24 dicembre 2012

Due idee italiane per lo streaming radiomusicale social e partecipativo



Sono nate in questi ultimi giorni due piattaforme di streaming musicale a carattere social, condiviso e partecipativo, entrambe italiane: AiRJB e Radio A Palla. Niente di straordinariamente nuovo, ma l'idea di AirJB, concepita da Nibble, sviluppatore software genovese, potrebbe essere interessante. AirJB è un jukebox esclusivamente per iOS con cui è possibile creare liste di brani (non è ben chiaro se con la propria musica o da una libreria royaltyfree) e condividerle con altri attraverso Web o via altre forme di streaming (compreso Apple Airplay, forse). Secondo i suoi creatori si può usare nei viaggi in macchina, in ufficio , nei club/bar, alle feste di compleanno o nelle cene con gli amici. Le playlist si condividono attraverso i social network e sono partecipative.


Diversamente dall'appena citato AirJB, Radio A Palla propone la formula dell'ascolto condiviso delle radio via Web, voglio dire stazioni radio vere, network pubblici e privati presenti on air e online, ascoltate attraverso il player Web di Radio A Palla (immagino che ci saranno anche delle app mobili ma per il momento non ne ho viste). L'ascolto ovviamente non è solitario, l'idea è di sfruttare al contempo le funzioni social di FB per segnalare e commentare i brani ascoltati con gli amici, dedicare un brano a qualcuno e così via (per il login su Radio A Palla potete utilizzare il vostro account FB). Interessante il fatto che il player Web estrae le informazioni sui brani musicali trasmessi e permette di sintonizzarsi sulle stazioni che stanno mettendo in onda la canzone. Non so se i team che ha sviluppato i due progetti hanno anche avuto modo di dare un'occhiata ad altre piattaforme di social streaming e ascolto condiviso di Internet radio - penso a due casi recenti come Serendip o Do it yourself FM (ne avevo parlato su Radiopassioni), la piattaforma della Radio Svizzera che permette di costruirsi una stazione radio su misura "componendola" con tutti i programmi preferiti diffusi dai vari canali SRG-SSR. Ma ci sono molti altri esempi di player Web based che consentono di accedere a stream radiofonici esterni e  condividere questo ascolto sui social network (un caso su tutti quello di TuneIn, ma anche Turntable.fm, Myxer.fm, che però non sono accessibili in Italia). Radio A Palla è per il momento puro ascolto condiviso e intelligente uso dei metadati relativi alla musica trasmessa, ma il concetto aspetta solo di crescere e di espandersi. Un punto critico - e qui mi permetto di suggerire a Radio A Palla di non rimuovere i logotipi originari dai canali radio intercettati, indicati al momento solo per nome - potrebbe essere quello legato all'impiego di streaming che originano da altri editori.

21 dicembre 2012

La scienza della radio: risposte per tutti da Maxwell a Marconi e oltre

Ho il piacere di poter annoverare tra i miei più autorevoli (e assidui) lettori il nome di Gianfranco Verbana, radioamatore ma soprattutto inventore ed esperto di telecomunicazioni, autentico rappresentante della gloriosa tradizione ingegneristica italiana del dopoguerra (Gianfranco ha avuto la fortuna di poter approfondire una già estesa dottrina lavorando a stretto contatto con molti di coloro che hanno fatto la fortuna di aziende come Telettra e molte altre e condivide generosamente con noi i frutti intellettuali di quella frequentazione). Ora Gianfranco stesso mi segnala il restyling del sito Web del circolo radioamatoriale ARI di Lissone, il quale ospita nella sezione "Documenti" diverse presentazioni firmate Verbana.
Con l'avvicinarsi del periodo delle feste di fine-anno, non c'è occasione migliore per ripercorrere, insieme a Gianfranco, il complesso percorso dell'invenzione marconiana e molte altre problematiche tecniche e storiche affrontate dal nostro studioso, sempre molto abile nello spiegare le cose in modo chiaro ma senza pericolose semplificazioni e nel rispetto assoluto dei formalismi di formule e teorie. Possiamo partire da questa minibiobliografia dei suoi interventi e articoli apparsi o segnalati qui su Radiopassioni:

Serata 11 dicembre 2009, dedicata a una approfondita disamina dele attività di Marconi fino al 1901 annunciata in:


la presentazione della serata si può scaricare adesso all'indirizzo: 


Interventi e articoli su Marconi (alcuni link sono stati riparati, in particolare quelli alle due parti del fondamentale articolo sulla "scoperta" delle potenzialità delle onde corte nella daylight):


Sull'apparecchio "Ondina"

Il raggio della Morte e le bugie fasciste.

