03 novembre 2011

BBG, forti tagli in vista per le onde corte di VoA e altre emittenti

Cambi sostanziali nel modo di distribuire i contenuti, ancora legato a un mezzo, le onde corte, che sono sempre più desuete. Il Broadcasting Board of Governors, l'entità che gestisce le attività radiotelevisive della politica estera americana, ha appena reso noto il suo piano strategico 2012-2016. Il rapporto si può scaricare qui ed è stato attivato anche un apposito sito Web. Il succo è che le trasmissioni della Voice of America e di altre emittenti verrano veicolate attraverso le onde corte solo "per una mezza dozzina" di Nazioni. In tutti gli altri casi il BBG si concentrerà sulla televisione, la radio FM e i social network.
We will make wholesale changes to the way we distribute our content. We are currently configured largely as we were in the 1980s, with substantial resources devoted to shortwave broadcasting. Global media use now strongly favors TV, the Internet, and FM radio as well as social media. Shortwave is vital in a half-dozen countries. But elsewhere we will sharply draw down our shortwave capacity to reallocate the resources to the new platforms our audiences are using.
Il discorso non fa una grinza, anche se assomiglia molto a una situazione uovo-gallina, in cui i broadcaster internazionali riducono l'impegno su una risorsa che gli ascoltatori potenziali perdono di vista proprio per le riduzioni delle ore di trasmissione. Ma il vero problema di fondo è squisitamente finanziario. I soldi non bastano più o comunque non vengono stanziati con la stessa solerzia di un tempo. Per reggere ancora queste organizzazioni ripiegano su piattaforme di distribuzione più "sexy", ambiti come Internet, che hanno più appeal e visibilità soprattutto agli occhi dei politici che hanno l'ultima parola su tutti questi servizi. Le onde corte in realtà sono molto più efficienti della banda Web e non sta scritto da nessuna parte che i trasmettitori debbano utilizzare le potenze necessarie trenta o quaranta anni fa, quando bisognava superare le barriere del jamming, le interferenze e la scarsa sensibilità dei ricevitori. I costi si potrebbero abbattere ulteriormente riducendo le potenze e impiegando risorse rinnovabili per alimentare gli impianti. Ma sono tutte considerazioni tecniche troppo sensate perché possano diventare la base di un ripensamento. La fine del broadcasting internazionale è ormai definitivamente segnata.

2 commenti:

marco barsotti ha detto...

senza offesa, ma secondo me scrivi questo per nostalgia.
non e' uovo gallina, le trasmissioni in sw sono continuate ben oltre il momento in cui si e' smesso di ascoltarle. Ancora nel 2007 sentivo la BBC su 12...acc non ricordo...12110 khz? insomma, sugli 11 metri. ma mai, mai, mai mi e' capitat mdi conoscere qualcuno che facesse altrettanto. Quanti saremo stati (ad ascoltare i programmi, nom dx-are) in Europa, in 100?

magari tu hai un dato, non so. Certo, ben pochi.

(ed e' un peccato, perche solo le sw arrivavano dove non c'era connessione internet)

Andrea Lawendel ha detto...

Nessuna offesa, nostalgia non è un insulto! Nel contesto del broadcasting internazionale, cioè dentro qualcosa che per definizione A) non ha un mercato e B) non è immediatamente traducibile in consenso elettorale interno, le onde corte potevano tranquillamente continuare a essere utilizzate. Intendo dire che se non c'è di mezzo una guerra calda o fredda o comunque una forte spinta propagandistica, la public diplomacy fatta a colpi di trasmissioni radio, via onde corte o Web che siano, è la cosa più costosa e inutile del mondo, peggio di un giornale di partito. Detta in altro modo: è il broadcaster internazionale che ha perso senso. Se l'obiettivo è "farsi sentire", per prestigio, orgoglio nazionale o chissà che altro, allora la distribuzione via onde corte rimane tutt'ora molto efficiente, persino in situazioni infrastrutturate come la nostra, utilizzando livelli di potenza molto più bassi e facendo leva su sistemi di ricezione molto performanti ed economici. Negli Stati Uniti la chiusura delle trasmissioni in onde corte della BBC ha suscitato molte critiche e considerando che BBC World Service è finito sui canali satellitari pay immagino che un mercato ci fosse. E infatti: BBC ha capito che può cominciare a monetizzarci su, è un altro contesto di broadcasting rispetto al passato.
Sui dati di ascolto, la stessa BBC ha sempre diffuso dati molto lusinghieri sui bacini di ascolto mondiali. Mantenere gli stessi livelli di audience con il solo Web costerebbe un sacco in termini di banda, tanto da farmi pensare o che i dati diffusi fossero esagerati o che magari la BBC si aspetta un forte shift dall'ascolto real time (via onde corte o in streaming) al podcasting o alla lettura della notizia scritta. In ogni caso non stiamo certamente parlando di cento persone in Europa... I DXer per come li intendo io in Europa non sono neppure 50. Gli appassionati di ascolto internazionale, cioè di forme di ascolto abbastanza facili, sono invece molto più di 100 nella sola Italia. Certo, non arriviamo neanche lontanamente ai valori dei canali televisivi più di nicchia, ma di ascoltatori ce ne sono, specie per le sei maggiori lingue del mondo. Sono proprio le lire dei broadcaster a essere finite, che si tratti di onde corte, Web o segnali di fumo. Del resto non è che l'intero concetto di radiotelevisione pubblica goda di miglior salute...