13 maggio 2013

Family Radio, la fine è vicina?

Una approfondita ricostruzione di Inside Bay Area sostiene che la fine è vicina per Family Radio, anche per le sue trasmissioni in onde corte ripetute in tutto il mondo.  Il valore del gruppo radiotelevisisvo religioso è precipitato e il vecchio patron, Harold Camping, oggi impossibilitato a manovrare il timone sta svendendo le properties in FM. L'impero secondo gli osservatori non reggerà il peso della malattia del ultranovantenne predicatore e delle sue farlocche previsioni di fine del mondo. Le donazioni degli ascoltatori, un tempo copiose, sono diminuite del 70%. Tutto cominciò nel 1958 con l'acquisizione di una stazione di Berkeley, con il contributo di Camping (allora costruttore edile). Secondo fonti interne alla stazione la situazione non è buona ma la solvibilità sarebbe assicurata. In ogni caso Family Radio sembra essersi già rassegnata a un taglio delle sue operazioni in onde corte, oggi ridotte a una decina di programmi diffusi dalla Florida e da quelli verso l'Asia ripetuti principalmente da Taiwan. La programmazione in lingua italiana viene ancora riportata sul sito come attiva, ma solo via satellite (non ho avuto modo di verificare). L'archivio della sezione italiana è aggiornato al 14 maggio, cioè a domani, forse per un residuo di capacità predittiva del fondatore. Il giornale californiano ipotizza che sia lo stesso Camping a volere che Family Radio perisca con lui. L'emittenza religiosa in onde corte dagli Stati Uniti è sicuramente in una fase calante, ma diverse call affermatesi in questi anni sono ancora attive. Curiosamente una delle più regolari è la cattolica WEWN. Recentemente ho ascoltato all'alba l'altra emittente cattolica KJES, dal Nuovo Messico, che però trasmette un paio d'ore al giorno.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah, se la fine del mondo è prossima, allora la solvibilità serve solo per l'onore...
Signor Lawendel, non ho capito perchè le sembri curioso che quella WEWN - che non conosco - sia regolare: in passato non la è stata?
Le ho scritto la missiva lunga, quella a cui avevo accennato, ma non qui, per e-mail.
Buongiorno e tante belle cose, come sempre
Jeff Scott

Andrea Lawendel ha detto...

Non è la regolarità in sé, quanto il fatto che in caso di dismissione del brand "Family Radio", diventerebbe rappresentativa del broadcast religioso internazionale USA una emittente cattolica, una piccola eccezione in una storia caratterizzata da una maggioranza di voci provenienti dal variegato universo delle chiese - per lo più non denominazionali, cioè non collegate a movimenti religiosi consolidati e non personalistici - di matrice protestante-evangelica. Le "chiese" fondate da singoli predicatori, fondate sulla loro personale lettura e interpretazione biblica, sono sempre meno rappresentate sulle onde corte, un mezzo che da un lato serviva ad aggirare il divieto di copertura radiofonica a livello nazionale negli Stati Uniti (una licenza in onde corte viene concessa solo a chi rivolge verso l'estero le antenne ma è difficile evitare che i lobi posteriori delle stesse antenne finiscano per servire anche una audience interna); e dall'altro si adatta alla perfezione alla vocazione missionaria di predicatori che tradizionalmente cercano di ottenere adesioni e possibilmente sostegno finanziario in aree geografiche in cui cristiani e protestanti in particolare siano minoritari. Entrambi i fenomeni oggi sembrano esaurire la loro spinta, almeno per quanto riguarda el onde corte.

Anonimo ha detto...

Memorie dal mio vecchio "hard disk": si chiamava WYFR, non era poi molto difficile da ricevere, correvano gli anni 70, mi sembra di ricordare trasmissioni in inglese, ma in italiano proprio no, che senso aveva trasmettere in italiano? Chi era il target da colpire? Alla fine lo ascoltavamo solo noi,ossia quattro sfigati di BCL, alla caccia della QSL ma forse anche del pennant di Family Radio ;-) grazie Andrea per le tue news.
Piero53

Andrea Lawendel ha detto...

