federazione russa  (e su quello conteso della Transdnistria) sono rimasti pochissimi impianti ancora attivi. A parte i 1413 di Grigoriopol non è certo lo status di due o tre frequenze in onde medie utilizzate su scala locale e segnalate fino a poco tempo fa. Mentre in onde corte l'unica presenza certa era quella di Adygeyskoye Radio, emittente locale caucasica, che utilizza per il suo "servizio internazionale" in lingue come il circasso, la frequenza di 6000 kHz, nella prima serata di lunedì, venerdì e domenica. Ecco come arrivava ieri alle otto di sera, a Milano.


Da pochi giorni è tornata sulle onde corte anche la Yakuzia, la repubblica siberiana di Sakha, che aveva annunciato l'intenzione di riottenere una licenza in onde corte per favorire l'ascolto di Radio Sakha su un territorio che vede poco meno di un milione di abitanti sparsi in qualcosa come 2 milioni di chilometri quadrati, pieno di cacciatori, pescatori e persone in movimento (diciamolo, solo un ammnistratore cretino può pensare di rinunciare alle onde corte per offrire servizi radiofonici in geografie del genere). La notizia dei progetti di riattivazione risale all'inizio dell'anno ma la stazione, NVK, ha mantenuto le promesse e ha iniziato a trasmettere proprio all'inizio di maggio. Ci sono ancora incertezze sugli orari del servizio, ma una segnalazione giunta proprio adesso dalla California conferma che Radio Sakha è attiva su 7295 e 7345 kHz, due frequenze non certo libere da interferenze. Poter ascoltare da una spiaggia nei dintorni di San Francisco aiuta. Ecco il fantastico clip appena diffuso da Ron Howard, leggendario beach DXer sul Pacifico. Quali sono le possibilità di ascoltare qui in Italia Radio Sakha? Probabilmente con l'oscurità, soprattutto in autunno e inverno, le chance ci sono, dopotutto stiamo parlando di impianti da 100 e 250 kW dichiarati, ma 7345 è molto utilizzato dalla Cina, tanto per cambiare. 

04 maggio 2016

Stati Uniti, il boom delle radio pirata.

La YouTube Cam di Radio Concorde, emittente "non 
autorizzata" degli haitiani di Boston

Raid, sequestri, arresti, multe salate. L'FCC li perseguita da anni, ma il risultato è che i pirati dell'FM negli USA per un po' se ne stanno tranquilli, magari passando direttamente al Web, magari adottande strategie social, organizzando eventi live. Ma prima o poi molti scelgono di tornare on air, e la caccia al pirata riparte. Gli impianti di trasmissione, del resto, costano sempre meno, e nelle complesse realtà delle metropoli come New York o Miami è facile nascondere antenne sui tetti, da cui coprire qualche isolato. Il commissario del regolatore americano Mike O'Rielly è diventato famoso, tra gli osservatori del fenomeno, per i suoi interventi sul blog ufficiale del sito Fcc.gov. L'ultimo risale a ottobre e presenta una concisa ricetta anti-pirateria, in cui O'Rielly reitera azioni che abbiamo già visto applicare dall'OFCOM britannico: sensibilizzare il pubblico, creare il vuoto intorno alle emittenti abusive, coinvolgere persino i proprietari degli stabili e i portinai. Poi, naturalmente, c'è la carota che accompagna il bastone: da qualche anno c'è negli USA una parziale deregulation per la trasmissione FM a bassa potenza. Una legge che ha beneficiato decine e decine di organizzazioni, ma che non è facile farla valere nelle città grandi, dove operano molti impianti ad alta potenza e le frequenze scarseggiano.

I giornali non smettono di occuparsi della questione. Il lungo reportage firmato da Ben Filley di Assocaited Press è stato ripreso da testate come lo StarTribune. Il pezzo racconta delle stazioni non autorizzate che affollano l'etere di Brooklyn, della periferia di Boston, della bilingue Miami. Stazioni hip-hop, caraibiche, haitiane, kosher, irlandesi, ce n'è per tutti i gusti. L'associazione dei broadcaster, il NAB, stima che solo a New York, tra un "buco" nell'etere e l'altro, si contano cento stazioni irregolari. John Nathan Anderson, della scuola di giornalismo del Brooklyn College sostiene che l'FM è una sorta di ultima spiaggia per chi non trova altri mezzi di espressione per raggiungere comunità piuttosto estese. «Ad alcuni la radio sembrava definitivamente morta ma per molti versi stiamo assistendo a un Rinascimento di un mezzo che entra nel suo secondo secolo di vita.» In barba alle tecnologie alternative, più o meno funzionanti. Anderson è un vero esperto in materia. Sul suo Do-it-yoruself Media segue da anni le evoluzioni della radiofonia indipendente e un paio d'anni fa ha scritto pubblicato Radio's Digital Dilemma, un saggio molto critico sul sistema digitale HD Radio, giudicato fallimentare. 
In un recente intervento su DIYMedia, Anderson torna a citare O'Rielly, che in un seminario del febbraio scorso ha a sua volta ripreso il tema del controllo delle trasmissioni illegali. Sempre a febbraio, il magazine di Boston, DigBoston, ha pubblicato a sua volta un lungo articolo dedicato a emittenti come BigCity FM e Boston87.7, emittenti che possono contare su un pubblico appassionato, pronto persino a farsi coinvolgere in eventi rap pre-natalizi. Dal 2011, anno dell'entrata in vigore della nuova legge sulle stazioni low power, la metro area di Boston ha visto il rilascio di due sole autorizzazioni "licenseless". Troppo poche per soddisfare la voglia di radio libera, ma libera veramente.