A proposito di logica cablata:

La "querelle" sui fratelli Judica Cordiglia: 

Lincredibile storia del ponte radio Telettra con il record di "gittata":

Che cosa ha veramente detto Shannon:

Alle pubblicazioni raccolte dai siti dell'ARI di Milano e Lissone, mi sembra doveroso aggiungere la presentazione che Gianfranco tenne nel 2010 all'Istituto Floriani di Vimercate raccontando la storia dell'elettricità.
Ricordo anche che molti delle osservazioni verbaniane che in questi anni anni ho riportato sul mio blog sono state originariamente pubblicate sul sito di alta divulgazione scientifica Via Lattea, fondato e coordinato da Nicola Scarpel e Paolo Sirtori, iniziativa no profit alla quale Verbana partecipa rispondendo alle domande della sezione Chiedi all'esperto. L'ultima risposta in ordine cronologico è recentissima e riguarda la velocità della radiazione elettromagnetica nel vuoto ricavata dalle equazioni di Maxwell, ma nelle sue numerose risposte dal 2000 a oggi (il sito Via Lattea è stato fondato nel 1997) Verbana si è occupato anche della velocità del paracadutista stratosferico Baumgartner e della questione dei campi elettromagnetici "vicini" non-radiativi. 
Ancora un ringraziamento all'amico Gianfranco e tanti auguri per un Natale superscientifico, in barba alle assurde superstizioni dei Maya e degli oroscopi per l'anno nuovo.

La gentile clientela del "plurimediale" costruito sul format radiodramma


Questa sera alle 19 debutta all'Elfo il nuovo audiodramma di Autorevole, l'iniziativa della Fonderia Mercury di Sergio Ferrentino per la promozione della forma letteraria del radiodramma in una chiave di "plurimedialità". Gli audiodrammi non sono un nostalgico omaggio ma una reinterpretazione di un "genere" affermato: la scrittura per la pagina invisibile rappresentato dallo spazio radiofonico. 

Ricordo qui la formula. L'audiodramma viene registrato in una sala teatrale alla presenza di un pubblico che "vede" gli attori statici, senza alcuna coreografia particolare, e ascolta la regia sonora attraverso le cuffie. Autorevole mette successivamente in vendita i vari lavori in forma di file mp3 da prelevare. Più recentemente si sono aggiunti i libri, cartacei e elettronici, con le sceneggiature complete e una ulteriore edizione sottoforma di app per smartphone, in cui tutte queste dimensioni - il sonoro, la lettura, la fotografia di scena - si fondono in un prodotto letterario che può essere consumato in molti modi.
L'opera che verrà rappresentata oggi e domani, 21-22 dicembre si intitola "La gentile clientela"e l'autore è Andrea Bajani, l'audioregia è di Sergio Ferrentino. La storia, ambientata al Museo Anna Frank di Amsterdam, rischia di essere particolarmente attuale nel giorno in cui i neonazisti di Alba Dorata si presentano ufficialmente in Italia. Ma Autorevole ci ha abituati a queste inquietanti intersezioni tra finzione e realtà. La recente vicenda del presunto rapimento "ragioniere di Berlusconi"ha una incredibile somiglianza con la trama di "Il contabile e le murene", audiodramma di Pino Corrias presentato nel corso della prima stagione di questa serie.