Grazie Piero! WYFR, "Your Family Radio" ha trasmesso in onde corte in italiano fino alla primavera del 2011. Non ricordo francamente quando erano state inaugurate (sicuramente prima del 2000), ma credo che fosse tutto ascrivibile al contesto delle iniziative missionarie che diverse organizzazioni evangeliche hanno intrapreso in Italia a partire dagli anni 80.

Paolo Andrea Bacchi Mellini ha detto...

Molti di questi radiotelepredicatori sono degli imbonitori attribuitisi una divina missione al sol fine di spillare più denaro possibile agli ascoltatori o ai telespettatori.
La crisi dell'emittenza confessionale, o meglio settaria, è dovuta al progressivo venir meno dei finanziamenti e all'impossibilità di mantenere in vita strutture elefantiache con costi energetici, per esempio le emissioni in onde corte, non più sostenibili e spropositate rispetto al bacino dei fedeli da raggiungere.
La Storia, come sempre, è una sinusoide. Si ripete, a cicli. Nel XVI secolo la crisi dello scandaloso mercato delle indulgenze, venutasi a creare anche a seguito della predicazione luterana, lasciò il Papato e la Chiesa cattolica in mezzo ad una pesante crisi finanziaria.
Oggi lo stesso destino tocca alle imprese editoriali dei predicatori cialtroni.

Anonimo ha detto...

Trovo estremamente interessante l'accenno del signor Lawendel alle licenze per trasmettere programmi di radiodiffusione in Onda Corta negli Stati Uniti; non mi sembra mi fosse mai passato per la mente che, in qualche parte del mondo, la posizione dei privati potesse essere regolare in questo senso.
Naturalmente sapevo che anche in Italia ci sono dei privati in Onda Corta, Radio Maria, se non sbaglio, ma non in posizione giuridicamente regolare o definita.
Meritano attenzione anche i commenti degli altri lettori, se troverò un pensiero originale in merito mi esprimerò.
Jeff Scott

Andrea Lawendel ha detto...

Sì, negli USA la FCC autorizza i privati a trasmettere sulle onde corte, a patto che il sistema di antenne sia concepito per dare il massimo guadagno in zone extraterritoriali. In pratica è vietato trasmettere in onde corte sul territorio americano, per non violare i limiti relativi ai mercati pubblicitari. In Italia invece le onde corte, così come le medie, sono formalmente vietate o comunque non regolamentate. Attualmente ci sono degli impianti in onde corte, ma sono casi particolari. Jeff cita giustamente Radio Maria, che aveva (ma non so se è ancora attivo) acceso un impianto a bassissima potenza sui 26 MHz, utilizzandolo anche per sperimentazioni DRM. Poi c'è il caso recente di un paio di "stazioni di tempo" a Torino e in Versilia, che hanno ottenuto dal MSE delle autorizzazioni sperimentali su cui però non ci sono molti dettagli. In genere la trasmissione in onde corte è molto regolamentata, ma esistono eccezioni. In Germania per esempio sono state concesse licenze private, come anche in Finlandia e Svezia. Non ci sono purtroppo molte iniziative private autonome stabili e continuative, pensate come veri e propri progetti di diffusione commerciale. Anche se il fenomeno del "brokeraggio" di frequenze affittate su impianti gestiti da operatori pubblici è oggi piuttosto diffuso e sta offrendo l'opportunità a molti di trasmettere programmi di durata limitata.

Anonimo ha detto...

Beh, signor Lawendel, la cosa che più m'interessa nella sua ultima risposta sono senz'altro la Germania, la Finlandia e la Svezia...
Sulle "stazioni di tempo" devo provare a fare qualche ricerca, in quanto - sinceramente - non so neanche cosa siano, nè mette conto dire quali ipotesi mi vengano in mente.
Solo, sono in fonia, vero?
Su fonia e grafia mi piace raccontare quanto segue: circa due settimane fa, intorno ai sette MHz, ho ricevuto dei segnali in grafia, con una radio senza l'oscillatore apposito ("Graetz Belcanto"); evidentemente, stavano modulando in fonia dei segnali in grafia, è possibile?
Anche la situazione di Radio Maria è strana: dato che, come apprendo qui, sperimentava su 26 MHz, è facile chiedersi perchè non provasse in bande più comunemente disponibili nei ricevitori domestici, forse per motivi di antenna trasmittente?
Quella del "brokeraggio di frequenze" ( e impianti ) è una situazione che, ancora una volta, apprendo qui avere quel nome, ma conoscevo nella sostanza: si tratta, evidentemente, di una cosa auspicabile nel Nostro Paese, o tale sarebbe se la Rai o "Raiway" non avessero abbattuto tante antenne, ma qui entriamo in un altro argomento, si tratta di spiegare logicamente delle situazioni illogiche; a questo proposito, viene da pensare che non abbiamo tante notizie, ciò ad aumentare quella parte dell' "emittenza" che io, nel mio piccolo, ho rinunciato a capire.
Alla prossima!
Jeff Scott

