02 ottobre 2012

Multimedia Meets Radio al Prix Italia: radio ibrida, partecipativa, personalizzabile


Alla Social Media Week di Torino si è parlato di interazione tra la radio e nuovi media. Ce lo riferisce AlessiamRastelli sul suo blog  Ehi-book su Corriere.it. Tra i protagonisti della discussione anche Andrea Borgino, che ha presentato il progetto dei canali Web radio della RAI. Di transmedialità si è parlato anche a Roma, al museo MAXXI, in occasione del terzo incontro TedX Transmedia  organizzato sotto gli auspici dell'EBU di Ginevra il 28 settembre a Roma. Mi scuso per la divagazione, ma un bell'esempio di produzione transmediale l'ha fornito qualche sera fa la trasmissione Doc3 su Rai 3 riproponendo il documentario Transiti, inserito all'interno di un progetto che racconta la vita e le esperienze nella realtà dei transgender italiani attraverso i linguaggi del reportage televisivo, del podcast radiofonico e del Web. Sorprendente, per me, la coincidenza della tesi di laurea in fisica dei brillamenti solari sostenuta da  Katherina, una dei protagonisti del documentario. Grazie a Katherina, il complesso argomento dei solar flares, così importanti per la propagazione ionosferica, si è inserito alla perfezione, con la sua forza e la sua caoticità, nella storia di un percorso critico e delicato come la transessualità.
Il carattere sempre più ibrido della radio è stato anche al centro delle due giornate di discussione di Multimedia Meets Radio 2012, il seminario promosso dalla stessa EBU, che si è tenuto quest'anno nella cornice del Prix Italia, a Torino. Gli interventi erano tutti basati su casi molto concreti di convivenza tra mondo della produzione radiofonica e tecnologie e servizi messi a disposizione del Web, con qualche caso di esperienze nate in contesti diversi dalla radio, ma comunque riferiti ad aspetti di creazione di contenuti sociale, partecipativa e localistica che la "nuova" radio ibrida sa mettere a frutto molto bene, avendo sviluppato per prima forme di interazione continua con i suoi ascoltatori. Ho partecipato alla prima giornata di discussione di MMR2012, partecipando alla realizzazione di uno stream su Twitter che ha avuto parecchio seguito e che ha spinto Tiziano Bonini a chiedere ai suoi amici di U10 di realizzare il tweetbook che ho avuto il permesso di allegare a questo post. U10  è una interessantissima startup milanese, nata nel febbraio scorso (qui la presentazione avvenuta alla Fondazione Portaluppi in occasione di Fuori Salone). La sua piattaforma editoriale consente di impaginare in un format molto accattivamente i flussi automatici generati dai social network come Twitter. In questo caso la materia prima sono i messaggini con hashtag MMR2012 partiti dallo studio principale del Palazzo della Radio a Torino durante il convegno EBU. Cliccate qui per scaricare il pdf del tweebook.
Attraverso il tweetbook potrete accedere a una quantità di link a iniziative, programmi radiofonici, strumenti e dati relativi al dialogo sempre più serrato che il giornalismo, la musica e la scrittura radiofonici intrecciano con i media digitali. Ma visto che ero presente volevo porre una enfasi particolare ad alcuni esempi che i relatori invitati da Mike Mullane (grandissimo lavoro, quest'anno, Mike) hanno presentato e discusso a Torino. Comincio dall'esperienza di Sarah Hartley, che ha sviluppato una grande esperienza di user generated content e localismo con il Guardian. Sarah ha parlato della sua piattaforma Open Journalism Toolkit di "N0tice.org" e del progetto di citizen journalism Talk About Local, che trasforma in una storia a volte avvincente la vita quotidiana nei piccoli centri. Brett Spencer di BBC Radio 2 e Yan Luong di Radio Suisse Romande hanno parlato di come la programmazione delle loro emittenti riesce a coinvolgere il pubblico, in diretta e in differita, attraverso gli strumenti della comunicazione via Internet e dei social network. Molto bello per esempio il caso del programma mattutuno RTS En ligne directe, che grazie a Twitter e Facebook crea un'enorme partecipazione sui fatti di cronaca più controversi, spesso avviando un dibattito che dura per settimane, alimentando a sua volta la produzione di nuovi contenuti, interviste, reportage.
La breve tavola rotonda presentata Andrea Borgnino, questa volta nella veste di moderatore del convegno "MMR", ha invece affrontato la tematica - a me particolarmente cara - dell'ascolto non lineare dei contenuti radiofonici e dei podcast. Il modello podcast è davvero tramontato come vorrebbe qualcuno? La risposta che arriva da Joel Ronez di Radio France è molto diversa. Ronez si è soffermato sulla programmazione in podcast di France Musique, il canale di musica colta dell'emittente pubblica francese e ha dato la grande notizia del potenziamento dell'offerta non lineare: l'obiettivo è offrire in podcast tutti i contenuti di France Musique grazie agli accordi fatti con le case discografiche. Ho chiesto personalmente a Ronez se l'opportunità di scaricare sul proprio disco anche i concerti che prima dovevano essere registrati vale anche per chi effettua il download dall'Italia e a quanto mi ha riferito il relatore sembra che non ci sia alcun limite geografico. La negoziazione sui diritti, ha raccontato Ronez, è stata lunga e complessa, ma il risultato è di tutto rispetto. Attraverso Dailymotion, France Musique sperimenta anche una sorta di podcast visuale, creando un catalogo di video che riprendono le trasmissioni più significative. Guardate e ascoltate, per esempio, questa esecuzione di Gesualdo da Venosa dalla trasmissione Le matin des musiciens:


