Con i suoi labirintici intrecci, le sue infinite sinapsi, la Rete sembrerebbe una efficace metafora postmoderna del nostro cervello. Una razionale macchina organica pensante. E invece no. La Rete è un concreto non luogo dove trovano ospitalità i cuori e gli istinti, una piazza di incontri inattesi e ineluttabili, costellata di zone oscure in cui si annidano tesori inestimabili e intollerabili bassezze. La Rete è la vita. Tra chi ha la bontà di seguire, qui su RP, il mio modo di vedere la radio e il mondo, c'è una persona speciale che ha casualmente intrecciato la sua fitta trama di percorsi culturali e sonori con la mia - così sfilacciata e naif al confronto. E' una persona che in questi tempi difficili mi ha aiutato e mi aiuta, senza chiedere nulla e anzi coprendomi dei doni che ama condividere con gratuità inusitata (e forse ricevendo da me addirittura qualche sgarbo).
Qualche settimana fa, tra i continui suoi rimandi, mi è arrivato improvviso l'aggancio a una piccola opera letteraria, un racconto di Heinrich Böll dal titolo suggestivo: "La raccolta di silenzi del dottor Murke". «Leggendolo, mi ha detto, ho sentito che in ogni pagina c'era Radiopassioni.» Qualcosa mi è scattato dentro quando ho sentito quel titolo e dopo qualche ricerca ho individuato nella disordinata biblioteca di casa mia l'edizione dei Silenzi che Repubblica aveva regalato ai suoi lettori dieci e più anni fa. Il racconto fa parte di una raccolta di apologhi e scritti satirici apparsa alla fine degli anni cinquanta (il racconto in questione è del 1955). Nel 1964 il cabarettista tedesco Dieter Hildebrandt interpretò il protagonista della storia, il redattore culturale di una stazione radio, Dottor Murke, in un film per la tv. Curiosando sul Web ho scoperto anche una associazione culturale romana RaabeTeatro, che questa estate ha prodotto una libera riduzione del testo di Böll a cura di Stefania di Nuzzo.
La raccolta di silenzi è una satira dell'ambiente culturale tedesco del dopoguerra, dei suoi patetici voltafaccia e ridicoli revisionismi. Un apologo - o forse sarebbe meglio dire parabola - dove i temi politici si mescolano inaspettatamente a una profonda, autentica spiritualità. Il racconto è ambientato tra gli studi di una imprecisata stazione radio, popolata da personaggi mediocri e approfittatori. Un testo talmente radiofonico e sorprendente che ho pensato di leggerlo ad alta voce e di metterlo online, come mio personale regalo natalizio. O come augurio per un 2009 più sereno e magari più ricco di contenuti e iniziative per Radiopassioni.
Non sono un attore e non occorre essere valenti critici per rendersene conto: non riuscirei a far parte nemmeno della più scalcagnata delle filodrammatiche. Prendetelo come un primo, timido tentativo di podcast, una delle idee che mi frullano in testa e che spero prima o poi di realizzare. Un tentativo scaturito dal cuore. Anzi, in tali circostanze dai cuori. Vi abbraccio tutti, possiate trascorrere una festa vera, lieta e senza preoccupazioni, pervasa delle cose e delle persone che contano davvero.
Qualche settimana fa, tra i continui suoi rimandi, mi è arrivato improvviso l'aggancio a una piccola opera letteraria, un racconto di Heinrich Böll dal titolo suggestivo: "La raccolta di silenzi del dottor Murke". «Leggendolo, mi ha detto, ho sentito che in ogni pagina c'era Radiopassioni.» Qualcosa mi è scattato dentro quando ho sentito quel titolo e dopo qualche ricerca ho individuato nella disordinata biblioteca di casa mia l'edizione dei Silenzi che Repubblica aveva regalato ai suoi lettori dieci e più anni fa. Il racconto fa parte di una raccolta di apologhi e scritti satirici apparsa alla fine degli anni cinquanta (il racconto in questione è del 1955). Nel 1964 il cabarettista tedesco Dieter Hildebrandt interpretò il protagonista della storia, il redattore culturale di una stazione radio, Dottor Murke, in un film per la tv. Curiosando sul Web ho scoperto anche una associazione culturale romana RaabeTeatro, che questa estate ha prodotto una libera riduzione del testo di Böll a cura di Stefania di Nuzzo.
La raccolta di silenzi è una satira dell'ambiente culturale tedesco del dopoguerra, dei suoi patetici voltafaccia e ridicoli revisionismi. Un apologo - o forse sarebbe meglio dire parabola - dove i temi politici si mescolano inaspettatamente a una profonda, autentica spiritualità. Il racconto è ambientato tra gli studi di una imprecisata stazione radio, popolata da personaggi mediocri e approfittatori. Un testo talmente radiofonico e sorprendente che ho pensato di leggerlo ad alta voce e di metterlo online, come mio personale regalo natalizio. O come augurio per un 2009 più sereno e magari più ricco di contenuti e iniziative per Radiopassioni.
Non sono un attore e non occorre essere valenti critici per rendersene conto: non riuscirei a far parte nemmeno della più scalcagnata delle filodrammatiche. Prendetelo come un primo, timido tentativo di podcast, una delle idee che mi frullano in testa e che spero prima o poi di realizzare. Un tentativo scaturito dal cuore. Anzi, in tali circostanze dai cuori. Vi abbraccio tutti, possiate trascorrere una festa vera, lieta e senza preoccupazioni, pervasa delle cose e delle persone che contano davvero.
6 commenti:
ho partecipato alla messa in scena dei SILENZI. E´stato molto interessante vederlo in scena. nono stante i tempi radiofonici il pubblico é stato felicissimo di "vederlo" in scena.
Se lo riproponiamo te lo facciamo sapere.
Antonio
RaabeTeatro Roma
Grazie Antonio, mi piacerebbe molto. Esiste per caso una videoregistrazione del vostro adattamento? In bocca al lupo (mucha mierda come si direbbe ai teatranti castigliani).
ciao sono stefania di nuzzo
mi ha sorpreso la tua segnalazione e mi spiace di non avere alcuna immagine dello spettacolo da proporti; si è trattato di un corto teatrale giocato sul contrasto tra silenzio e rumore e tra buio e luce; così intendevo mettere il pubblico in una condizione di fisica condivisione (l'esperienza di trovarsi insieme ad altri e vicino agli attori al buio, di essere colpiti da parole senza senso, gracchiate da registratori).
Il nostro Murke non è fedele all'originale nella lettera, penso che lo sia nello spirito. Amo molto Boell e questo racconto è di sconcertante attualità.Ci siamo divertiti molto e ci è parso di rendere un servizio facendo conoscere questo testo. Sei invitato quando lo spettacolo sarà ripreso.
ciao
Grazie Stefania, ci conto.
Davvero di una attualità sconcertante, hai perfettamente ragione.
Grazie per il tuo regalo di Natale!
Ho ascoltato con piacere la tua lettura.
caro andrea ti invito alla nuova rappresentazione de I silenzi del dr Murke, mi farebbe piacere conoscere il tuo punto di vista. Andiamo in scena il 4 aprile alle 21. Trovi tutte le info sul nostro sito www.raabe.it.
a presto spero
stefania
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