Andrea Lawendel ha detto...

Per Germania e Finlandia può approfondire la questione qui

http://www.radio700.de/empfang/frequenzen.html
http://www.radio-6150.de/english/programme-schedule/
http://www.hamburger-lokalradio.de/

http://www.swradio.net/

Non sempre sono emittenti che trasmettono 24 ore su 24 ma sono riuscite a cogliere l'opportunità della dismissione di vari ripetitori SW nei rispettivi länder.

Le "stazioni di tempo" sono emittenti-laboratorio che diffondono segnali orari di orologi atomici su portanti ad altissima precisione per la calibrazione degli apparati. Operano in genere ma non esclusivamente su multipli di 5 MHz.

http://www.dxinfocentre.com/time.htm

Le emittenti italiane "ufficiali" (del Galileo Ferraris di Torino per esempio) sono chiuse da anni, ma un paio di associazioni si sono divertite a riattivare trasmissioni che purtroppo non avvengono con gli stessi criteri di laboratorio...

La questione dei 26 MHz è più complessa, tanto per cambiare. La banda internazionale degli 11 metri si è quasi completamente svuotata di emittenti broadcast e a un certo punto qualcuno ha proposto che potesse essere assegnata alla sperimentazioni di servizi di radiofonia digitale DRM a bassa potenza, per coperture locali. Il responsabile ingegneristico di Radio Maria è un patito di queste cose e ha subito colto l'opportunità. L'emittente dovrebbe trasmettere su 26010, così come Radio Vaticana trasmette per Roma su 26060 in virtù di un accordo con RaiWay.

Il borkeraggio di frequenze, parlando sempre di onde corte, è anch'esso dovuto alla dismissione delle redazioni che producevano la programmazione per l'estero che ha portato al taglio di molte emissioni. In molti casi gli enti radiotelevisivi pubblici che gestivano gli impianti hanno deciso di smantellarli completamente, ma alcuni di questi impianti sono rimasti attivi e offrono appunto la possibilità di diffondere contenuti attraverso vere e proprio formule di affitto.

http://www.shortwaveradio.be/

La grafia ascoltata in AM potrebbe essere il risultato di un battimento con portanti non modulate ascoltate simultaneamente su una frequenza vicina, o con oscillatori locali di altri dispositivi. Esistono per la verità anche trasmissioni in grafia in cui il tono è modulato in ampiezza (per esempio i radiofari della navigazione aerea utilizzano questa forma di trasmissione per identificarsi in codice Morse).

Anonimo ha detto...

Ha chiuso anche CQ, la rivista, che volete di piu' ? ci stiamo estinguendo....

marco barsotti ha detto...

oh, ma ti ricordi il,
"Bible quiz" di WYFR? telefonavi, ti facevano una domanda su gesú e vincevi una bibbia.
Onde corte, circa 1985.

Anonimo ha detto...

Salve a tutti!
Ho un commento da mandare, ma è un pò lungo, temo che il programma del blog possa tagliarlo oltre le n parole; posso mandarlo per e-mail?
Jeff Scott

Andrea Lawendel ha detto...

Non so se ci siano dei limiti particolari sulla lunghezza dei commenti, sicuramente è possibile spezzare il testo in due o più interventi separati. O anche trasmetterli via mail, ma poi dovranno essere comunque ripubblicati...

Anonimo ha detto...