Le Matin des musiciens - Les Sacrae Cantiones de... di francemusique

Bellissime, sempre a proposito di ascolto non lineare, le due presentazioni di Spotify, la piattaforma Web radio che furoreggia in Europa e negli USA e di Soundcloud, questa sorta di Instagram versione audio che permette di distribuire, curare creare, registrare e condividere contenuti audio e viene utilizzato da diverse emittenti come archivio dinamico, facilmente embeddabile sul sito di una stazione, di podcast e contenuti extra. Su Spotify è intervenuto, prima del suo responsabile europeo Sung-Kyu Choi, il rappresentante di Sverige Radio Thomas Granryd. Thomas ha illustrato in dettaglio il progetto che ha portato alla creazione del canale SR su Spotify e tutti i vantaggi e gli ostacoli da aggirare.
Nel tweetbook Non trovate niente di mio a proposito di Soundcloud  per un refuso negli hashtag, ma Ben Fawkes ha fatto diversi esempi citando broadcaster come Al Jazeera per la tv e Radio Nacional España e Radio France per la radio. Fawkes si è lanciato in un brillante excursus sul futuro della piattaforma e sugli esperimenti portati avanti dai Soundcloudlabs, come la app "Story Wheel", una bellissima idea che permette di sincronizzare gli scatti fotografici di Instagram con commenti, soundtrack e registrazioni di suoni di sottofondo. La piattaforma sta diventando una vera e propria cassetta degli attrezzi con sistema editoriale integrato rivolto a giornalisti, reporter sul campo, citizen journalist, audiodocumentaristi, sound artist. Insomma tutti i soggetti intenzionati a valorizzare la parola parlata e il suono come veicolo di informazione e riflessione. Bravissimi.
Prima di Soundcloud un altro rappresentate della BBC, Sam Balley, ha parlato di tutti gli aspetti social e crowsourcing di un colossale evento musicale che Radio 1 ha organizzato nel periodo di Londra 2012 nella zona periferica popolare di Hackney. L'Hackney Weekend, un evento che ha coinvolto artisti e musicisti in un finesettimana in cui tutti questi personaggi si alternavano in concerti, incontri con il pubblico e workshop. Uno degli obiettivi infatti era quello di permettere ai partecipanti di apprendere dalla viva voce degli artisti e dei produttori, la storia di come sia possibile trasformare una passione come la musica in un mestiere gratificante sul piano personale e economico. Migliaia di giovani di una zona molto difficile della metropoli, quasi tutti di famiglie immigrate, hanno ascoltato, fatto e discusso musica partecipando ai concerti che si sono tenuti su sei palcoscenici differenti, visitando auditorium e studi allestiti per l'occasione, ascoltando il live radiofonico su BBC Radio 1 e naturalmente interagendo via Internet. Le dimensioni del progetto e i risultati ottenuti mettono in triste evidenza la distanza siderale che ci separa - sul piano culturale, musicale, tecnico ma anche civico e politico - dalle altre realtà europee che si esprimono attraverso la radiofonia e la multimedialità. l'Hackney Weekend dovrebbe diventare un caso di studio per tutti noi.
Alla seconda giornata di Multimedia Meets Radio non ho partecipato direttamente, ma sono andato a vedermi i siti dei progetti citati nelle presentazioni. Si tratta del progetto DIY.fm del portale musicale elvetico mx3.ch, una bellissima piattaforma realizzata con la partecipazione di tutti i canali radio "giovanili" delle varie rappresentanze linguistiche svizzere. DIY.fm è un Web tool che permette di assemblare e rimixare i programmi radio live, costruendo un palinsesto alternativo. Il player programmabile di DIY.fm permette per esempio di seguire un sottofondo live di una stazione preferita con il sistema che inserisce automaticamente i programmi trasmessi da un altro canale, nell'orario preciso di trasmissione. La scelta possibile riguarda una trentina di canali diffusi da SRG SSR via radio, DAB o Web.
In chiusura di convegno, la britannica Folder Media ha presentato il canale per bambini e adolescenti FunKids, la stazione radiofonica diffusa nel Regno Unito (aree di Londra e sud-est) via DAB e online. Questa estate FunKids ha presentato la sua app per iPad, piena di giochi e contenuti alternativi.

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