19 dicembre 2012

ADS-B Mode S+chiavette USB RTL: aviation radar con 20 dollari

Grazie alle sperimentazioni di Andrea Borgnino, ecco due piccole ma significative novità software che consentono l'impiego di dispositivi USB ad ampia copertura - le ormai celebri chiavette low cos per la ricezione televisiva digitale - anche per il monitoraggio del sistema ADS-B Mode S utilizzato per applicazioni di  radiolocalizzazione e telemetria sugli aerei di linea. Per questo tipo di ricezione era finora necessario dotarsi di ricevitori scanner modificati per l'uso della media frequenza non demodulata, o l'acquisto di apparecchi specifici. Con le chiavette USB la cui banda base convertita può essere "catturata" nella sua interezza, la cosa diventa ancora più facile.
I progetti che si sono imposti all'attenzione degli appassionati di monitoraggio del traffico marittimo (ADS-B è una modalità dati che attraverso lo scambio di segnali su una frequenza di 1090 MHz permette di trasferire su mappe in tempo reale al suolo la posizione e gli identificativi degli aerei, tracciando le rotte con estrema posizione) derivano da una delle tante applicazioni sviluppate nell'ambito della piattaforma GNU RADIO, in particolare il progetto "gr-air-modes". Una prima implementazione più snella viene dalla Germania e si può prelevare dal sito Jetvision.de. Le istruzioni prevedono una semplice installazione sotto Windows i necessari driver DLL e le librerie USBLib dal sito Osmocom, repository centrale di molti progetti basati su dispositivi RTL-SDR. Le chiavette che non sono mai state configurate devono essere impostate con l'eseguibile Zadig da Sourceforge. In genere se la chiavetta era già stata impostata è sufficiente installare i driver già citati nella cartella che contiene il software RTL1090. Questa applicazione funge da server per il trasferimento dei dati ricevuti dalla chiavetta verso un software di tracciamento come PlanePlotter della COAA. Qui c'è il set up utilizzato da Andrea:



Un programma simile a RTL1090 è stato messo a punto proprio in questi giorni da Youssef, lo sviluppatore del software di demodulazione SDR SDRSharp (o SDR#) e si chiama appropriatamente ADSB#. Anche in questo caso il software agisce da server nei confronti di PlanePlotter:


18 dicembre 2012

Giornata dei migranti 2012: da Lampedusa a Chiasso, per non dimenticare

Oggi,  il 18 dicembre, per le Nazioni Unite, è la Giornata internazionale dei migranti. Qui su Radiopassioni non è la prima volta che ricordo la ricorrenza: la prima è stata cinque anni fa. Da allora la situazione è solo diventata più complessa e per quanto riguarda l'Italia, con i suoi liquidi confini, le sue piccole isole meridionali gettate come schegge di promesse difficili da mantenere quasi a portata di remo di un mondo che si accontenta anche di queste promesse, il suo lungo lato esposto a oriente, il fenomeno delle migrazioni è - o dovrebbe essere - ai primi posti della classifica dei problemi nazionali da affrontare, in una chiave di maggiore equità, solidarietà e soprattutto di lotta all'indifferenza.
E invece cinque anni dopo quella mia prima segnalazione della Giornata, delle iniziative coordinate dalle ONG belga December 18 (in particolare la stazione Web Radio1812 e tutte le emittenti online e on air che vi partecipano direttamente con i loro programmi), di tutti gli altri eventi che troverete anche quest'anno nel calendario curato da Global Migrants Action, nonostante tutto questo succede ancora di ascoltare appelli come quello lanciato da Giusi Nicolini, combattiva neosindaco di Lampedusa. Ho letto in questi giorni la trascrizione delle parole che Giusi, con la sua bella cadenza siciliana, aveva pronunciato nella trasmissione di Radio 3 Fahrenheit (era il 7 novembre, la potete risentire qui) e ho pensato di dare il mio piccolo contributo cercando di farla circolare il più possibile. 

Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa.
Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.
Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa  motivo di vergogna e disonore. 
In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene  consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.
Giusi Nicolini
E' davvero agghiacciante pensare che l'Europa del Nobel per la pace, dell'industrializzazione, di un benessere che la crisi attenua senza annullare, riesca a tollerare lo stillicidio dei corpi che il mare restituisce di malavoglia e che fanno addirittura fatica a trovare un pezzo di terra per una pietosa sepoltura. Eppure è quello che succede e continuerà a succedere a Lampedusa, malgrado i lodevoli sforzi degli abitanti e della loro nuova, coraggiosa rappresentante. Continuerà a succedere anche dopo la Giornata del migrante, ma intanto soffermiamoci a pensare almeno per qualche minuto a una tragedia che è anche il sintomo di un nostro fallimento generazionale, della nostra incapacità di perseguire e condividere gli stessi sogni di tanti "viaggiatori della speranza". 
Lasciatemi concludere citando il racconto dei ragazzi del Liceo di Mendrisio, il "Treno delle 8 e 47", trasmesso oggi dalla loro emittente Web Radio Lime in collaborazione con Radio Gwendalyn di Chiasso, uno degli attivi partecipanti al progetto di Radio1812. Il treno descritto in questo piccolo radiodocumentario parte ogni mattina dal confine italo-svizzero - dove ho personalmente assistito a tanti controlli, alcuni dei quali finiti con il brusco invito a scendere, armi e bagagli, per colpa di qualche problema con i passaporti e visti - e arriva fino a Lugano, senza proseguire. Un convoglio ideale per  le guardie di frontiera che devono smistare verso i centri di accoglienza di diverse località svizzere i migranti, legali e illegali, che a Chiasso riescono ad arrivare fortunosamente, a piedi, con l'autobus da Como, con i treni Tilo dall'Italia. Quel treno esiste per davvero, esistono davvero quei viaggiatori disorientati, sottomessi, così vividamente descritti dalle semplici parole dei giovani liceali di una delle nazioni più opulente della terra. Parte puntuale, come tutto in Svizzera, alle 8.47 del mattino. Tutto molto asettico, efficiente, distaccato, niente a che vedere con i vecchi barconi di Lampedusa e l'avvolgente disorganizzazione siciliana, che riesce a funzionare contro ogni umana aspettativa. Ma come per i barconi quello che conta è il carico del treno ed è un carico che gronda dolore e rimandi a una Europa povera e devastata, a treni guidati da efficienti europei che portavano verso le miniere e le fabbriche della ricostruzione. O che pochi anni prima conducevano a centri di accoglienza un po' particolari, verso quell'oblio che - chissà - vorremmo inghiottisse oggi anche i disperati che bussano alle nostre porte. Senza pensare che dimenticando loro dimentichiamo noi stessi e tutto tornerebbe a essere perduto.

17 dicembre 2012

Onde Medie RAI, avviata una drastica ristrutturazione: in vita resterà una dozzina di impianti

E' partito il piano di riassetto e dismissione delle onde medie di Radio RAI. Lo conferma l'annuncio diffuso in questi giorni dai notiziari locali televisivi e radiofonici (qui l'audio distribuito da Paolo Quintavalle sul gruppo Radio Bari di Facebook:


L'annuncio è stato ascoltato e segnalato dalla testata Broadcast&Production.
Come Radiopassioni aveva anticipato, era stata decisa una radicale revisione del parco di trasmettitori in onde medie ancora in funzione in Italia. Da questa ristrutturazione dovrebbero salvarsi una dozzina di impianti, con priorità a quelli più recenti e in aree dove la copertura in FM è più problematica. Una delle vittime più illustri  - dopo le tante che in queste settimane hanno anche provocato qualche protesta - dovrebbe proprio essere l'antenna onde medie di Siziano - Milano, attiva su 900 kHz. L'impianto sarebbe anche non a norma. Il condizionale è comunque d'obbligo, perché l'eventuale dismissione di Siziano non è ancora una notizia confermata.

13 dicembre 2012

Last.fm sopprime quasi ovunque i "canali radiofonici". Restano - a pagamento - solo in 8 nazioni

Cambiamento di policy in casa Last.fm, che sopprime per la stragrande maggioranza delle Nazioni del mondo, Italia inclusa, la funzione dei canali in streaming personalizzati, le cosiddette "radio stations" finora riservate solo agli abbonati (gratuitamente in USA, UK e Germania). A partire dal prossimo 15 gennaio 2013, anche gli utenti in queste tre nazioni dovranno pagare 3 dollari al mese per accedere alle stazioni radio, mentre la feature dei contenuti in streaming resterà accessibile (sempre a pagamento) in Canada, Irlanda, Brasile, Australia e Nuova Zelanda). In tutti gli altri Paesi, tra cui appunto l'Italia, i "canali radiofonici" di Last.fm spariranno. Per gli utenti paganti italiani resta una formula di abbonamento a 3 euro al mese che consente di accedere ai servizi di "music discovery" in una modalità preferenziale. In pratica l'esplorazione dei vari generi musicali con i suggerimenti su nuovi autori non prevede l'ascolto di annunci pubblicitari. In più l'abbonato dispone di amenities come la visualizazzione dei visitatori del profilo personale e l'accesso a un'area "vip" con classifiche e grafici esclusivi e altre novità dai Last.fm Labs. Elena Brescacin, che ringrazio per avermi segnalato una notizia che sta passando un po' sotto silenzio - mi fa capire che 36 euro all'anno per tutto questo sono una somma spropositata e in effetti non posso darle torto. Chiaramente i nodi della musica legale in streaming stanno venendo al pettine: il sistema delle royalties rende insostenibili anche i servizi a pagamento, almeno ai livelli di prezzo molto contenuti che caratterizzano le offerte attuali. C'è veramente da chiedersi che cosa abbiano in mente le case discografiche e i titolari dei diritti che si ostinano a rendere difficilissima (o salatissima) la vita di chi non vuole ricorrere a mezzi illegali ma non può essere costretta a sborsare somme spropositate per consumi musicali che sono comunque imponenti. Ha senso continuare a trattare la musica digitale come se fosse cocaina?