Grazie!
Accidenti, questa è una risposta con velocità da 1000 pistole, non da 100!
Mi fa vergognare della mia lentezza, ad essere sincero...
Oggi pomeriggio proverò a spezzare, numerare e mandare, a dopo!
Jeff Scott

Anonimo ha detto...

COMMENTO – PARTE II / VI

Sui radiotelepredicatori in generale, condivido l'opinione espressa sopra dal signore col doppio cognome, ma vorrei esprimermi sul resto del suo commento.
Lasciando da parte corsi, ricorsi e sinusoidi, bisogna precisare che alla predicazione luterana è seguita la controriforma, con i suoi buoni sviluppi.
La Chiesa non ha il monopolio dei predicatori cialtroni e oggi, tutti lo sanno, essa è molto ricca, e non grazie alle collette dei ''predicatori''.
I predicatori che fanno soldi sono di religioni diverse da quella Cattolica: non dobbiamo fare di tutta l'erba un fascio, senz'altro tra costoro vi saranno taluni che non fanno soldi, ma , tra i mezzi con cui può arricchirsi il clero cattolico - mezzi che pure sono tanti - non mi sembra il caso di annoverare le prediche.
Insomma, se un prete parla alla radio o alla televisione, può parlare in malafede, dire cose senza crederci, ma non penso che possa arricchirsi parlando.
Io sono tutt'altro che un patito di telepredicatori e, in generale, non li conosco; tutti, indifferentemente, li trovo noiosi, con l'eccezione di Padre Mariano, di cui si trova qualcosa in rete.
Sempre in rete, ho visto qualche filmato di un vescovo americano, Fulton se non mi sbaglio, e non l'ho trovato convincente, nel senso che non è riuscito a rimanermi simpatico.
Il discorso si può estendere.
Se ( cito ) ''in caso di dismissione del brand "Family Radio", diventerebbe rappresentativa del broadcast religioso internazionale USA una emittente cattolica'', di questo si potrebbe anche essere contenti, se non fosse per quanto segue:

Jeff Scott

Anonimo ha detto...

COMMENTO PARTE III / VI

oggi non si può più essere sicuri di ciò che i preti dicono.
Si dice dalle mie parti che bisogna fare '' quello che prete dice e non quello che prete fa '', chi delle mie parti non sia può ricordare questo detto proverbiale, se ha letto ''L'avventura di un povero cristiano'' di Silone.
Lasciamo da parte ''quello che prete fa'' ed il suo desolante aggravarsi, e pensiamo a ''quello che prete dice''.
Io, non per annoiare con i fatti miei, ma per introdurre un discorso, sono stato battezzato e comunicato da un prete della vecchia guardia, sbucato da qualche varco spazio temporale: uomo integerrimo, egli aveva un eloquio galattoforo, nel senso del latte alle ginocchia e, da un bel mesetto prima di darci la prima Comunione, ci costringeva a un tour de force ( quotidiano ) di catechismo, anzi, di ''dottrina'' ( come mi piace questa parola ) di tre o quattro ore, dalle 14/15 alle 18/19 del pomeriggio.
Era noiosissimo, ma un limite conosceva: quello che separa la legittima opinione dalla dottrina ( ecco di nuovo quella bella parola ) che non si tocca.
Il fatto è che oggi per ogni prete c'è una dottrina e, per forza di logica, qualcuno sbaglia.
Per esempio, si può fare la Comunione solo dopo essersi confessati, o anche in peccato mortale, col sincero proposito di confessarsi mezz'ora dopo?
Come esempio è sufficiente? Beh, vi risparmio di dirvi come vi risponderebbe il mio vecchio parroco, se fosse ancora in vita, ma posso testimoniare che, di queste due opinioni, ho sentito un prete esprimere la seconda, prima di dire la Messa, davanti a una nutrita folla, e senza esserne richiesto.
Allora? Se uno non è andato alla ''dottrina'' dal mio vecchio parroco, e sente da un prete una cosa del genere, avrà - si spera - almeno sentito un'opinione contraria da qualche altro prete: chi avrebbe ragione dei due?
Direte, si, si, parlano alla radio dei preti cattolici ed è tutta salute, ma così non può essere, in quanto la dottrina può farsi opinione, anche alla radio.
Potrei portare degli altri esempi, anche peggiori di quello appena detto, ma tralascio.
E’ vero che, come tutti sanno, la Messa radio-televisiva serve solo ai fedeli impossibilitati a sentirla di persona, ma, quand’anche si tratti di una semplice predica, ci sono tante anime in ascolto e sussiste il rischio gravissimo che anche una sola di esse possa venire a credere delle cose sbagliate.
Se io fossi, diciamo, un critico radiofonico, non consiglierei a nessuno questa o quella emittente religiosa, si tratterebbe infatti non solo di criticare delle trasmissioni, ma di dare dei giudizi che non mi competono e di cui nessuno chiede a noi laici d'impicciarci.

