Da quasi quindici anni, l'americana RFSpace è uno degli assoluti protagonisti del software defined radio commerciale. L'uso di tecniche digitali per l'acquisizione, la sottoconversione e la demodulazione dei segnali in radiofrequenza ha avuto come spesso accade un inizio profondamente influenzato dalla ricerca hobbystica, in ambito radioamatoriale. Con il suo pionieristico modello SDR14, RFSpace è riuscita ad abbassare la soglia di accesso a queste tecniche raggiungendo anche coloro che non avevano molta dimestichezza con il saldatore.
Tra pochissimo è attesa l'uscita dell'ultimo dispositivo concepito dai progettisti di RFSpace, il modello CloudSDR, un ricevitore SDR a conversione diretta dotato di interfaccia Ethernet. Da questo punto di vista non è la prima volta che RFSpace sceglie l'approccio del ricevitore come "network attached device", optando per una connessione radio-computer di tipo TCP/IP. In precedenza la porta Ethernet ha caratterizzato prodotti come NetSDR e SDR-IP, prodotti di fascia di prezzo piuttosto elevata. Il nuovo CloudSDR offre prestazioni di tutto rispetto a un prezzo annunciato intorno ai mille dollari e ha un obiettivo esplicito: diventare il punto di riferimento nel campo dei ricevitori remotizzabili, cioè controllabili a distanza da un personal computer o da uno smartphone.
Da quello che posso capire dalle informazioni preliminari diffuse in una brochure accessibile attraverso il gruppo Yahoo dedicato al nuovo ricevitore, CloudSDR non offre alcuna novità rispetto a alla possibilità di catturare un'ampia porzione di spettro RF, salvarla sul disco e affettuare demodulazoni e altre analisi in differita (una caratteristica che ha decretato il successo della piattaforma Perseus, per esempio). Esiste la possibilità di visualizzare spettri molto estesi, ma in questo caso la risoluzione minima diventa anche lei piuttosto alta. Il vero plus per CloudSDR consiste nell'Internet server integrato e nella capacità di effettuare direttamente una serie di demodulazioni (AM, SSB, CW ecc.). Per dirla in altri termini CloudSDR non necessita di un personal computer se lo si vuole sistemare in una località libera di interferenze e ascoltare, in tempo reale, a distanza. È sufficiente una connessione in rete. Nella modalità remota, CloudSDR provvede a trasmettere via IP l'audio demodulato e tutte le informazioni grafiche sullo spettro da visualizzare/analizzare. Una caratteristica che lo rende sicuramente molto interessante per chi, come ormai molti radioamatori e DXer, vive in condizioni ambientali poco favorevoli dal punti di vista del rumore radioelettrico. L'altro punto di forza è che il software client che consente di accedere a un CloudSDR remoto sarà disponibile per diversi sistemi operativi, inclusi Linux, Mac e Android. Già oggi è possibile sperimentare i primi prototipi ClousSDR collegati in rete pubblica, scaricando e compilando il software RFSpace SDRAnywhere.
In modalità "connessa", CloudSDR trasmette via Ethernet il segnale I/Q generato dallo stadio di down conversion implementato in FPGA. Sono disponibili tre modalità. La prima, "real-time complessa" prevede una larghezza di banda compresa tra i 10 kHz e 1 MHz, con una risoluzione minima di 0,6 Hz. La seconda, non real-time non-complessa è in grado di catturare l'intero spettro HF fino alla banda dei 6 metri (56 MHz), con una risoluzione minima di 3,5 kHz. Infine la terza modalità, non-realtime complessa, può effettuare scansioni comprese tra i 2 e i 10 MHz di banda con risoluzioni inferiori al kHz a 10 MHz (la stessa banda potenzialmente visualizzabile quando il ricevitore funziona in remoto).
Non è finita qui. CloudSDR è anche un ricevitore wide-band. La sezione SDR vera e propria copre fino a 56 MHz, ma a questa copertura diretta la novità RFSpace aggiunge un tuner al silicio che consente di sintonizzare, campionare e demodulare segnali fino a 1 GHz. Ora non resta attendere per la piena disponibilità commerciale. Nell'attesa, godetevi questo filmato prodotto dall'ineffabile Nil Schiffhauer, uno dei primi a provare CloudSDR con un client Windows.
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