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13 marzo 2015

La microprogrammazione a sette anni: grande iniziativa della BBC per promuovere le tecniche digitali tra i giovanissimi


Nome in codice Microbit. Con la collaborazione di aziende e distributori come ARM, Samsung, Microsoft, element14, la BBC intende realizzare un milione di "picocomputer" programmabili - del tutto equivalenti a Arduino o Raspberry PI - per regalarli a tutti i bambini britannici di sette anni. L'iniziativa è stata concepita come possibile contromisura alla prevista penuria di tecnici hardware e programmatori che si teme possa colpire l'economia inglese nei prossimi anni. La schedina sarà equipaggiata con un microprocessore e una piccola matrice di led per display, ma dal punto di vista funzionale permetterà di realizzare programmi evoluti e potrà essere connessa ad altri dispositivi. Tutto fa parte di BBC Make it digital, grande iniziativa per la promozione della cultura del codice software e del making digitale. Del resto 35 anni fa la stessa BBC, con l'omonimo microcomputer, era stata protagonista della grande stagione di lancio dell'informatica personale. Oggi questa stessa sfida si sposta nell'ambito dei linguaggi avanzati, della microprogrammazione e della logica cablata, nuova frontiera dell'hardware agli albori della Internet of Things. 

Intanto qui da noi la RAI (no, non è la BBC) continua a parlare soprattutto di "processi" in tribunale e di codici giuridici, senza neppure riuscire a imbastire un semplice discorso di alfabetizzazione digitale. L'unica competenza che i giovani devono acquisire riguarda l'abilità nel guardare i serial televisivi in streaming. Bisogna accontentarsi.

21 dicembre 2012

La scienza della radio: risposte per tutti da Maxwell a Marconi e oltre

Ho il piacere di poter annoverare tra i miei più autorevoli (e assidui) lettori il nome di Gianfranco Verbana, radioamatore ma soprattutto inventore ed esperto di telecomunicazioni, autentico rappresentante della gloriosa tradizione ingegneristica italiana del dopoguerra (Gianfranco ha avuto la fortuna di poter approfondire una già estesa dottrina lavorando a stretto contatto con molti di coloro che hanno fatto la fortuna di aziende come Telettra e molte altre e condivide generosamente con noi i frutti intellettuali di quella frequentazione). Ora Gianfranco stesso mi segnala il restyling del sito Web del circolo radioamatoriale ARI di Lissone, il quale ospita nella sezione "Documenti" diverse presentazioni firmate Verbana.
Con l'avvicinarsi del periodo delle feste di fine-anno, non c'è occasione migliore per ripercorrere, insieme a Gianfranco, il complesso percorso dell'invenzione marconiana e molte altre problematiche tecniche e storiche affrontate dal nostro studioso, sempre molto abile nello spiegare le cose in modo chiaro ma senza pericolose semplificazioni e nel rispetto assoluto dei formalismi di formule e teorie. Possiamo partire da questa minibiobliografia dei suoi interventi e articoli apparsi o segnalati qui su Radiopassioni:

Serata 11 dicembre 2009, dedicata a una approfondita disamina dele attività di Marconi fino al 1901 annunciata in:


la presentazione della serata si può scaricare adesso all'indirizzo: 


Interventi e articoli su Marconi (alcuni link sono stati riparati, in particolare quelli alle due parti del fondamentale articolo sulla "scoperta" delle potenzialità delle onde corte nella daylight):


Sull'apparecchio "Ondina"

Il raggio della Morte e le bugie fasciste.

A proposito di logica cablata:

La "querelle" sui fratelli Judica Cordiglia: 

Lincredibile storia del ponte radio Telettra con il record di "gittata":

Che cosa ha veramente detto Shannon:

Alle pubblicazioni raccolte dai siti dell'ARI di Milano e Lissone, mi sembra doveroso aggiungere la presentazione che Gianfranco tenne nel 2010 all'Istituto Floriani di Vimercate raccontando la storia dell'elettricità.
Ricordo anche che molti delle osservazioni verbaniane che in questi anni anni ho riportato sul mio blog sono state originariamente pubblicate sul sito di alta divulgazione scientifica Via Lattea, fondato e coordinato da Nicola Scarpel e Paolo Sirtori, iniziativa no profit alla quale Verbana partecipa rispondendo alle domande della sezione Chiedi all'esperto. L'ultima risposta in ordine cronologico è recentissima e riguarda la velocità della radiazione elettromagnetica nel vuoto ricavata dalle equazioni di Maxwell, ma nelle sue numerose risposte dal 2000 a oggi (il sito Via Lattea è stato fondato nel 1997) Verbana si è occupato anche della velocità del paracadutista stratosferico Baumgartner e della questione dei campi elettromagnetici "vicini" non-radiativi. 
Ancora un ringraziamento all'amico Gianfranco e tanti auguri per un Natale superscientifico, in barba alle assurde superstizioni dei Maya e degli oroscopi per l'anno nuovo.