Jeff Scott

Anonimo ha detto...

COMMENTO – PARTE IV / VI

Posso solo dire questo: se è vero che le trasmissioni religiose stanno finendo, allora, per quanto mi riguarda, finiscano pure tutte, cattoliche e non, e muoia Sansone con tutti i filistei; nel frattempo, aspettiamo che la situazione si risolva.
Io, senza avere competenze mediche, nutro l'opinione che un'emittente in Onda Media non dovrebbe superare la soglia di 200 o 300 KW; a me come a chiunque è lecito avere un'opinione, e la mia opinione è questa qua, e posso spiegarla: decenni di esperienza hanno dimostrato che impianti così non fanno male a nessuno.
Sotto il punto di vista giuridico, è giusto che non si possa accusare di far male la Radio Vaticana, in quanto la scienza non ha provato che i suoi impianti possano fare male.
E' pur vero, però, che un'indagine scientifica in tal senso, dovrebbe almeno disporre di una congrua casistica: di quanti trasmettitori, con quelle caratteristiche, si sono potuti indagare gli effetti su vicini insediamenti abitativi?
Io non lo so.
Io non voglio dir male della Radio Vaticana, e non dico male della Radio Vaticana.
A me piace molto farmi i fatti miei, mi piace guardare il mondo e cercare di capirlo, ma non mi piace esprimermi contro interessi più grandi di me.
Se ci sono degli interessi più grandi di me, io da loro non voglio niente, nulla chiedo, nulla prendo, e non mi metto contro di loro; è la mia indole e non me ne vergogno.
Laddove mi esprimo, peso le parole.
Spiego con un esempio: torniamo al discorso del critico radiofonico, non lo sono, ma immaginiamo che io lo sia.
Se io lo fossi, potrei esprimermi a favore o contro la Radio Vaticana: se mi esprimessi a favore, potrei averne dei vantaggi e, sempre per esempio, esprimo il possibile vantaggio di essere assunto dalla Radio Vaticana stessa, ciò che per la Radio Vaticana sarebbe legittimo, e per me anche.
Se mi esprimessi contro la Radio Vaticana, potrei averne degli svantaggi e, a questo proposito, invento subito un altro esempio: potrei scoprire nel mio editore un simpatizzante della Radio Vaticana, e potrei scoprirlo nel momento del mio licenziamento in tronco; naturalmente la Radio Vaticana non avrebbe nulla a che fare con questo, ma l’essermi messo contro degl’interessi più grandi di me, nello specifico quelli della Radio Vaticana, mi avrebbe causato un grave svantaggio, in quanto il mio principale, pur non avendo nulla a che fare con la Radio Vaticana, si sarebbe trovato a difenderla sua sponte, a causa della sua simpatia, per aver io cozzato contro un interesse più grande di me; e io mi ritroverei sul ciglio di una strada.
La conclusine è che il critico giornalista dell’esempio, a cui fosse antipatica la Radio Vaticana, eviterebbe di parlarne bene, ed anche di perlarne male, facendosi così i fatti suoi.
Fine dell’esempio.
Una cosa però posso dire, sullo specifico argomento della Radio Vaticana, ed è una valutazione morale, non nel campo di ciò che è legale e ciò che non lo è, ma in quello di ciò che è giusto fare e ciò che non lo è, e qui mi spiego meglio:

Jeff Scott

Anonimo ha detto...

