Non tutte le radiazioni elettromagnetiche vengono evidententemente per nuocere. Ma se la notizia - pubblicata su Spectrum, la rivista dell'autorevolissima IEEE, la società degli ingegneri americani - dovesse diffondersi oltre l'ambito clinico per cui la tecnologia TMS, o Transcranial Magnetic Stimulation, è stata progettata, i cospirazionisti ci andranno a nozze. Si avverebbe la minaccia del controllo del cervello sotto l'azione di un'onda, come vaneggiava, a Milano trenta e più anni fa, il profeta di strada conosciuto come "C. T." Una società israeliana, Braisnway, avrebbe chiesto alla FDA americana l'autorizzazione alla messa in commercio di un nuovo dispositivo elettromagnetico per la cura non invasiva (e non farmacologica) della depressione. Si tratta in sostanza di un caschetto che incorpora gli avvolgimenti di alcuni elettromagneti. La corrente che passa attraverso le bobine induce un forte campo magnetico che a sua volta induce una corrente nei "circuiti" neuronali profondi. La IEEE spiega che la TMS "profonda" è analoga ma non completamente simile alla TMS ripetiva, un'altra forma di trattamento elettromagnetico delle malattie nervose i cui elettromagneti riescono a indurre correnti su strati molto superficiali.
Brainsway ha trovato il modo di contrastare l'attenuazione dei campi indotti nella materia neuronale. Leggiamo la spiegazione fornita dall'azienda israeliana: «the pulses are administered by passing high currents through an electromagnetic coil placed adjacent to a patient's scalp. The pulses induce an electric field in the underlying brain tissue. When the induced field is above a certain threshold, and is directed in an appropriate orientation relative the brain's neuronal pathways, localized axonal depolarizations are produced, thus activating the neurons in the relevant brain structure». La cosa sembra avere un senso. Nel giusto orientamento, il campo magnetico induce una corrente che agisce sul bilancio elettrochimico degli assoni, i "reofori" degli impulsi neuronali. Grazie alla depolarizzazione del canale di trasporto degli impulsi di attivazione delle cellule nervose, la TMS profonda riuscirebbe a risvegliere i percorsi neuronali compromessi dalla depressione.
Non saremmo di fronte a un rimedio fasullo, a dei dulcamara dei nervi. Le prove cliniche già condotte sulla TMS profonda parlano di risultati oggettivi, misurabili attraverso la scala di valutazione di Hamilton, un test che misura l'impatto della depressione attraverso una serie di domande multiple choice. I pazienti depressi trattati con le onde elettromagnetiche mostrano marcati segni di miglioramento. Se la FDA autorizzasse il caschetto Brainsway, sarebbe il quarto dispositivo "non invasivo" autorizzato dal 2005 a oggi. Rispetto all'elettroshock sembra comunque un bel progresso.