24 settembre 2011

Lingo iMini, un dongle FM e DAB+ per iPhone/iPad



Dopo iRis, il guscio-batteria che trasforma l'iPhone in un recevitore DAB+, Lingo introduce iMini DABGo, un dongle per il connettore di iPhone 4 e iPad che svolge la stessa funzione ed è accompagnato da una suite di app DAB GO! che finalmente permette di gestire l'ascolto di radio terrestri FM e DAB/DAB+ e Web radio, oltre che accedere a file mp3 e You Tube. Il prezzo del dispositivo varia tra i 72 e gli 89 franchi in Svizzera. E' un vero peccato che l'Italia sia così lontana, forse irrimediabilmente lontana, da una strategia DAB effettivamente percorribile. Purtroppo la crisi economica in cui versiamo, la scarsa regolamentazione del mercato radiofonico e - diciamolo - la miopia di molti operatori del settore, ci costringono a privarci di una infrastruttura alternativa all'FM in grado sicuramente di creare nuovi spazi di opportunità per l'evoluzione ibrida di questo mezzo. Amen.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve sono Carlo, solo una precisazione allora perchè importiamo dalla Pure i dispositivi dab+?
Leggendo sui forum in molti si stanno interessando a questi dispositivi e stanno comprando gli apparati, chi glielo spiega che hanno buttato i soldi dalla finestra?

Andrea Lawendel ha detto...

Purtroppo l'obiezione di Carlo è del tutto fondata. Questo blog non ha relazioni dirette con i costruttori di apparati, io mi limito a dare notizie ed esprimere le mie valutazioni. Su DAB e la radio digitale in generale non sono del tutto scettico, ma i suoi sviluppi in Italia inducono sicuramente al pessimismo. Con questo non voglio dire che produttori come Pure si stiano comportando male. Anzi, Pure ha svolto molto bene il suo ruolo: costruire ottimi ricevitori DAB/FM e metterli sul mercato. E' un pezzo fondamentale della strategia di implementazione di una nuova infrastruttura, che sarebbe del tutto inutile senza gli apparati destinati agli utenti di questa infrastruttura. Pure fa benissimo a vendere le sue radio, sono gli altri protagonisti, i regolatori, gli editori, quelli che dovrebbero realizzare la nuova infrastruttura a sbagliare. In questa fase di durissima crisi finanziaria e economica non possiamo dar loro torto. Il loro comportamento negli anni scorsi invece è stato colpevolmente attendista. Con un vizio di fondo che è molto politico e molto, troppo italiano. Il DAB utilizza frequenze comuni alla banda III VHF televisiva, che nell'italia dell'imprenditore e primo ministro Silvio Berlusconi rappresenta un territorio intoccabile. Non a caso, la sperimentazione DAB è partita proprio quando il partito Mediaset scendeva in campo. Se oggi le radio DAB le possiamo buttare dalle finestre della maggior parte dei centri urbani medio-piccoli italiani, sappiamo benissimo chi dobbiamo ringraziare. Pure fa semplicemente il suo mestiere.