12 dicembre 2012

Orbite luminose: nei cieli si apre la caccia a FITSAT e Kwangmyongsong-3

Le orbite intorno alla terra sono sempre più affollate di satelliti di origine radioamatoriale o comunque dotati di sistemi di comunicazione che gli appassionati "sat tracker" riescono a monitorare anche con strumenti non particolarmente evoluti. A fare notizia in questi giorni due satelliti dal Far East, il piccolo "cube-sat" amatoriale giapponese FITSAT-1 e il già controverso satellite nordcoreano Kwangmyongsong-3 (seconda versione, dopo il fallimento di aprile), lanciato proprio questa mattina, il 12.12.12 poco dopo le 00 UTC. Ecco il sobrio annuncio della brillante messa in orbita dagli schermi di Tele Pyongyang (non oso pensare che cosa accadrebbe se l'annuncio riguardasse la decisione da parte di Seoul di chiedere l'annessione alla Corea del Nord):


Il satellite, del peso di 100 chilogrammi, dovrebbe avere una orbita eliosincrona e secondo alcune informazioni (in particolare quelle fornite dal sito 38North) avrebbe a bordo un beacon radio attivo sulla frequenza di 470 MHz. Anche N2YO sta già pubblicando le mappe di tracciamento.
In attesa di capire meglio se l'operazione spaziale nordcoreana è andata in porto (e in questo caso gli occidentali non saranno troppo contenti), tutte le energie si concentrano sul giapponese FITSAT-1 che è stato battezzato il "satellite di Natale", perché oltre all'antenna radio il piccolo satellite cubico monta un segnalatore luminoso a LED che in questi giorni dovrebbe essere utilizzato per lanciare un messaggio in codice Morse sulla volta del cielo. La data fissata finora per il passaggio europeo era il 13 dicembre, ma a quanto leggo sul sito ora è previsto un passaggio per il 14 dicembre, tra le 22.54,30 e le 22.56,30 UTC (da noi prevedono neve). FITSAT-1 non dovrebbe servirsi del codice Morse questa volta: si limiterebbe ad attivare il suo faretto luminoso in modalità pulsante a una frequenza di 10 Hz. L'osservarzione può avvenire con un semplice binocolo,  o forse anche a occhio nudo, ma il cielo dev'essere sereno. Ecco come funziona una osservazione FITSAT in questo esempio scattato oggi in Giappone durante un breve test del sistema di segnalamento, con un tempo di due secondi di esposizione. A 10 Hz in due secondi si contano 20 "dash":


Per seguire il tracciato di FITSAT e i periodi di migliore visibilità, è consigliabile puntare sulla pagina allestita da Simone Corbellini, SatFlare.

