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02 giugno 2012

Navdat, il Navtex 2.0: un simil-DRM per gli avvisi ai naviganti su 500 kHz


Ho cercato un po' di documentazione che approfondisse la notizia - apparsa oggi in un gruppo di discussione - sulla possibile introduzione di un nuovo sistema di comunicazione marittima per affiancare o sostituire il Navtex, una forma di radiotelegrafia FSK a banda stretta (170 Hz) utilizzato sulla frequenza condivisa di 518 kHz per la trasmissione di bollettini meteo e avvisi alla navigazione. Il sistema, Navdat, utilizza una modulazione OFDM 16/64 QAM simile al DRM Digital Radio Mondiale, ed è stata discussa qualche mese fa a Londra nel quadro di una conferenza IMO, l'organo di regolamentazione marittima dell'ONU, sulla possibile evoluzione del Global, maritime distress and safety system for communication (GMDSS). In questo documento riassuntivo del COMSAR, il sottocomitato IMO per le radiocomunicazione di soccorso e ricerca in mare, spiega che il Navdat ha una capacità di trasporto di 18 kilobit al secondo contro i soli 50 bit al secondo del Navtex. La modulazione si basa sulla raccomandazione ITU M.[500] e potrebbe entrare in funzione nella banda dei 500 kHz ormai lasciata libera dalle chiamate di soccorso in telegrafia Morse. Ignoro se sia già stato definito un calendario di introduzione del sistema, considerando che il Navdat rientra nel più ampio contesto della modernizzazione del GMDSS.

11 giugno 2010

Abby salvata dal radiofaro


Localizzata! Il Wild Eyes, imbarcazione sui cui la sedicenne velista californiana Abby Sunderland stava cercando di compiere la circumnavigazione del globo (era partita lo scorso gennaio), è stata avvistata attraverso uno dei distress beacon, radiofari di emergenza, azionati dalla giovane navigatrice. Secondo le autorità marittime Australiane, che stanno coordinando la missione search and rescue, il segnale (presumo sui 406 MHz) dell'EPIRB attivato da Abby, è stato ricevuto da un Airbus della Qantas. Nell'area, a 2mila miglia nautiche a ovest di Perth e 1.500 miglia a sud-est dall'arcipelago di Reunion, ci sarebbe una imbarcazione francese, la Ile de la Reunion. In seguito all'avvistamento radio sarebbe anche stato stabilito un contatto con Abby, che avrebbe riferito di star bene ma di avere un albero spezzato.



AMSA Coordinating Search and Rescue - Wild Eyes
11 June 2010 - 5:30pm Update

At 12.30pm overall coordination of the search and rescue was transferred to the Australian Maritime Safety Authority's Rescue Coordination Centre (known as "RCC Australia"), as the yacht Wild Eyes had drifted into the Australian search and rescue region.
The vessel was located by the QANTAS Airbus just after at 4.00pm (AEST) and radio contact made with Ms Sunderland. She is in reported to be in good spirits. The vessel's mast has been broken off. Ms Sunderland reports the vessel is not taking any water and will remain safe until a rescue can be completed.
It is planned that the rescue will be conducted by a fishing vessel Ile De La Reunion tomorrow with assistance from other long range aircraft. Another two ships are also proceeding to the scene to arrive on Sunday.
It is possible that Ms Sunderland will be taken to La Reunion, but the precise details will depend on the circumstances facing the rescue vessels later in the weekend.
A further update will provided once the Ile De La Reunion is on site.


11 June 2010 - 11:30am Update
Australia is providing air support assistance to a French (La Reunion) coordinated search and rescue in the Indian Ocean for the US yacht Wild Eyes.

US citizen Abby Sunderland (16) sailed from California on 23 January 2010 to circumnavigate the globe in the yacht Wild Eyes. At approximately 1.00 a.m. (Australian Eastern Standard Time) Friday 11 June the Australian Maritime Safety Authority's Rescue Coordination Centre (RCC) detected transmissions from two distress beacons registered to Wild Eyes. The detections are currently in position 40 48 South 74 58 East, approximately 2033 nautical miles west south west from Perth in the central southern Indian Ocean. There are currently no communications with Wild Eyes.

The Maritime Rescue Coordination Centre at La Reunion, operated by France, is coordinating the search & rescue response overall as Wild Eyes is in La Reunion's search and rescue region. Australia offered to assist if required.
La Reunion has requested air search assistance to establish the situation on scene, recognising that the remoteness of the location would delay any ship response. The most rapid means to get an aircraft on scene is to send a QANTAS A-330 Airbus passenger aircraft from Perth. The aircraft should be on scene mid-afternoon Friday 11 June. The aircraft mission will be to attempt to communicate with Ms Sunderland from high level and, if necessary, to descend and make visual contact to assess the circumstances.
La Reunion is coordinating three seaborne responses. A fishing vessel can be on scene on Saturday afternoon, a French Fisheries Patrol vessel can be on scene on Sunday morning, and an offshore support vessel can be there on Sunday evening. Each of the three vessels should be capable of conducting a rescue, subject to prevailing weather conditions.

