01 luglio 2006

La radio dei silenzi

Impegni e spostamenti mi tengono lontano dalle mie cronache radiantistiche. Uno di questi spostamenti riguarda proprio la radio (digitale) e sarà oggetto di un prossimo post, ma in questa temporanea pausa di silenzio di Radiopassioni si verificano purtroppo alcune pause assai più che temporanee nel mondo della programmazione su onde corte e medie.
Le maggiori implicazioni, almeno per chi cerca ancora di sorvegliare le onde medie sulle lunghe distanze, arrivano dallo spegnimento del potente trasmettitore norvegese di Kvitsøy, su 1314 kHz. Ho ascoltato gli ultimi minuti di trasmissione stanotte, qui in Liguria, dove peraltro la situazione sulle bande basse è pessima e le scariche temporalesche rovinano l'ascolto. La Norvegia spegne 1314 dopo 25 anni di servizio, probabilmente per risparmiare su una potenza originaria di 1.200 kiloWatt. Il trasmettitore di Kvitsøy (nella foto, estratta dal breve articolo di Wikipedia) arrivava ovunque, per i DXer nordamericani era un faro propagativo importante. La sua assenza si farà sentire soprattutto nel nord Europa, ma anche da noi potrebbero aprirsi alcune opportunità, magari sul canale adiacente di 1320 kHz. E' uno spegnimento che non lascia molti buchi sul canale: Spagna e Romania si fanno sentire comunque, specie dalle nostre parti. Sulle onde medie la Norvegia si può ancora cercare di ascoltare su 630 kHz (una frequenza che in passato ero riuscito a beccare) da Vigra, con programmazione regionale. Proibitive sono le frequenze di 675 kHz dal nord e di 1485 kHz dalle Svalbard. Non parliamo nemmeno dei 153 kHz sulle lunghe. E poi naturalmente c'è il satellite Thor che trasporta tutti i canali radiofonici e televisivi. Ora sono aperte le scommesse: quanto ci vorrà secondo voi prima che la BBC o chi per lei affitti questa capacità da 1.200 kW per un bel servizio 24 ore su 24 in DRM?
Altra nazione, altro spegnimento. Da tempo si sapeva che il servizio internazionale della radio slovacca fosse in pericolo di sussistenza sulle onde corte. Puntualmente, ieri 30 giugno è arrivato il momento degli addii. Da ora l'emittente potrà essere ascoltata via internet e satellite, ma i tagli al personale fanno pensare che l'intera redazione in cinque lingue sia in pericolo. Radio Slovakia internazionale era stata creata nel 1993, al momento della separazione dai cugini cechi.
Secondo Rapportoradio sarebbero in forse anche i programmi di Radio Budapest (che trasmette anche in italiano). Il magazine multimediale riferisce che la decisione definitiva verrà presa in agosto, con la nomina del nuovo presidente della radio ungherese. La situazione economica in Ungheria non è molto stabile e le onde corte rappresentano ormai una voce di costo, non una opportunità.



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