09 dicembre 2012

Morire dal ridere: per Jacintha uno scherzo radiofonico finito male


Forse attraversava un momento difficile della sua vita, forse temeva le conseguenze legali di quella che poteva apparire come una sua omissione, lei infermiera di prima classe ma di origine indiana, una provinciale di Bristol pendolare a Londra per il suo lavoro a King Edward VII, tra le più esclusive case di cura private della grande capitale. L'aspetto più assurdo è che Jacintha Saldanha, 46 anni, madre di due adolescenti, ha deciso di farla finita non per un errore professionale, per aver fatto male a un paziente. L'infermiera suicida che sta facendo piangere i suoi ignari famigliari e milioni di lettori in Gran Bretagna e Australia è l'unica vera vittima di uno scherzo radiofonico, crudele quanto efficace. A dimostrazione del fatto che di gossip "innocente", nella società di un'informazione sempre più vacua e incontrollata, si può anche morire.
Tutto nasce intorno all'ennesimo "evento" costruito intorno alla più produttiva fabbrica del pettegolezzo del mondo: la premiata casa reale inglese. Quando martedì scorso si diffonde la notizia del ricovero di Kate, duchessa di Cambridge, moglie del principe William, in preda a violente nausee mattutine, il centralino del King Edward squilla molto presto al mattino dopo. Per una banale questione di cambio di turni a rispondere al telefono è proprio Jacintha. All'altro capo del filo una voce femminile chiede di parlare immediatamente con "mia nipote Kate". Disorientata, Jacintha trasferisce la chiamata a una collega del reparto la quale fornisce tutta una serie di dettagli medici sull'augusta paziente. Peccato che a parlare, con un accento fortemente australiano, non sia la Regina Elisabetta bensì Mel Greig, conduttrice insieme a Michael Christian di un popolare programma dell'emittente musicale 2DayFM, che trasmette su 104.1 MHz a Sydney. I due - già coinvolti in passato in simili azioni "scherzose" - mettono subito in onda lo scherzo e la loro impresa fa il giro del mondo. L'indignazione della Royal Family e dei responsabili della clinica è ai massimi. La cosa più incredibile è che ben due operatrici dell'ospedale non si siano insospettite per le voci di Mel-Elisabetta e Michael-Carlo d'Inghilterra, palesemente caricaturali, o per una procedura che appare subito irrituale: quando mai una regina novantenne si mette al telefono alle 5 del mattino per chiedere alla prima infermiera che passa qual è l'ora più indicata per passare a trovare la "cara nipote"?


Due o tre giorni dopo, a diffondersi è la notizia della morte di Jacintha Saldanha. A commettere il presunto suicidio, per giunta, non è la loquace addetta che si intrattiene amabilmente con la presunta futura bisnonna, ma la povera centralinista improvvisata che pronuncia poche parole per pochi secondi: il tempo necessario per passare la chiamata a qualcun altro. Chiunque probabilmente si sarebbe comportato così, ma Jacintha deve essersi sentita terribilmente inadeguata e vulnerabile.
La morte, avvenuta nel convitto dove trascorreva, nel tempo libero, le sue giornate londinesi, ha scatenato un'ondata di proteste ufficiale. Il regolatore australiano, ACMA, ha immediatamente aperto un'inchiesta per stabilire se i due DJ di 2DayFM abbiano violato i regolamenti che proibiscono l'uso di informazioni carpite con metodi non trasparenti. Southern Cross Austereo, editore di 2DayFM si affretta a precisare, con un metro di pelo sullo stomaco, di non aver violato alcuna legge. Ma sono soprattutto gli sponsor del programma a essere inviperiti: molti di loro stanno stracciando i contratti pubblicitari che li legano a 2Day, accusata oltretutto di aver lasciato che le registrazioni dello scherzo potessero circolare anche parecchie ore dopo la scoperta del corpo della Saldanha.
Una tragedia avvenuta per la sommatorie di circostanze banali: la solita "vip" incinta, una collega dal pessimo orecchio pronta a scambiare per regina una persona chiaramente più giovane e per niente British, un ospedale privato che non rispetta la privacy, una coppia di conduttori che ricorre a uno strumento abusato come lo scherzo telefonico sbattendosela di regole che proibiscono la messa in onda di dichiarazioni non autorizzate. Questa volta ci è scappato il morto e nel peggiore dei modi.

06 dicembre 2012

Revo e Geneva, le radio DAB diventano mainstream

Ci sono tutti i sintomi dell'accreditamento del concetto di radio digitale DAB tra le tecnologie "mainstream", quelle familiari a milioni di utenti (e acquirenti). Spinta dall'allargamento delle zone di copertura - dalla Norvegia, che sarà con tutta la proabilità la prima nazione al mondo a spegnere la radio analogica in FM, a grandi nazioni come UK, Germania, Australia, presto Francia e speriamo anche Italia, nell'imminenza del lancio del progetto di radio digitale in Trentino - nonché dall'arricchimento della scelta dei contenuti, il Digital Audio Broadcast registra un aumento geometrico del numero di marche e apparecchi immessi sui mercati.
I designer norvegesi di Skrekkøgle sono riusciti a costruire Plugg, un prototipo di radio DAB, utilizzando addirittura una stampante 3D. L'interfaccia è ultralineare, la radio si accende e si spegne con un tappo di sughero. L'idea è dimostrare un diverso concetto di interazione, ma quel che conta è il dispositivo con cui si interagisce è una radio digitale.

Plugg from Skrekkøgle on Vimeo.