COMMENTO – PARTE V / VI

se io dicessi ''questo non è legale'', sarei passibile di essere querelato, ma io non lo dico, e non corro rischi.
Posso però dire ''questo, a mio parere, non è giusto fare'', e nessuno può querelarmi per questo: ebbene, anche se la scienza non ha dimostrato che la Radio Vaticana – ai tempi in cui essa impiegava potenze da molti giudicate eccessive - facesse dei danni, essa non ha neppure dimostrato il contrario, e, se ciò è bastato alla legge, non basta invece a convincermi che fosse moralmente giusto far funzionare un trasmettitore in condizioni che una congrua casistica non avesse dimostrato essere innocue; sotto il punto di vista morale, per me, basta la mera possibilità.
In ogni caso, per quello che ne so io, i trasmettitori sono stati ridimensionati, quindi la situazione è stata risolta, e anche la mera possibilità di far danno, oggi, non esiste più.
Naturalmente, come ho detto poco sopra, io non so se questa casistica esista; sto solo dicendo, insomma, che, se essa esiste, io non ne ho notizia.
Il giudizio morale che ho espresso, quindi - lo preciso chiaramente - vale solo sotto la condizione che la scienza non abbia dimostrato l'innocuità dei passati modi di esercizio di quei trasmettitori; in caso contrario ( vale a dire, cioè, se io sia male informato in merito ), esso deve aversi per non espresso.
Con questa precisazione fatta, non sarà possibile dire che io abbia divulgato notizie false.
L'opinione che i trasmettitori non debbano sforare la potenza di 200 o 300 KW, mi è capitato di esprimerla in un commento che ho scritto a un sito ( non questo, e con un altro nik ), un pò di tempo fa.
E' possibile che quel sito fosse gestito da qualche fan di emittenti con trasmettitori più potenti, comunque, quel commento mi è stato censurato: leggendolo così com'è stato pubblicato, risulta che io dica che le Onde Medie sono innocue in generale, senza limiti di potenza per i trasmettitori, ciò che non penso e non ho scritto.
Io sono si un fan delle Onde Medie, anzi, anche delle Onde Medie, e penso che esse siano innocue, ma solo entro certi limiti di potenza dei trasmettitori.
Sono contento di aver potuto fare questa precisazione, anche se su un altro sito, e ringrazio il signor Lawendel, se vorrà pubblicarla.
Per il resto, non ho rancori e, a parte la corretta espressione della mia opinione, a cui tengo, ho già dimenticato.
Vorrei spendere ora due parole sulla distinzione che ha fatto il signor Lawendel.

Jeff Scott

Anonimo ha detto...

COMMENTO – PARTE VI / VI

Cito: ''chiese - per lo più non denominazionali, cioè non collegate a movimenti religiosi consolidati e non personalistici - di matrice protestante-evangelica. Le "chiese" fondate da singoli predicatori, fondate sulla loro personale lettura e interpretazione biblica, sono sempre meno rappresentate sulle onde corte''.
Si tratta di una distinzione di cui si vede bene una logica che esiste, fondata su un discrimine evidente e difficilmente opinabile; in altre parole, a mio modesto avviso, si vede qui ancora una volta che il signor Lawendel sa quello che dice.
Una cosa, nel mio piccolo, voglio dire: la vedo molto come una distinzione di scuola, nel senso che non mi conduce oltre in un filo logico; è per questo che penso di non averla capita fino in fondo.
Certamente, essa mi suggerisce un pensiero, che riguarda alla larga – ma lo riguarda – il tema della radio, e io lo esprimo.
Nel nostro mondo è presente, evidente e palpabile un’influenza protestante.
E’ possibile, mi permetto di ipotizzare, che essa sia dovuta ai mezzi di comunicazione – ed è qui che il discorso tange, pur marginalmente, come dicevo, il tema della radio – in quanto, dopo la guerra, molto materiale è giunto dagli Stati Uniti, i quali, ieri più di oggi, indipendentemente da statistiche e percentuali della popolazione, sono un mondo protestante e, per forza di logica, producono del materiale audiovisivo d’impronta protestante.
A parte il discorso di prediche e predicazioni, cose che sembrano essere più importanti, nel loro universo, di un’omelia del nostro mondo, basta pensare a come la mancanza del Sacramento della Penitenza ha informato di sé il mondo protestante prima e, poi, il nostro.
O anche, mi viene in mente adesso, la calvinista – se non giansenista - idea che il successo e i soldi rappresentino una benedizione del Creatore, col suo seguente portato logico: se uno non fa quattrini, allora manco al Creatore quello sarebbe simpatico.
E’ un’idea che si è insinuata nella società, ma che sarebbe sembrata almeno strana tempo addietro, e strana sembra oggi a chi abbia avuto un’educazione tradizionale.

