19 giugno 2006

Il Club Dab tra terra e cielo. Ma quando?

Il 16 giugno l'Ansa ha battuto un comunicato che Andrea B. mi ha girato stamattina, segnalandomi anche la notizia apparsa su Affari e Finanza di oggi. Argomento: l'accordo tra Club Dab Italia e Onda Media per la ritrasmissione in Banda L dei futuri contenuti del network radiofonico satellitare che la madrilena Ondas Media SA si appresta a lanciare. Nel 2009. Il Club Dab comunica di aver ricevuto dal Ministero delle comunicazione l'autorizzazione a sperimentare la rete terrestre di ritrasmissione. Curioso il fatto che la cosa venga pubblicizzata a poche settimane dalla notizia della creazione di Worldspace Italia, joint venture tra Worldspace e Class Editori per la creazione di un bouquet di radio digitale satellitare a pagamento basata sulla flotta Worldspace, che su parte dell'Europa prevede un satellite già attivo in orbita geostazionaria, Afristar, e il prossimo lancio di un secondo satellite (già in stoccaggio nel centro aerospaziale di Tolosa).
Dopo qualche ricerca sono andato a vedermi il sito ufficiale di Ondas Media. Uno dei due comunicati pubblicati sulle pagine di una società finora piuttosto umbratile e misteriosa è quello, in italiano, del Club Dab Ialia ed è appunto datato 16 giugno. L'altro riguarda una partnership tra Ondas e Delphi, che oltre a essere fornitore di terminali e ricevitori per Xm Radio (operatore radiofonico satellitare concorrente di Sirius e tecnologicamente legato a Worldspace) è anche investitore "per una sostanziosa somma in contanti" nella stessa Ondas. Delphi quindi sarà un fornitore tecnologico di Worldspace attraverso la tecnologia Xm (basata su satelli geostazionari) e di Ondas (che ha già optato per satelliti a orbita bassa come Sirius). Una situazione un po' intricata.
Club Dab Italia, uno degli attuali operatori DAB in Italia, afferma di voler offrire a Ondas la copertura necessaria a una tecnologia volutamente ibrida satellitare-terrestre (dallo schema si evince che Ondas ha in mente un sistema misto compatibile con il T-DAB) in cambio del trasporto su satellite dei programmi delle stazioni affiliate: Radio DeeJay, Radio Capital, m2o (Elemedia Gruppo Espresso), RDS, Radio Maria, Radio Radicale, Radio Italia Solo Musica Italiana, Radio 24 - Il Sole 24 Ore (Gruppo Il Sole 24 Ore), Play Radio (Gruppo RCS) e R101 (Gruppo Mondadori). Tutto questo a partire dal 2009, perché al momento Ondas non ha ancora messo in orbita niente, pur avendo già precisato che il suo network poggerà su quattro vettori. Se mi è concesso un ulteriore commento, anche la faccenda della copertura terrestre mi sembra un po' ironica. Club Dab Italia andrà a realizzare i ripetitori Ondas nella banda L, la stessa che il Ministero ha riservato per il DAB terrestre. Ma al momento il Club opera via DAB solo in banda III e non potrei scommettere sulla effettiva estensione del suo segnale (io a Milano riesco a sentirlo con l'antenna interna, ma a fatica). Sulla copertura terrestre del DAB in banda III si sa del resto molto poco. Uno dei rari documenti ufficiali che trovo sul Web, a parte quello poco aggiornato della RAI, è quello relativo ai segnali del consorzio Eurodab+RAS (Alto Adige) e lo si può trovare su:
http://www.radiodabitalia.com/copertura/EURODAB+RAS.pdf.
A mio modesto parere la situazione raffigurata è un po' troppo ottimistica.
Insomma, che dire? Ondas Media non è una società quotata in Borsa e può permettersi di fare un po' di "forward communication". Non si può dire altrettanto di alcuni gruppi rappresentati nel Club Dab. Ma a parte queste disquisizioni sostanzialmente irrilevanti resta la questione del mercato europeo della pay radio satellitare e delle sue prospettive. Se davvero si vuole imitare il successo d'oltreoceano sarebbe il caso di importare anche un po' di sano pragmatismo e parlare di servizi già disponibili o disponibili in tempi - e modi - ragionevoli.

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