Se Plugg può essere considerato un semplice esperimento, la britannica Revo e la svizzera GenevaLab attaccano direttamente il mercato finale con due apparecchi DAB tra loro molto diversi ma uniti dall'obiettivo di fornire una soluzione all in one. Revo Pixis è una radio DAB+/FM con display a colori touch e una navigazione che si limita a una unica grande manopola. Il prezzo suggerito di 99 sterline la colloca in una fascia di prodotti intermedia rispetto a Geneva WorldRadio, erede della grande tradizione anni 50 e 60 degli apparecchi "portatili" a onde corte. Ora le stazioni "di tutto il mondo" si ricevono via Internet e Geneva WorldRadio lo fa con un escamotage: il ricevitore non integra l'elettronica per la ricezione e la decodifica diretta degli stream radiofonici Web, ma la sua interfaccia Bluetooth permette di sintonizzare WorldRadio sullo stream ricevuto dallo smartphone o dal tablet. La funzionalità radiofonica copre le frequenze e le modulazioni del DAB+ e dell'FM con RDS. Unico difettuccio di questa soluzione è un prezzo di 349 euro che non è propriamente regalato, ma è giustificato o almeno spiegabile con la presenza di due stadi di amplificazone, uno analogico per l'FM, l'altro digitale per gli streaming audio ricevuti via Bluetooth. Un particolare interessante: tanto la scozzese Revo che la ticinese (la sede è a Balerna) GenevaLab, sono evidentemente interessate al nostro mercato. Il manuale della Pixis è in lingua italiana, mentre Geneva WorldRadio ha un distributore milanese. Sounders, che ha anche un accattivante sito Web.

04 dicembre 2012

Apple iTunes 11, ormai imminente il servizio in streaming musicale?

Ho trovato una definizione molto efficace della radio digitale nell'ultimo numero (dicembre 2012, con in copertina una storia tutta da leggere su MPEG-DASH, o "Dynamic Adaptive Streaming over HTTP") di Tech-i, la rivista tecnologica dell'EBU di Ginevra. "La radio digitale non è una tecnologia. E' un prodotto editoriale." Efficace ma semplicissima, come vedete. E' anche molto vera e come spesso accade completamente ignorata dai più. Di radio digitale, anzi di prodotti editoriali centrati sulla musica, si parla moltissimo in questo momento, dopo che Apple ha reso disponibile l'undicesima versione di iTunes.
Se si parla tanto di un software che non rappresenta una vera e propria novità, è perché secondo parecchi osservatori (CNET cita per esempio il blog - chiuso ai lettori che non si siano preregistrati utilizzando un dominio aziendale - della società di brokeraggio e analisi di mercato BTIG) Apple sarebbe pronta al varo del suo nuovo servizio musicale in streaming. In streaming, si badi bene: un modello che ha preso il posto, nel cuore e nelle abitudini di molti utenti di Internet, del tradizionale download musicale inaugurato proprio da Apple con la prima versione di iTunes.
Le speculazioni, che parlano di un possibile debutto all'inizio del 2013, si fondano anche su una accurata analisi della nuova interfaccia di iTunes, in cui il menu Radio (una funzione presente fin dall'iTunes 1.0) appare in una nuova barra di opzioni disposta orizzontalmente, non più solo verticalmente nella finestra del programma. Il pulsante Radio continua ad attivare il solito elenco alfabetico di servizi musicali in streaming, ma questo non esclude la possibilità che Apple stia studiando un prodotto all'altezza di concorrenti come Pandora e Spotify. Tra i tanti commenti mi piace riportare qui quello pubblicato da RadioTech, la newsletter tecnologica del NAB, l'associazione dei broadcaster radiofonici americani. Colpiscono in particolare le parole sulla possibile integrazione del servizio "Apple iRadio" (un nome puramente fittizio, del resto iRadio è una app venduta da uno sviluppatore italiano attraverso Apple Store) con nuovi strumenti pubblicitari geolocalizzati e applicazioni come Passbook, una applicazione iOS 6 che permette di conservare e ricevere varie forme di coupon e tagliandi offerti da locali, linee aeree, musei e negozi. Un ingrediente che potrebbe avere molti agganci con una campagna pubblicitaria a metà tra radiofonia e online.
Staremo a vedere come andrà a finire, ma è chiaro che l'ingresso di un nome come Apple nel segmento dello streaming potrebbe avere implicazioni notevoli. Nessuno nega che la musica in streaming Web attira moltissimi ascoltatori più o meno appassionati, ma c'è un problema economico, di sostenibilità, che getta una luce un po' inquietante sui destini ultimi di operatori come Pandora (che dopo la quotazione non sta andando granché bene). Apple non solo ha montagne di cash da spendere ma è un'azienda che sopporta male i fallimenti e potrebbe rincorrere la profittabilità con più testardaggine di quanto abbiano fatto le varie Spotify, Pandora, Rdio e via elencando (rimando al post sulla music discovery). Se Apple decide che lo streaming debba essere sostenibile e lucroso, lo streaming rischia davvero di diventarlo.