CONTINUA
Jeff Scott

Anonimo ha detto...

COMMENTO - PARTE VI / VI bis

Le prediche o predicazioni assumono una grande importanza laddove ciascuno interpreta la religione a modo suo e trova giusto che si faccia così, diventa normale esercitare il pensiero al di là dell’ambito dell’opinione, ed ogni cosa in quell’ambito circoscrivere.
Si perde la stessa possibilità di sbagliare, quella stessa possibilità la cui esistenza faceva i vecchi preti intransigenti sul pulpito ed indulgenti in confessionale, in quel confessionale che – dicevo prima – tanta parte del mondo protestante neppure conosce, tanto che, oggi, si sbaglia senza averne coscienza.
E’ così che, a mio avviso, un qualunque credente sembra oggi non poter essere se non uno stinco di santo di tutta perfezione, o un ipocrita, senza vie di mezzo.
E’ questa visione delle cose, fatta un po’ manichea, che fa sembrare strano che anni fa, per esempio, un buon padre di famiglia poteva litigare con la consorte, fare visita a una casa chiusa, confessarsi e non pensare che qualcuno potesse mai dargli dell’ipocrita o del credente da quattro soldi, trovava insomma un prete che capiva, assolveva, e sapeva che, prima e più di lui, ad assolvere era il Creatore.
Del resto, se il Creatore avesse voluto un popolo di santi, i santi veri ( peccatori anche loro ), chi li avrebbe mai venerati?
Si parla di secolarizzazione, a me sembra però che sia la società stessa a spaventarsi di un mondo che vuole tutti santi, che vuole l’impossibile, di un simulacro di Cristianesimo che, fattosi di sentire protestante, sembra allontanarsi dal mondo dopo averlo informato di sé.
Sembra, infine, che uno che sia Cattolico Cristiano sia nato a non pensare con la sua capoccia.
Forse non stiamo affastellando, ma divagando.
Ho notato una cosa, signor Lawendel, lei, sul blog, tende a dare del tu; mi prendo troppa confidenza se le chiedo di farlo anche con me?
Grazie per la lettura.

FINE


Jeff Scott

Andrea Lawendel ha detto...

Davvero un ciclo di commenti impegnativo e ricco di spunti (a proposito: ho omesso la prima parte perché si trattava sostanzialmente di un preambolo rivolto al sottoscritto).
Due risposte dovute al nostro Jeff. In generale nelle mie interazioni con i commentatori tendo a utilizzare la forma pronominale di partenza. Nella maggior parte dei casi chi commenta si rivolge a me con il tu - come è giusto che sia, del resto - e sono ben contento di farlo con te, Jeff, visto oltretutto che mi fai la gentilezza di chiedermelo espressamente. Devo dire che nelle forme di relazione "offline" preferisco sempre usare il lei anche con gli interlocutori molto più giovani, ma questo è un altro discorso. Ciascuno deve sentirsi libero di rivolgermi un tu che mi onora e mi avvicina ai lettori.
Tornando alla tematica della religione sulle onde corte la mia osservazione sulle chiese non denominazionali fino a oggi sicuramente maggioritarie sulle onde corte "licenziate" dalla FCC, la mia era una mera osservazione statistica condita da una spiegazione molto succinta e inevitabilmente incompleta che ho pensato di rivolgere a lettori che forse hanno poca familiarità con un paesaggio religioso variegato come quello americano e alle orecchie dei quali il termine stesso di "denominazione", può suonare poco chiaro o cogente. In questo cerco semplicemente di condividere la mia esperienza di individuo cresciuto, per questioni appunto di carattere familiari (mio nonno era addirittura un ministro di culto) in un contesto religioso minoritario, di matrice storica ma comunque anglosassone, direttamente riferita al movimento riformato del Metodismo, sorto nell'Inghilterrra del XVIII secolo.

