28 marzo 2016

Ancora onde corte: World Christian Broadcasting inaugura il nuovo impianto in Madagascar

Di questi tempi, l'inaugurazione di un nuovo impianto emittente in onde corte è una notizia al tempo stesso positiva e controcorrente. Oggi, giorno di Pasqua, hanno preso il via le trasmissioni del nuovo impianto che World Christian Broadcasting ha costruito in Madagascar, nei pressi della località di Mahajanga, sulla costa ovest della grande isola-nazione africana. Siamo sulla costa opposta, e a oltre 500 km di distanza, dagli storici impianti che Radio Nederland realizzò qui all'inizio degli anni 70. 
La stazione è conosciuta come Madagascar World Voice e trasmette i programmi religiosi dell'organizzazione religiosa no profit basata in Tennessee, la stessa che dal 1983 gestisce, in Alaska, la stazione KNLS. Pur essendo di ispirazione evangelica, World Christian Broadcasting non appartiene alla categoria degli radio-predicatori aggressivi e integralisti, i suoi programmi sono piuttosto animati da una visione spirituale dell'individuo e della famiglia, ma senza le fiamme infernali e la generale chiusura rispetto alle vanità del mondo (KNLS ha anche programmi musicali, per esempio) che rendono insopportabili le trasmissioni millenaristiche di Brother Stair. La caratteristica precipua di WCB è la volontà di trasmettere in molte lingue, soprattutto verso l'Asia e la Russia asiatica. 
Raggiungere questo obiettivo trasmettendo dall'Alaska, con i limiti di potenza imposti dalle regolamentazione americana, è oggettivamente complicato e da anni l'organizzazione meditava di affiancare a KNLS un'altra stazione. Poi, una quindicina d'anni fa, il governo locale mise a disposizione un'area non lontana dalla costa e anche se la costruzione di Madagascar World Voice ha richiesto dieci milioni di dollari di spesa (solo i due trasmettitori da 100 kW fabbricati ex novo costerebbero un milione l'uno) e il superamento di varie difficoltà politiche e burocratiche, il lancio di oggi sembra essere un successo. La trasmissione in cinese che ho ascoltato poco fa, alle 21:30 utc, su 11615 kHz, è di rara intensità (considerando anche le condizioni di ascolto in città e il basso costo del piccolo ricevitore cinese utilizzato), anche considerando la buona posizione e la "freschezza" degli impianti. Cliccare qui per la schedule completa. Tra smantellamenti e chiusure, le onde corte dimostrano ancora una volta l'efficacia di un medium che forse è il caso di riscoprire.


23 marzo 2016

Il MISE è in ritardo sulle frequenze OM, ma attenzione a procedere fuori dalla legge!

[Attenzione! Questo post è stato modificato sulla base delle recenti comunicazioni del MISE - 9 aprile 2016Sulle onde medie è arrivato il momento di fare sul serio. Sono passati più di due mesi dal giorno in cui l'Agenzia delle Comunicazioni aveva pubblicato la normativa che apre le onde medie anche ai privati. Il Ministero dello Sviluppo Economico è ormai in conclamato ritardo nella definizione delle famose risorse frequenziali da assegnare - in base allo stesso regolamento AGCOM - ai futuri titolari di autorizzazione a trasmettere? Giorgio Marsiglio non ha dubbi: se avete «presentato regolare SCIA per conseguire l’autorizzazione a trasmettere», siete caldamente invitati ad accendere (o riaccendere) il vostro trasmettitore, senza aspettare la frequenza stabilita dai tecnici del Ministero. 
L'importante avviso ai proprietari di impianti di trasmissione che in questi anni hanno effettuato test o trasmissioni semi-regolari sulle onde medie, arriva dal giurista che con le sue richieste e denunce anche a livello europeo ha contribuito ad avviare il percorso di piena liberalizzazione di una porzione di frequenze un tempo "monopolizzata" dall'ente radiotelevisivo pubblico. 
In un documento appena pubblicato sul suo sito Web Diritto al Radioascolto  Marsiglio afferma che il mancato rispetto della tabella di marcia a suo tempo fissata da AGCOM, gli operatori regolarmente "autocertificati" (tramite SCIA) possono far valere le proprie prerogative «forti del principio più volte ricordato e affermato dai giudici della Corte di Cassazione (III sezione penale, 13 giugno 1984, n. 1332, depositata il 17 ottobre 1984):

