28 aprile 2011

Broadband/cast, la radio è ibrida: un webinario EBU

Non perdetevi, il 3 maggio (a proposito, sarà anche la giornata mondiale della libertà di stampa), il "webinar" organizzato dall'EBU per illustrare la problematica e i vantaggi della radio "ibrida". A condurre il seminario online, che è aperto alla partecipazione di tutti ed è gratuito, sarà Matthias Coinchon che illustrerà anche il progetto EBU per lo sviluppo di una Open Source Hybrid Radio platform, che consente ai broadcaster di sperimentare le tecnologie per l'integrazione di flussi tradizionali e IP: RadioDNS, RadioVIS, DAB, DAB+, DMB, DRM, e così via. Registratevi all'indirizzo: http://tech.ebu.ch/webinar037_hybrid_radio
Purtroppo non sarò in grado di seguire in diretta la discussione, confido che resti traccia del seminario per un riascolto asincrono.

Radio Conference EBU, i dolori della radio pubblica

E' in corso a Roma, anzi in Città del Vaticano presso la sede di Radio Vaticana, l'annuale conferenza delle emittenti pubbliche iscritte all'EBU. Quarantuno le nazioni rappresentate. Spero di avere qualche presentazione da condividere. L'argomento principale in discussione sono le sfide da affrontare per le emittenti finanziate con i soldi dei contribuenti.
Ieri nella capitale si è tenuta anche la conferenza stampa di presentazione dello studio radiofonico allestito presso lo Spazio Europa, punto informativo sulle iniziative dell'Unione aperto in centro, dietro i mercati traianei, sotto la gestione dell'Ufficio d'informazione per l'Italia del Parlamento europeo e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. «L'obiettivo dell'iniziativa è di contribuire a colmare il deficit di comunicazione sull'Europa nei media radiofonici italiani, con un servizio gratuito semplice, in totale libertà editoriale. «Il nuovo studio radio europeo,» si legge nel comunicato, «permetterà a tutte le emittenti radiofoniche che lo richiederanno di registrare, montare e trasmettere, in diretta o in differita, programmi e speciali che hanno come filo conduttore l'Unione europea, le sue politiche, programmi, finanziamenti e servizi per i suoi cittadini, nonché dibattiti, interviste di personalità ed esperti europei.» Sarebbe interessante capire se e quanto verrà utilizzata questa infrastruttura anche alla luce dei sentimenti non proprio europeisti espressi recentemente dalla maggioranza di governo...

17th EBU Radio Assembly to tackle the thornier issues facing Public Radio

Rome, 28 April 2011 - Broadcasters from 41 countries meet in Rome on the 28-29 April on the occasion of the 17th Annual Radio Assembly of the European Broadcasting Union, hosted by Radio Vaticana, a founding Member of the EBU.
This year's agenda concentrates on the challenges faced the EBU Radio community at a time when technological evolution accelerates, while funding slows down. Speakers and discussions will explore strategies to get the most out of new technologies and weather the financial crisis weighing so heavily on Public Radio. A special session on the final day will discuss how social media are turning the world upside down and how this is influencing journalists and newsrooms.
Among the speakers, delegates will listen to contributions from Doris Pack, President of the Culture and Education Committee of the European Parliament; Federico Lombardi, Director of the Holy See Press Office; Ingrid Deltenre, Director General of the EBU; Ben Hammersley, British internet technologist; and experts from different EBU Member organizations.
EBU Radio Director Raina Konstantinova said: "We are honoured to be invited for our 17th Radio Assembly by Vatican Radio, one of the oldest and best audience-connected Radios in the world. Today more people are listening to the Radio than at any time in the past decade, tuning in on many more different and accessible platforms. People and societies need public media for quality content, its independence of opinion, its plurality of information. More than ever before we need to be knowledgeable and united to sustain and develop Radio further as the real voice of the people."
The Assembly brings together around 140 leading figures from more than 50 broadcasters, at what is widely acknowledged as the public service Radio forum for discussing the challenges and opportunities facing the medium.
The EBU Radio Assembly delegates will also elect a new Radio Committee on Friday, April 29, the closing day. After the Radio Assembly closes, on Saturday 30 April, His Holiness Pope Benedict XVI will receive the delegates at a special audience at his Castel Gandolfo residence, together with the EBU President and Director General.
The last time this happened was in 1991, when Pope Jean-Paul II gave a special audience to the then EBU President and Director General, who had been attending that year's 42nd EBU General Assembly, also hosted by Radio Vaticana.
Radio Vaticana was set up in 1931 by the 'Father of Radio' Guglielmo Marconi, and celebrates its 80th anniversary this year.