Anonimo ha detto...

Lusingatissimo!
Sia per essere stato d'interesse, che per aver avuto tutto pubblicato - e prontamente - da un uomo di fede e discendenza metodista.
Chissà che quelli dell'altro sito non fossero dei paladini della Radio Vaticana!
Quanto a noi due, possiamo fare in due modi:
1)alla meridionale: lei continua a darmi del tu e io, a lei che è più vecchio, continuo a dare del lei
2)se a lei piace diversamente, come mi dirà.
Per pensarci c'è tempo, perchè lei ha le sue cose da fare, e a me sembra di stare abusando della sua disponibilità, e io, dal canto mio, ho peccato di gola con gli gnocchi alla romana e, data la natura e le esigenze naturali del mio corpo, devo digerire.
Grazie ancora, per avermi dato modo - soddisfazione, più che altro - di chiarire la mia posizione sui trasmettitori.
Tante belle cose, come sempre
Jeff Scott

Andrea Lawendel ha detto...

A questa età le formule troppo complesse risultano più indigeste degli amatissimi gnocchi alla romana. Semplifichiamo tutto con un tu biunivoco e incondizionato!

Anonimo ha detto...

Buon pomeriggio!
Vada per il biunivoco, e grazie per la confidenza!
E'vero, sono troppo formale; a giustificarmi, su questo, volentieri adduco la mia esperienza di scuola media, fatta in ambiente un pò rustico; penso di essere diventato formale per reazione.
A chi non mi conosce, qualche volta sembro uno che prende in giro, o uno che fa così per piaggeria; finchè possiamo spiegarci, passi.
C’è anche questo, sono giocoso, mi piace scherzare; se mi viene in mente una battuta, difficilmente rinuncio a farla, ma sempre rispettosamente, perché conosco la buona creanza, e posso giurarlo.
La battuta degli gnocchi l’ho fatta così come ho fatto quella dell’oscillatore troppo locale, in modo assolutamente innocente.
Finito il lavoro peristaltico, molto sangue di quello già impegnato nella pancia è potuto affluire nel mio encefalo ( altra battutaccia ), ed ho riflettuto: magari poteva essere presa male, me ne scuso.
Al ‘’ciclo’’ di commenti ho pensato un bel po’, ed ho scritto sinceramente ciò che mi è venuto in mente, ma solo come modo di vedere, come una spiegazione che mi sono dato della realtà, senza formulare giudizi di valore; così com’è, la propongo ancora e, se t’interessa ancora, ne possiamo parlare.
Infine, voglio spiegarmi meglio sul fatto che mi hai pubblicato tutto; a questo proposito, troviamo una battuta migliore: diciamo che mi sei stato samaritano.
Una volta ho visto un film americano, in cui, nella famiglia di una ragazza, si parla di un suo spasimante, e si dice che ‘’è pastore, figlio di pastore’’, insomma, parlavano come chi, in Italia, si vanta del solito zio prete; posso compiacermi con te del nonno, perché posso capire; del resto, se non fosse stato il film, questa cosa, chi me l’avrebbe spiegata?
Quanto al fatto delle religioni minoritarie, posso capire che qualche volta, in certi contesti, si manifesti dell’intolleranza, ma ciò non è il nostro caso e, su questo, forse non c’è bisogno di dilungarci, salvo compiacermi di avere precisato anche questo, e salvo dire quanto segue:
avevo un problema tecnico, ho voluto introdurlo nel tuo blog, ne abbiamo parlato privatamente; certo non mi sarei sognato di passare ad un altro argomento per infastidire o parlare in modo irrispettoso; ho preso spunto da cose scritte, e ho voluto approfondire; se ho fatto male, non solo me ne scuso sinceramente, ma sarei anche contento di saperlo.
Del resto, infine, ho già detto che mi piace pesare le parole, e lo confermo; se di un argomento ritengo non sia il caso di parlare chiaramente, allora non ne parlo per niente; insomma, non la mando a dire, non mi sarei mai permesso d’inventarmi il “ciclo” per essere meno che rispettoso.
Scusa per la precisazione lunghetta, ma sono contento di averla fatta.
Pace?
Jeff Scott