“Non può ritenersi responsabile del reato di cui all’art. 195 del d.P.R. 29/3/1973 n. 156 come modificato dall’art. 451 della l. 14/4/1975 n. 103 chi, nei limiti della legge, installi ed eserciti un impianto di diffusione radiofonica e televisiva di portata non eccedente l’ambito locale, pure non essendo in possesso della prescritta autorizzazione, ma che mai potrebbe essere rilasciata in mancanza della previsione legislativa dei requisiti necessari per ottenerla. Diversamente operando significherebbe che l’inerzia a riguardo del legislatore nazionale, protratta indefinitamente, priverebbe il soggetto di esercitare un diritto costituzionale a lui riconosciuto”.

Nel documento citato Marsiglio propone anche il modello di una vera e propria lettera di diffida da inoltrare al MISE contestualmente all'avvenuta attivazione, precisando almeno due informazioni: la data in cui era stata presentata la dichiarazione di inizio attività, e il termine di 60 giorni che AGCOM aveva fissato il 21 gennaio scorso il termine entro il quale lo stesso ministero avrebbe dovuto fissare «sul proprio sito web, l’elenco delle frequenze assegnate all’Italia.»
[Contrariamente all'interpretazione di Marsiglio, il Ministero avverte, in una nota dell'8 aprile, che «non è assolutamente possibile procedere ad alcuna accensione di impianti prima del rilascio dei diritti d’uso da parte dello scrivente ufficio, ogni abuso sarà perseguito a norma di legge.»]

Hromadske Radio, la verità tra due fuochi.

In una delle regioni più polarizzate e muscolari del mondo, il progetto di Hromadske Radio cerca di inseguire l'obiettivo di una informazione il più possibile equilibrata e vicina alla realtà dei fatti. La storia di questa emittente ucraina si divide in due parti. Il progetto originario, voluto dal giornalista Oleksandr Kryvenko (a suo tempo fondatore di un giornale indipendente alla fine degli anni '80, nell'Ucraina ancora sovietica), durò pochi anni: dal 2003 al 2005. Il nome Hromadske, che significa "pubblico, gente", viene ripreso da un gruppo di giovani attivisti una decina dopo, tra il 2013 e il 2014, in occasione delle manifestazioni di protesta di Euromaidan. All'inizio tutto si sviluppa intorno a un sito e alla semplice produzione di podcast audio, ma il successo permette alla formula giornalistica di Hromadske Radio di imporsi, conquistare autorevolezza, acquisire la dignità di una vera e propra stazione radio. Che oggi si può ascoltare via Internet ma anche in FM, incluse alcune frequenze ex-OIRT, nella capitale Kiev come a L'viv o nelle contesissime regioni dell'est ucraino, al confine con l'impero russo. 
L'esperienza di Hromadske - rimasta tuttora una organizzazione no profit, con una cinquantina di giornalisti supportati da campagne di crowd funding, fondazioni e enti radiotelevisivi pubblici e commerciali - viene raccontata dalla studiosa Marta Dyczok, del dipartimento di Storia e Scienza politiche della University of Toronto, che ha partecipato al progetto come autrice di una serie di podcast in lingua inglese, che ora la Dyczok raccoglie in un volume queste corrispondenze, da Torono, Kiev e altre parti del mondo. Il libro si intitola "Ukraine’s Euromaidan, Broadcasting through Information Wars with Hromadske Radio" e si può scaricare gratuitamente da questo indirizzo. In esso l'esperta offre un punto di vista equidistante su una guerra che si combatte anche a colpi di informazione e controinformazione e ha come prima vittima la verità.