In una delle regioni più polarizzate e muscolari del mondo, il progetto di Hromadske Radio cerca di inseguire l'obiettivo di una informazione il più possibile equilibrata e vicina alla realtà dei fatti. La storia di questa emittente ucraina si divide in due parti. Il progetto originario, voluto dal giornalista Oleksandr Kryvenko (a suo tempo fondatore di un giornale indipendente alla fine degli anni '80, nell'Ucraina ancora sovietica), durò pochi anni: dal 2003 al 2005. Il nome Hromadske, che significa "pubblico, gente", viene ripreso da un gruppo di giovani attivisti una decina dopo, tra il 2013 e il 2014, in occasione delle manifestazioni di protesta di Euromaidan. All'inizio tutto si sviluppa intorno a un sito e alla semplice produzione di podcast audio, ma il successo permette alla formula giornalistica di Hromadske Radio di imporsi, conquistare autorevolezza, acquisire la dignità di una vera e propra stazione radio. Che oggi si può ascoltare via Internet ma anche in FM, incluse alcune frequenze ex-OIRT, nella capitale Kiev come a L'viv o nelle contesissime regioni dell'est ucraino, al confine con l'impero russo.
L'esperienza di Hromadske - rimasta tuttora una organizzazione no profit, con una cinquantina di giornalisti supportati da campagne di crowd funding, fondazioni e enti radiotelevisivi pubblici e commerciali - viene raccontata dalla studiosa Marta Dyczok, del dipartimento di Storia e Scienza politiche della University of Toronto, che ha partecipato al progetto come autrice di una serie di podcast in lingua inglese, che ora la Dyczok raccoglie in un volume queste corrispondenze, da Torono, Kiev e altre parti del mondo. Il libro si intitola "Ukraine’s Euromaidan, Broadcasting through Information Wars with Hromadske Radio" e si può scaricare gratuitamente da questo indirizzo. In esso l'esperta offre un punto di vista equidistante su una guerra che si combatte anche a colpi di informazione e controinformazione e ha come prima vittima la verità.
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