25 ottobre 2005

Honolulu, Scotland

Fin dove può arrivare il dx? Quando il giovane Marconi udì quel fatidico colpo di fucile, nella sua villa di Casalecchio, la ionosfera non era neppure stata scoperta. Solo dopo il secondo esperimento marconiano, quello tra Poldhu e Signal Hill (1901), nel 1902 Oliver Heaviside e Arthur Kennelly proposero l'esistenza, nell'atmosfera, di uno strato riflettente per i segnali radio. E pazienza se a detta di molti osservatori nell'esperimento di Poldhu Marconi semplicemente credette di ascoltare i tre punti della S in codice Morse (o che probabilmente i suoi apparati trasmittenti e riceventi generavano anche una portante nelle onde corte!). Quel che conta è che la ionosfera c'à e i segnali radio si propagano davvero a distanza insospettabili per chi oggi è abituato a "perdere" una stazione in FM dopo pochi chilometri di autostrada. Ma quali sono i limiti che ci fanno parlare di ricezioni record? Un paio di giorni fa, nel pieno di una fase molto interessante per la propagazione dei segnali in onde medie attraverso l'Atlantico, il DXer britannico Martin Hall è riuscito a catturare, dalla sua formidabile location scozzese, il segnale di una emittente locale di Honolulu, Kumu 1500 kHz. Finora, l'ascolto delle onde medie dal Pacifico in Europa era ritenuto possibile solo in condizioni molto favorevoli e solo alle latitudini della Lapponia artica o della costa settentrionale norvegese. Roba da 69-70 gradi di latitudine nord. Il villaggio di Clashmore, invece, si trova più o meno all'altezza di Tallinn, a oltre 11.000 km dalle Hawaii. Ma l'effetto mare, il percorso in buona parte "salino" che i segnali devono attraversare per arrivare da Martin deve evidentemente giocare un ruolo non indifferente, perché in questa stessa location vengono segnalati da qualche anno a questa parte segnali dall'Alaska e dalla West Coast americana, in orari che possono essere compresi tra le 12 e le 14 UTC (le Hawaii sono arrivate alle 11.30), quando dalle nostre parti il sole picchia forte anche in inverno. Contano anche le antenne utilizzate. Martin si serve dei lunghi fili delle antenne Beverage, che idealmente devono valere quanto una lunghezza d'onda o qualche suo multiplo. Un'altra antenna molto efficiente sperimentata in questi ultimi tre o quattro anni è la K9AY, dal call del radioamatore americano, Gary Breed, che l'ha inventata. Due loop a delta incrociati tra loro e molto sensibili nello sfruttare i segnali a bassissima angolatura, quasi radenti l'orizzonte, che caratterizzano questi immani salti ionosferici.
E in Italia? Beh le Hawaii sono sicuramente tagliate fuori, ma dalla West Coast americana, in questi anni un tentativo c'è. E nelle ultime due stagioni autunnali, in questa situazione di minimo solare, stanno dando parecchie soddisfazioni anche i segnali in onde medie dall'estremo oriente, ascolti davvero impegnativi considerando che avvengono su canali occupai da stazioni europee, non resi praticabili, come quelli Usa, da una diversa canalizzazione della banda MW. Proprio in questi giorni, il Giappone è arrivato su almeno due frequenze diverse, 1413 e 1386 kHz, insieme al Vietnam. Cina, Taiwan e le Filippine si sono già dimostrati bersagli fattibili, a oltre 9.000 km da noi.

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