07 giugno 2008

Tragedia in mare: mancavano i contatti via radio

La barca da pesca Mi Jay era salpata con tre persone a bordo dal porto neozelandese di Nelson il 22 novembre del 2005 per una navigazione di due settimane. Il 19 dicembre, sulla sua zattera di salvataggio, vengono ritrovati i corpi dei due componenti dell'equipaggio. Lo skipper era disperso. L'inchiesta di Maritime New Zealand ha concluso che la tragedia è dovuta a una grave mancanza dell'armatore dell'imbarcazione, che non aveva una chiara idea della rotta e non ha mai contattato via radio le tre vittime. Nessuno aveva idea di dove cercare la Mi Jay in un'area navale (la XIV) quasi tutta di mare aperto. Questa è la griglia delle attività di ascolto e assistenza alla navigazione e meteo di Maritime New Zealand (ricordo che proprio recentemente Christian Diemoz ha ricevuto Taupo Radio ad Aosta, su 6224 kHz alle 06.11z).

05 giugno 2008

Rischia di chiudere il radio ospedale dei marinai

Un pezzo di storia della radiofonia per la navigazione marittima rischia di chiudere i battenti tra l'indifferenza generale. Il Centro Italiano Radiomedico ha svolto per 73 anni una funzione umile ma preziosa per gli equipaggi delle navi, offrendo assistenza medica a distanza attraverso i collegamenti radio. Non tutti i bastimenti possono permettersi un medico di bordo: i medici in forza al CIRM sono in grado di dare indicazioni diagnostiche e spiegare come prestare le prime cure coinvolgendo il personale non tecnico e basandosi sulla descrizione dei sintomi e sui farmaci eventualmente disponibili sulle navi (sul sito è possibile richiedere un manuale che spiega come tenere una farmacia di bordo sufficientemente attrezzata).
Ricordo molto bene, negli anni settanta, le trasmissioni di un CIRM ancora attrezzato con i suoi impianti in HF. In caso di emergenza era possibile contattare il centro direttamente. Naturalmente queste trasmissioni non esistono più. Oggi i contatti avvengono attraverso il telefono satellitare, ma a quanto vedo sul sito del Centro è ancora possibile inoltrare una richiesta attraverso le frequenze delle stazioni costiere.
Questo fino al primo luglio di quest'anno, data in cui il CIRM, fondato nel 1935, sarà costretto a chiudere con tutti i servizi, a esclusione delle urgenze estreme. Un avviso apparso qualche giorno fa al posto della home page principale, spiega che non ci sono più soldi. Il Centro viene finanziato con soldi pubblici, in ottemperanza alle disposizioni dell'International Maritime Organization che prevedono anche in Italia l'istituzione di un centro nazionale responsabile dell'assistenza telemedica marittima. Il CIRM collabora in questa missione con il Centro nazionale di coordinamento per la ricerca e il soccorso in mare (IMRCC), identificato nel comando generale delel Capitanerie di Porto e con gli altri centri di teleassistenza internazionali. Una legge dello Stato del 1995 aveva fissato un contributo pari a 775 mila euro, poca roba per uno studio medico che nella sua lunga ha curato gratuitamente 60 mila marinai di ogni nazione e che ancora nel 2007 ha curato quasi duemila pazienti in mare e ha collaborato alla riuscita di 65 missioni di soccorso aeronavale.
Le successive leggi finanziarie, però, hanno successivamente decurtato questi fondi, fino ai 606 mila euro del 2008. Somma scesa a mezzo milione di euro. "Importo assolutamente insufficiente ad assicurare i servizi vitali della Fondazione," leggo sul sito del CIRM. “Senza misure finanziarie urgenti da parte del Governo in favore del C.I.R.M. questa Nobile Fondazione, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, sarà costretta a considerare conclusa la sua missione umanitaria e riconsegnare al Governo Italiano le responsabilità relative alle sue funzioni di Centro Italiano Responsabile dell’Assistenza Telemedica Marittima,” ha dichiarato il presidente di questa Onlus, Ammiraglio medico Agostino Di Donna.
Nel furore di noi giornalisti contro gli sprechi di Stato il CIRM rischierebbe di passare per uno dei soliti enti inutili, insieme ai vari comitati per la tutela della cipolla gialla o l'associazione delle vedove dei caduti sul Piave. E forse le duemila persone curate grazie ai consigli dei dottori via radio (o satellite) non valgono la posta in gioco, per chi si deve misurare con il deficit delle casse italiane. Dubito che a qualcuno verrà in mente di fare qualcosa.