18 aprile 2012

CPU+FPGA: combinazione vincente per l'SDR?

Credo che la lettura di questo breve articolo di Jack Ganssle su EE Times - "The rise of the FPGA?" - possa risultare stimolante per le schiere di sperimentatori dell'SDR (molti dei quali italiani) che utilizzano la logica programmabile delle FPGA per implementare gli algoritmi di "down conversion" nei ricevitori SDR a campionamento diretto. Come il Perseus o il più recente FDM-S1 di Elad. L'editoriale di Ganssle parte dall'annuncio di una nuova tipologia di prodotto della società Xilink, il big della produzione di FPGA (tra lei e Altera controllano oltre l'80% del mercato della logica programmabile), una linea chiamata Zynq. La particolarità di Zynq è il fatto di integrare sullo stesso chip un microcontrollore ARM Cortex-A9, di per sé molto potente, circondato da una grande quantità (fino a 350K celle secondo il datasheet) di logica, appunto, programmabile. Il chip è direttamente cablato sul componente (hard-IP), si tratta in pratica di un ibrido CPU-FPGA.
Inizialmente, confessa l'autore del pezzo, il componente non appariva come una novità sconvolgente. Da tempo, scrive Ganssle, in logica programmabile vengono implementati veri e propri processori general purpose, sia sotto forma di logica cablata "hardwired" (hard-IP, dove IP sta per intellectual property) sia come logica soft (soft-IP) da caricare sulla FPGA al momento in fase di boot, di avviamento. Ora che Xilink ha annunciato l'implementazione Linux per la famiglia di FPGA ibride Zynq-7000 Extensible Processing Platform, la prima reazione di Ganssle è stata di forte scetticismo: perché sprecare tante celle di logica programmabile per implementare un sistema operativo?



Ganssle ammette di non aver preso in considerazione un fattore: su Zynq il "core" del processore ARM è cablato e tutto il resto della logica programmabile resta disponibile per la realizzazione di operazioni più complesse, come l'I/O o certi tipi di trattamento del segnale. Che è poi la missione di una FPGA, considerando che questi dispositivi non sono altro che delle grosse matrici di porte logiche elementari la cui "programmazione" consiste nel settare le linee di comunicazione tra una cella e l'altra in modo che un insieme di celle possa svolgere una funzione logica molto più complessa. Le FPGA lavorano così, implementando in modo molto più veloce algoritmi che programmati su un microprocessore universale (dove la programmazione implica istruzioni software) risulterebbero vincolati al set di istruzioni del processore stesso e al suo passo di esecuzione.
La combinazione CPU-logica programmabile è dunque qualcosa di molto interessante perché offre a chi costruisce dispositivi digitali la convenienza di un microcontrollore generico (che in questo caso per esempio esegue il kernel di un sistema operativo) e la flessibilità e velocita di una logica completamente plasmabile. Tanto da far compiere a Ganssle un ragionamento ulteriore. Nella vulgata dell'industria digitale contemporanea ci sono dispositivi che, come i personal computer o gli smartphone, possono funzionare alla perfezione con un microprocessore. Altri, come certi componenti che troviamo all'interno dei nostri decoder televisivi, che richiedono una logica più personalizzata che viene tuttavia cablata all'interno di chip customizzati come gli ASIC, che oltretutto consumano molto meno. Operazioni veramente di nicchia - vedi il caso dei nostri ricevitori SDR - vengono implementate su FPGA per ragioni di costo. Quando la genericità di un microprocessore costringe i progettisti hardware a ricorrere a logiche personalizzate, solo volumi di produzione molto elevati giustificano l'uso di un ASIC. Mentre per produzioni molto limitate può risultare molto più conveniente, nel complesso, servirsi della logica programmabile FPGA, che singolarmente è un prodotto molto costoso e abbastanza famelico in termini di potenza dissipata.
Questo però è quanto avveniva fino a ieri. Oggi, spiega Ganssle, il mercato degli ASIC sta rapidamente cambiando perché le geometrie del silicio si stanno restringendo sempre di più. Per risultare economici degli ASIC sulla scala dei 28 nm, per esempio, richiedono volumi di produzione enormi, sull'ordine delle centinaia di milioni di pezzi. Con Zynq a chi dovesse realizzare dispositivi in quantità meno importanti, potrebbe risultare più conveniente rinunciare agli ASIC, optando piuttosto per una combinazione FPGA+microcontrollore. Ganssle cita addirittura l'industria automobilistica, oggi alle prese con una problematica nuova come l'implementazione della logica di controllo dei sistemi radar anti-collisione (una funzione che in Europa dovrebbe diventare obbligatoria nei prossimi anni). Questa è una tipica applicazione da logica programmabile o cablata, anche perché i radar che dovevano originariamente entrare in produzione utilizzavano la frequenza di 24 GHz e recentemente la Commissione Europea ha accettato una proroga che sposta al 20118 l'adozione di questi sistemi per consentire all'industria di spingerne la frequenza fino a 79 GHz, una porzione di spettro più praticabile se si punta a un impiego su vasta scala dei sistemi anti-collisione. L'industria automobilistica avrà bisogno di chip molto performanti e a basso consumo ma, conclude Ganssle, non è per forza detto che agli attuali costi degli ASIC, questi ultimi risultino meno costosi della nuova generazione di FPGA ibrida che Xilink ha introdotto sul mercato con Zynq.
Tornando alla questione che ci interessa di più, l'SDR, immaginate le potenzialità di una FPGA che oltre a consentire l'implementazione di un down converter molto efficiente, permettesse anche di gestire funzioni DSP come il filtraggio e la demodulazione e in più la gestione delle interfacce utente. Sarebbe un vero break-through sul fronte delle radio SDR indipendenti da computer e processori esterni.

