29 ottobre 2015

Radio Research 2015 a Madrid, la scienza della radio (e del podcast) di qualità

È in corso a Madrid, fino al 30 ottobre, la Radio Research Conference 2015 promossa da ECREA, European Communication Research and Education Association, un organismo per lo studio dei media che attualmente ha sede presso l'Université Libre de Bruxelles. All'incontro, uno dei più scientifici e autorevoli oggi promossi in Europa, il mondo accademico italiano è validissimamente rappresentato da Tiziano Bonini, docente dello IULM. In questo momento - a mio modesto parere - Tiziano è il nostro massmediologo più preparato sul mondo della radiofonia ed è forse l'unico a saper coniugare un invidiabile background di teorico e ricercatore a una costante attività di regia e produzione di programmi radiofonici.
Il programma di Radio Research 2015 si può scaricare qui ed è confortante vedere che il nostro amato medium può contare sull'interesse di tanti studiosi. Tiziano, che nella giornata di apertura si è occupato, insieme con due "discussants" (Sally Galiana dell'Amarc e Patricia Horrillo di Agora Sol Radio) di Attivismo politico e protesta nella radiofonia, segnalava questa mattina sul suo profilo Facebook un articolo del quotidiano spagnolo El Diario che denunciava il tentativo, da parte del governo di centrodestra Rajoy, di eliminare dall'ordinamento giuridico il concetto di licenza da concedere alle "radio comunitarie", evidentemente ritenute troppo di sinistra e scomode. La volontà, secondo il giornale, sarebbe quella di relegare queste stazioni al Web, liberando così nuove risorse per le emittenti commerciali.
A Madrid si discute di molte altre cose, e la mia sensazione - sull'onda di quanto è stato detto anche qui su Radiopassioni a proposito di privatizzazione delle frequenze AM - è che un approccio più analitico, una maggiore creatività nel concepire contenuti e modalità distributive, farebbe molto bene anche alla radio italiana, che tra l'altro, con buona pace dei "commerciali", rappresenta ancora un mercato pubblicitario piccolo ma in discreta salute. Tra gli invitati a Radio Research c'è per esempio Carolina Guerrero, una colombiana che studia, a Stanford, presso la John S. Knight Journalism Fellowships. Carolina è anche la fondatrice di una piattaforma chiamata Radio Ambulante, che si prefigge l'obiettivo di formare una nuova generazione di giornalisti latinoamericani nel complesso, ma richiesto mestiere delle produzioni audio di lungo respiro. In questo breve filmato la Guerrero spiega che cosa è Radio Ambulante e perché è così importante sfruttare l'ottimo momento attraversato dal settore dei contenuti audio in podcast negli Stati Uniti. 



Vi suggerisco di andare a esplorare i contenuti del sito Radio Ambulante perché i materiali già prodotti sono veramente ben fatti. Diversi progetti sono in corso anche in Italia, dove qualche tentativo di promuovere il concetto di audio-documentario c'è. Anche la scena delle nostre Web radio è attraversata da un certo fervore. Ma ancora una volta la sensazione è che non ci sia molta consapevolezza e interesse da parte del potenziale pubblico, che per i contenuti giornalistici di qualità non può essere così di nicchia. Tanto da Radio RAI come dal mondo dei grandi network commerciali, invece, mi sembra di percepire una preoccupante indifferenza nei confronti della nuova progettualità radiofonica. Eppure basterebbe andare immergersi in una manifestazione come il Prix Italia per uscirne con una miriade di spunti.

27 ottobre 2015

Onde medie ai privati, parte la consultazione sulle regole. Ma ci sarà spazio per le radio associative?

Siamo sempre più vicini all'apertura definitiva - almeno sul piano normativo - delle onde medie al mondo dell'emittenza privata. Con  una rapidità che stupisce me e Giorgio Marsiglio - il giurista che segue la questione da sempre e che anzi vanta un indubbio merito personale come propulsore della legittimazione dell'uso delle radiofrequenze delle onde medie da parte di soggetti diversi dalla RAI - il sito AGCOM ospita da oggi la documentazione relativa al «procedimento per acquisire, tramite consultazione pubblica, commenti, elementi di informazione e documentazione in merito allo schema di Regolamento contenente i criteri e delle modalità di assegnazione delle frequenze radio in onde medie a modulazione di ampiezza (AM) ovvero mediante altre tecnologie innovative». La formula "altre tecnologie innovative" rappresenta un'aggiunta significativa, osserva Marsiglio e a mio parere è un chiaro riferimento all'impiego di modulazioni digitali come il DRM, che nelle ultime  uscite erano un po' sparite dai radar.

«E' l'unica occasione,» scrive il nostro esperto, «concessa per intervenire e, se possibile, correggere quello che non va della proposta che ora viene fatta dall'AGCOM.
Il documento è così strutturato:

- delibera di adozione dello schema (bozza, proposta) di regolamento, che viene sottoposto a consultazione pubblica;

- allegato A, contenente lo schema di regolamento;

- allegato B, contenente le modalità di partecipazione alla consultazione.

Per intervenire alla consultazione, vi invito fin da ora a leggere con attenzione l'allegato B, ricordandovi che abbiamo tempo trenta giorni da oggi per inviare le nostre osservazioni (quindi sino al 26 novembre 2015) via PEC. Attenzione, il termine è tassativo e, quindi, è buona norma inviarlo qualche giorno prima per evitare contestazioni. Per chi lo desidera, è possibile chiedere di essere direttamente ascoltati presso la sede dell'AGCOM (normalmente a Roma): in questo caso, le richieste di audizione dovranno essere fatte pervenire all'AGCOM entro dieci giorni dal termine di scadenza della consultazione. Al termine della consultazione, l'AGCOM approverà in via definitiva il proprio regolamento (speriamo tenendo conto delle nostre osservazioni), che servirà poi da guida al Ministero per fare le gare di assegnazione delle frequenze.»

