Sulle caselle di posta e l'account di Facebook confluiscono messaggi rivelatori sulla futura evoluzione tecnologica della radio. Ieri a Las Vegas, come anticipato da Radiopassioni, NXP e il DRM Consortium hanno presentato la nuova piattaforma "car radio" per la decodifica multistandard dei segnali radio digitali. Il co-processore, siglato SAF356X, è una evoluzione di un co-processore precedentemente orientato a standard affermati come il DAB e HD Radio e oggi aperto anche al DRM/DRM+. Questo il link al comunicato NXP e il breve filmato You TUbe dal CES 2012:
Devo dire che a me sembra molto più interessante la notizia, annunciata da un altro comunicato NXP, dell'avvento della tecnologia MEMS in grado di sostituire i vecchi cristalli di quarzo nei circuiti di oscillazione che troviamo in quasi tutti i dispositivi di elettronica di consumo. I sintetizzatori di frequenza MEMS di NXP presentano parecchi vantaggi rispetto ai quarzi: occupano uno spazio inferiore di venti volte, sono molto più stabili alle variazioni termiche e possono oscillare a frequenze molto alte (200 MHz contro i 50 dei quarzi). Inoltre essendo i resonatori realizzati interamente in silicio possono essere integrati sugli stessi wafer dei circuiti.
Ma torniamo alla radio digitale. Contemporaneamente all'arrivo delle notizie dal CES di Las Vegas il giornalista britannico Barry Phox, collaboratore del Consumer Electronics Daily, ha diffuso un messaggio sulla lista di discussione dell'ufficio stampa del DRM Consortium. In esso Barry scrive di aver rivisto gli articoli scritti nell'arco di quasi un decennio, a partire dal 2004, per descrivere la radio numerica Digital Radio Mondiale e le sue brillanti prospettive. Phox ammette oggi di essersi sbagliato nel definire promettente una tecnologia che non è mai riuscita ad avere un reale impatto sul mercato. Crederò al DRM, conclude Barry, quando vedrò una "scatola", anche in pre-produzione, che sia perlomeno al livello degli apparecchi da meno di 100 sterline con cui Pure ha fatto decollare il fenomeno DAB in Gran Bretagna.
Imperterrito, nei suoi notiziari da Las Vegas il DRM Consortium afferma che l'India sta per dispiegare la tecnologia digitale per le sue trasmissioni in onde medie e dà con entusiasmo la notizia del definitivo ingresso del Digital Radio Mondiale tra gli standard approvati dall'ITU (il DRM, già approvato dall'ETSI come ES 201 980V3.1.1 è stato inserito dalll'ITU nella raccomandazione BS-1114 come System G, insieme al System A/Eureka 147, il C/IBOC, l'F/ISDB-T.
Può anche essere che il sostegno da parte dei broadcaster e degli organismi normatori favorisca lo sviluppo industriale della necessaria componentistica, ma non ci sono garanzie, per il momento, che i famosi ricevitori DRM ci saranno. Se l'India dichiara un generico interesse nei confronti della radiofonia locale in medie e corte in digitale e si attrezza per accendere le trasmissioni (che ancora non sono partite), l'unico segno tangibile è il dato riportato dal Consorzio: le ore di trasmissione di All India Radio in DRM sono aumentate sulle onde corte internazionali. Peccato che due broadcaster come Radio Nederland e Radio France Internationale, tra i primi fautori del DRMin HF, abbiano contemporaneamente resi noti dei tagli micidiali alle onde corte. Radio Nederland, colpita da un taglio del 70% del suo budget, le abbandonerà del tutto, a parte forse quelle rivolte a nazioni fortemente carenti sul piano della libertà di stampa. Radio France dovrà restringere di parecchio l'output, come ha appena fatto Deutsche Welle (un altro profeta di una tecnologia nata obsoleta).