18 agosto 2011

Micro-FPGA Silego: chip programmabili in pochi minuti

TechOnline India ha pubblicato uno stimolante articolo di Clive Maxfield dedicato a un rivoluzionario prodotto della californiana Silego, GreenPAK. Si tratta di una "micro-FPGA" per segnali misti che dispone al suo interno di tutto quel che serve per realizzare, in logica cablata, le più svariati applicazioni di acquisizione e controllo del segnale, il tutto attraverso GreenPAK Designer, un software di progettazione visuale per ambienti Win e Macintosh che trasforma in pochi minuti uno schema a blocchi in un chip personalizzato a bassissimo costo (pochi centesimi di dollaro) perfettamente funzionante. Silego propone anche, per una somma molto modesta, un kit di valutazione comprendente qualche decina di campioni di GreenPAK.
Anche in questo caso vale la pena dare un'occhiata all'incredibile ambiente di sviluppo Silego, attraverso questo filmato disponibile su YouTube:


Siamo evidentemente ancora lontani dalla complessità applicativa delle FPGA di classe avanzata come quelle già utilizzate in progetti SDR radioamatoriali come il Perseus o il QuickSilver, ma considerando che Silego sta già per rilasciare la seconda generazione del suo GreenPAK, è facile immaginare che presto questi chip programmabili potranno essere utilizzati per applicazioni DSP molto più potenti.

Silego’s GreenPAK – Design and program a custom chip in minutes

I know that things are moving incredibly quickly these days technology-wise, but even so I would never have guessed that I would one day be sitting at my desk with the ability to design and implement a custom chip within a few minutes. Believe it or not, however, this is the case.

By Clive Maxfield
(August 18, 2011)

When I was a young lad just starting to play with electronics in the early 1970s, most of my designs were digital. These little scamps were based on the use of 74-series TTL “Jelly Bean” devices, so even a relatively simple design typically required a whole bunch of chips and a relatively large circuit board.
I used to read a lot of science fiction in those days (I still do, of course). I remember thinking that one day it might be possible to have something the size of a large photocopier or chest freezer that could create custom integrated circuits to one’s specification. I wasn’t entirely sure how this would work – just that there would be some way for you to capture a circuit diagram and then you’d press the “Big Red Button” and there would be some impressive light and sound effects and out would pop your new chip.
I know that things are moving incredibly quickly these days technology-wise, but even so I would never have guessed that I would one day be sitting at my desk with the ability to design and implement a custom chip within a few minutes. Believe it or not, however, this is the
case…

Introducing Silego’s GreenPAK 1

While I was at DAC 2011, I met up with Aron Cooperman from Silego Technology (www.silego.com). Silego make a variety of electronic products (GreenFET, GreenCLK, GreenDDR3, etc.), but the one that’s of the most interest to me is their GreenPAK 1, which comes in the form of an 8-pin 2mm x 2mm surface mount package.
Obviously this looks rather “beefy” in this image, but if you draw a 2mm x 2mm square on a piece of paper you’ll realize just how small this is, and yet this little beauty packs a lot of “wallop” as we shall see.
The way I think of the GreenPAK 1 is as a super-small mixed-signal FPGA that you can design and program in just a few minutes and that costs only a few cents (more on this below). A brief summary of the GreenPAK 1’s features is as follows:

*Operating voltage = 3.3V

* Eight Pins

* One 8-bit SAR analog-to-digital converter (ADC)

* Two analog/digital comparators

* One internal voltage reference

* Seven look-up tables (LUTs) (2 x 2-bit, 4 x 3-bit, 1 x 4-bit)

* Three flip-flops / latches

* One pulse width modulator (PWM)

* One internal oscillator

Out of the 8 pins, one is power and one is ground, which leaves 6 pins that the user can configure as inputs or outputs. Also either pin 6 or pin 7 can be configured to act as the analog input to the ADC and/or the analog/digital comparators (both pins will be used if you decide to employ a differential signal).