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11 maggio 2009

Gli esercizi di Arrigo

Avevo iniziato a registrare, proprio con Vcast, i concerti notturni del finesettimana trasmessi da Radio 3 per Esercizi di Memoria. Amabile come sempre mariu mi aveva anticipato la trasmissione di alcuni cicli di lieder schumaniani e brahmsiani, a me molto cari, e avevo finito per lasciare i parametri di registrazione del programma in modo da rinnovarne la cattura.
Come lascia intuire il titolo, così felice e teneramente "imperativo", l'autore del programma compiva il suo esercizio negli archivi sonori della Rai, andando a scovare grandi esecuzioni di musicisti che oggi, il più delle volte, sopravvivono solo nelle incisioni. Molti concerti degli Esercizi erano dal vivo e i nastri in questi casi custodiscono la doppia magia del tocco degli interpreti e del clima di trepidante aspettativa, pronta a sciogliersi nell'applauso, del pubblico in sala. Tante perle di musica che sembrano appartenere, con la loro incerta ma onesta qualità analogica, più ai gusti e alle atmosfere proprie degli esecutori e dei loro ascoltatori che a compositori ormai fuori dal tempo. Un programma definitivamente retrò, se vogliamo, da "matusa" relegati nel dopomezzanotte di un canale radiofonico valoroso e negletto.
Due o tre settimane fa, andando a scaricare il file registrato scopro che Vcast non aveva catturato le musiche di archivio di Esercizi ma quelle messe in onda da Auditorium, utilizzate come tappabuchi dopo il laconico annuncio dello slittamento della consueta trasmissione. Lo stesso annuncio sarebbe stato ripetuto la domenica successiva. Solo oggi mi sono incuriosito al punto di andare a cercare la causa di questi continui annullamenti e ho scoperto che non si tratta di un problema tecnico ovviabile facilmente. L'autore di Esercizi, il critico e musicologo Arrigo Quattrocchi, se n'è andato, a 48 anni, a fine aprile. I suoi Esercizi sono terminati e immagino che Radio Rai stia faticando a trovare un erede altrettanto appassionato e competente. Leggo, spulciando tra giornali e blog, che Quattrocchi era costretto in sedia a rotelle e dalla rievocazione fatta da un collega del Manifesto, con il quale Arrigo collaborava da anni, capisco che poteva trattarsi, se non di un tumore, di una di quelle sindromi degenerative, dalla diagnosi precoce e infausta, che esclude ogni possibilità di pianificare il futuro. Forse era per questo che Arrigo si muoveva con tanta cura in quegli archivi, ansioso di scovare nel passato qualcosa che regalasse un motivo in più, un verso in musica, un accordo di settima irrisolto, a chi invece i piani futuri potrebbe farli ma si sente scoraggiato.
Sul sito di Esercizi trovate i link a due recenti trasmissioni che i colleghi di Radio 3 hanno dedicato ad Arrigo e da lì, dal breve omaggio all'archivista che non c'è più, ho estratto una sua trouvaille, un waltzer postumo di Chopin da un bis, mai classificato, che Benedetti Michelangeli aveva regalato durante un concerto del 1956. Due minuti di grazia distillata da una partitura polacca delicatamente evocativa, un piccolo gioiello del pianismo assoluto di Chopin, pieno di invenzione e tristezza, di nostalgia e voglia di futuro.