Speculation Grows over Apple’s “iRadio” Launch 
In the new media world, Apple is notorious for not tipping its hand on upcoming products. As a result, handicapping (if not outright guessing about) Apple’s next move has become something of a cottage industry.
So it should come as no surprise that there is plenty of buzz regarding a rumored streaming radio service from Apple soon. This has recently accelerated due to analysis of last week’s iTunes update release (v11).
Even diehard Apple fans have long criticized the iTunes client interface for failing to live up to Apple’s normally high standards of elegant operation. iTunes 11 is more comprehensive than other recent increments, but may not soothe all the software’s critics. In fact, it has already created new ones who don’t like the new design, but in reality, iTunes 11 is not that radical a redesign under the hood, and doesn’t differ significantly in its current look and feel from other online media stores.
Like some of those other popular online stores, iTunes now offers TV shows and movies for either download or streaming, with the latter option called “iCloud.” Probably the most important changes in iTunes 11 are new features that further integrate the iCloud service into the iTunes client. For example, the iTunes player now offers a cloud bookmarking feature, by which users can now stream a piece of content, stop it in progress, and rejoin it later, picking up where they left off.
So far, Apple hasn’t done much with music content in iCloud, but given the growing competitive context of streaming music services, the iTunes 11 set of new cloud-related features has fueled speculation that Apple is positioning iTunes to enable the launch of a new streaming music “radio” service of its own soon.
Of course, iTunes has offered streaming radio since its earliest days, but only as a means of finding and linking to existing Internet radio streams provided by third parties. In fact, iTunes has long been a popular Internet radio aggregation site, categorizing all streams by genre, and listing the data rate of each stream. Getting listed on the site has been free to any broadcaster or webcaster. Many Internet radio streams made their first connections to their subsequent fans via the site, including some radio stations that connected to listeners outside their broadcast coverage areas via listing their online stream on iTunes. Since then, however, other more interesting and sophisticated Internet radio aggregation sites have emerged (e.g., iHeartRadio, TuneIn), making the purely text-based iTunes listings seem a bit outdated – and version 11 does little to change this.
But the new service expected from Apple is quite different. Called “iRadio” by speculators (since Apple has made no announcement of what it will be called, or when it will emerge, if at all), the service is likely to be an original streaming music service offered by Apple itself, including personalization features similar to Pandora or Spotify. Whether Apple would continue its aggregation listings for third-party radio streams after the launch of “iRadio” is also unknown at present.
The new service could also integrate other features of the iOS platform for a rich and unique service. Apple forecasters have suggested that geo-location features in iOS might inform the ‘”Radio” app of the user’s current location, allowing the app to insert advertising (in the audio stream and/or on the device’s screen) from nearby businesses, and provide maps to their locations. Similarly, the system clock could generate insertion of time-based advertising opportunities.
The iOS’s new Passbook app might also play a role. Introduced in iOS 6, Passbook allows users to download or scan in and organize previously physical tokens of commerce, such as event tickets, boarding passes, retail coupons and store/loyalty cards. The app is also time and location-aware, so items can be set to pop up at appropriate times and places, such as whenever the user walks into a particular store or venue. Apple can also send notifications to update users about their stored items (e.g., gift-card balance adjustments). Such platform personalization and cloud commerce features could be coupled with the “iRadio” service to enable new advertising possibilities.
This sort of integration could differentiate an Apple music-streaming service from competitors like Pandora, but also make the service more directly competitive with local radio. It is interesting to note that Apple has activated FM receivers on a device that does not directly connect to the Web (e.g., iPod Nano), but not to those that do (e.g., iPod Touch, iPhone, iPad).
Whatever forecasters expect, Apple usually confounds them with something other (either greater or less) than what they expected, so stay tuned.