Per quanto mi riguarda sono molto deluso dalla formulazione dell'articolo "5. Procedura di selezione comparativa" dove si legge:
La selezione comparativa di cui al comma 1 avviene sulla base dei seguenti elementi

e relativi punteggi massimi applicabili:



a. qualità del progetto tecnico di utilizzo delle frequenze e tempi di realizzazione del progetto (totale massimo 30 punti);
b. potenzialità economica del soggetto richiedente valutata in base al capitale sociale, interamente versato (totale massimo 30 punti);
c. piano di investimenti previsto (totale massimo 30 punti);
d. soggetto nuovo entrante (10 punti).
Insomma, il riferimento a potenzialità economiche e investimenti sembra escludere a priori la possibilità di avviare sulle onde medie progetti di carattere no profit e associativo, come se il "potenziale economico" delle onde medie potesse essere automaticamente equiparato a quello della banda FM. Non credo affatto che sia così e ho fondati motivi per pensarlo, a incominciare dalle pessime condizioni elettriche ambientali che fanno di questa porzione di spettro una finestra particolarmente rumorosa.
Possibile che esistano in Italia, soggetti commerciali pronti a investire così pesantemente su una parte del mezzo radiofonico che ovunque è commercialmente in declino e viene semmai riservato a iniziative strettamente comunitarie? Tra l'altro da quello che si è ascoltato finora con le varie "sperimentazioni" su queste frequenze, l'interesse sembrerebbe scarseggiare anche sul piano associativo. A parte il caso più strutturato della pionieristica Radio Challenger su 1368 kHz, tutto mi sembra chiudersi intorno alla nostalgia per due o tre generi musicali. Di spirito di iniziativa, e tanto meno di business plan, ho sentito parlare poco.
In ogni caso, se questa è una consultazione, fatevi sotto con opinioni e progetti, anche perché la scadenza è molto vicina.

04 ottobre 2015

Spazio chiama Atlantide: le voci dei primi cosmonauti sovietici e una peculiare installazione artistica


Oggi a Milano tornano a risuonare le registrazioni radiofoniche dallo spazio dei fratelli Judica-Cordiglia, protagonisti nei primi anni Sessanta di una formidabile epopea giornalistica centrata sulle prime sonde spaziali messe in orbita dai Sovietici. La conferenza di Massimo Judica-Cordiglia fa parte di un progetto artistico-storico in cui il mito di Atlantide rivisitato e reinterpretato da Marco Bulloni si intreccia con le sconosciute radici mistiche ed esoteriche del bolscevismo e la complessa storia dell'esplorazione spaziale sovietica. Il tutto avviene in un una installazione dell'artista milanese Riccardo Arena presentata in questi giorni negli spazi della Fabbrica del Vapore, nei pressi del cimitero Monumentale di Milano. 

Il punto comune di questo strano viaggio è l'arcipelago delle Solovetsky, nel Mar Bianco russo, chiuso a nord dalla penisola di Kola, al limitare dell'Artico. Per secoli dominio di monaci ortodossi, l'isola grande Solovki è stato anche un campo di esilio e prigionia del regime staliniano: qui ha trascorso un soggiorno forzato Pavel Florenskij, prete, ingegnere elettrico, fisico e poeta, seguace della misteriosa filosofia esoterica del cosmismo, a sua volta fondato da Nikolai Fyodorov (scomparso ancora prima della Rivoluzione antizarista del 1905). I cosmisti erano convinti del potere assoluto del connubio tra genere umano e scienza, un potere che avrebbe portato alla mortalità. Alcune spore di questa dottrina sarebbero germogliate nella retorica che l'Unione Sovietica riservava alle straordinarie imprese dei suoi scienziati spaziali.
L'isola di Solovki è anche al centro delle teorie di Bulloni, che in questa remota località pre-artica identifica la probabile sede geografica del racconto platonico dedicato al regno di Atlantide, inserendo quest'ultima in un ancor più complesso contesto archelogico, astronomico, letterario, iconografico. L'isola di Solovki-Atlantide diventa per Bulloni una sorta di onfalos, un ombelico sacro rappresentato dall'ancestrale figura del labirinto: il punto di interfaccia tra la vita e la morte, il ciclico percorso che conduce dalla fine alla rinascita. Questa inedita lettura, fusa con la narrazione del cosmismo, ha catturato Riccardo Arena, inducendolo a costruirvi un ambizioso progetto di viaggi,  ulteriori letture e creazioni artistiche. Nel progetto è inserito un breve ciclo di conferenze iniziato alla Fabbrica del Vapore sabato 3 ottobre sotto il coordinamento di Coordinatori: Matteo Bertelé, docente al centro delle arti russe di Ca' Foscari e Giulia Airoldi, ricercatrice. Insieme a Marco, che ha introdotto la storia antica e moderna delle Solovetsky, ha parlato brevemente del cosmismo lo storico delle dottrine politiche Giorgio Galli, mentre Bertelé e Gian Piero Piretto (docente di cultura russa alla Statale di Milano) hanno discusso rispettivamente del mito dei cosmonauti nella cultura visuale sovietica e del mito del volo che ha preceduto l'era apertasi nel 1957 con il lancio dello Sputnik. Oggi, 4 ottobre, Marco Bulloni tornerà a parlare del passaggio dal mito di Atlantide a quello dell'Ade insieme a Matteo Guarnaccia (con un intervento sul Volo Magico) e, appunto con Massimo Judica-Cordiglia, che è anche autore di documentari dedicati alle celebri - e controverse - intercettazioni spaziali.