L'unica a rimanere ancora aperta è la questione del DRM+ e del suo potenziale come tecnologia sostitutiva dell'FM analogica, ma anche qui i dubbi sono tutt'altro che risolti. Il primo ostacolo è ancora una volta la mancanza di ricevitori, problema che forse componenti come il co-processore NXP possono aiutare a risolvere. Ma nel caso del DRM+, che al contrario della tecnologia ibrida HD Radio/IBOC è una modulazione digitale pura, l'altro grosso nodo è la presenza dei segnali digitali in uno spettro interamente dedicato alla modulazione analogica. A parte qualche test realizzato per studiare il fenomeno delle interferenze (a breve dovrebbe partire in Italia una sperimentazione di Radio Vaticana), sull'effettivo impatto del DRM+ in banda 88-108 ci sono solo i grafici e le tabelle pubblicate dai laboratori di misura, manca una vera prova sul campo, fatta dal pubblico in presenza di numerosi segnali digitali adiacenti ai canali analogici in situazioni molto spesso affollate. La lezione che arriva dagli Stati Uniti dice però che in mancanza di serie misure di protezione, la convivenza tra numerico e digitale non è tutta rosa e fiori. Sono sempre più numerose le stazioni americane che rinunciano all'IBOC per operare in onde medie, anche a causa delle interferenze provocate sui canali adiacenti dalla componente digitale dei segnali. Diverse stazioni AM cominciano piuttosto a sperimentare la tecnica MDCL, Modulation Dependent Carrier Level, in cui l'energia dell'onda portante, che nella modulazione d'ampiezza classica è costante, viene dosata in funzione della dinamica audio: se il sonoro è basso l'energia (e quindi i costi in bolletta) diminuiscono.
Se in definitiva il futuro delle modulazioni radiofoniche digitali appare sempre più illusorio, gli scenari reali raccontano di uno scenario sempre più misto, di un matrimonio tra la radio che conosciamo e la rete. Oggi Francesco Delucia mi segnala un articolo sul Guardian che anticipa l'accordo tra UK Radioplayer, la piattaforma Web che permette di ascoltare in diretta gli stream di oltre 300 stazioni radio britanniche, eAudioBoo, altro servizio Web rivolto alla produzione audio indipendente e alla registrazione/condivisione di materiali sonori.
L'alleanza traRadioplayer e AudioBoo consentirà agli ascoltatori di affiancare alla modalità di ascolto in diretta anche una funzione di registrazione temporanea che in pratica rende possibile anche l'ascolto in differita. Sarà possibile tramite un pulsante sospendere l'ascolto di un programma su Radioplayer e riprenderlo in seguito. Un altro esempio di come la duplice realtà del broadcast e del broadband può trovare inedite formule di interazione reciproca, trasformando il modo in cui ascoltiamo la radio e rendendo questo mezzo ancora più appetibile per le nuove generazioni tecnologicamente "native".
4 commenti:
Comunque l' industria dei chip va avanti:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/bw/2012-01-10_110752910.html
Certamente. Come testimonia questo blog con decine di notizie sui chip, non solo di Frontier Silicon. La quale però è per il momento focalizzata sulla radio digitale Eureka 147. Il DRM è una tecnologia morta sulle onde corte internazionali perché sono le onde corte internazionali a essere morte. In onde medie e sulle corte regionali vedremo quello che faranno India, Russia e Cina, anche se francamente non si vedono molte ragioni per modificare radicalmente una strategia che sembra funzionare benissimo con l'analogico. Le incognite sul fronte del DRM+ in occidente non sono poche. Il dialogo con gli anonimi (o l'anonimo) che evidentemente non ama la mia posizione critica nei confronti del DRM va avanti da parecchio e francamente non capisco il perché dell'anonimato.
drm = assenza di liberta'
si nascondono dietro l amore per la scienza e non dicono che queste tecnologia servono solo per tappare la bocca alla diversita di pensiero o si e dentro al circuito della menzogna o si puo parlare solo al bar seduti con amici fidati perche l indomani se ascoltati si finirebbe per strada licenziati ecco la liberta
nn credete a queste favole servono solo a l controllo delle news e sociale
Solo per precisare: non stiamo parlando di Digital Rights Management ma di Digital Radio Mondiale, una modulazione numerica per la radio. In entrambi i casi anch'io preferisco chiacchierare al bar con gli amici.
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