27 aprile 2011

Enspert Identity, tablet Android con radio DAB/DMB


L'IDGA, il gruppo che promuove a livello internazionale l'adozione della famiglia di standard per la radio e tv digitale mobile DMB (in teoria utilizzati anche in Italia, almeno su scala sperimentale) ed è presieduto da un norvegese dell'ente radiotelevisivo di stato NRK, sta collaborando con un produttore coreano di tablet pc Enspert, per lanciare una nuova generazione di tavolette Android che integreranno la funzionalità di ricezione DMB/DAB. Tavolette che avranno le ormai tipiche dimensioni di sistemi come Samsung Galaxy o del leader di mercato iPad e che potranno fungere da terminali multimediali ibridi, perfetti per sfruttare in mobilità il nuovo concetto di televisione "connessa" capace di abbinare contenuti broadcast alla interattività e alle applicazioni di Internet. Per ora non ci sono veri e propri annunci di prodotto, ma è già stato scelto il nome, "Identity" (cliccate per il sito). IDAG e Enspert hanno anche fatto circolare un paio di fotografie. Sui tablet Enspert non so dire granché sul piano tecnico, ma la gentile signorina della foto sembra avere in mano argomenti molto convincenti.

Tablets with DMB/DAB to New Markets

OSLO/SEOUL MARCH 21, 2011

International DMB Advancement Group (IDAG) and tablet maker Enspert have partnered to bring Android tablets with built in DMB, DAB and DAB+ to market on four continents.

“Enspert’s devices do more than other tablets, they also include radio and TV. That opens up for innovative combinations between broadcasting and the Internet and will give the best of two worlds,” said Gunnar Garfors. He is President of IDAG and CEO of NMTV, one of the members.
Enspert is the second biggest tablet maker in Korea, and it’s first tablet has outsold Apple’s iPad. The cooperation involves four models branded Identity, with screen sizes ranging from 7 to 9 inches and processors from 1GHz.
“This is a good opportunity to introduce our unique devices to new markets. Our products boast versatile functions that will introduce exciting business models and services that many users require,” said Mr. Sang Soo Lee, President of Enspert.
The tablets are produced in Korea and will be distributed in countries such as Australia, Germany, Netherlands, Norway, South Africa and Vietnam.
IDAG works to promote TV, radio and data services via DMB, DAB and DAB+ but also combined with Internet driven functionality via 3G and WLAN. The group is content and business driven and focuses on devices, technical solutions and business models.

Prosegue, senza l'Italia, il lavoro ECO sulla radio digitale

A Dublino dal 19 al 20 aprile si è svolta la periodica riunione del gruppo di lavoro FM45 che in seno allo European Communications Office si occupa di digitalizzazione dei servizi di radiodiffusione. Con la sola eccezione del solito Hanns Wolter di ClubDAB Italia non c'erano tra i partecipanti esponenti di RAI, RaiWay o Agcom. Riunioni di questo tipo hanno una importanza molto relativa, è vero, ma tutto sommato si tratta pur sempre di sedi decisionali che influenzano anche solo indirettamente il futuro di un intero comparto. Che in Italia ha una certa importanza. Non solo la radio commerciale è insieme a Internet l'unico mezzo che cresce pubblicitariamente, ma in gioco attraverso il ruolo dell'emittenza pubblica ci sono questioni vitali come il diritto all'informazione, i servizi ai cittadini, il turismo, la cultura. Guarda caso tra le nazioni assenti ci sono Spagna e Grecia: devo dedurre che come loro gli italiani hanno ben altro cui pensare che non il futuro della radiofonia? Tra l'altro a Dublino si è discusso a lungo anche di standardizzazione in materia di microfoni wireless PMSE (Program Making and Special Events), sapete quei microfoni senza fili che vediamo nelle trasmissioni televisive, quelli che servono per pilotare i concorrenti del Grande Fratello e produrre milioni di ore di televisioni e concerti pubblici. Anche questi dispositivi utilizzeranno le frequenze del dividendo digitale in UHF, non si capisce perché in Italia - vista l'importanza del sistema produttivo televisivo, sportivo e musicale - non si debba discutere su come avverrà questo utilizzo.
Nei documenti tecnici che vengono elaborati in queste occasioni si definiscono i parametri da rispettare per l'introduzione delle modulazioni numeriche all'interno di bande come le onde medie o l'FM, oggi occupate dai servizi analogici. In Italia si spendono da anni un po' di soldini per tenere acceso un impianto in onde medie che da Siziano in Lombardia trasmette (nessuno sa bene perché, le misure le hanno fatte e lo hanno dimenticato acceso) con modulazione Digital Radio Mondiale. La versione "plus" di questo sistema viene presa in considerazione, insieme all'americano HD Radio e al russo RAVIS, per la digitalizzazione della banda VHF-II, gli 88-108, occupata in Italia da un trascurabile (sono ironico) numero di network pubblici e privati e stazioni regionali/locali.
A Dublino è stato stabilito che occorreranno altre due riunioni, a giugno e dicembre, per definire questi parametri tecnici e stilare una versione definitiva del documento sulla "Futura distribuzione di servizi radiofonici". Dai lavori del comitato sono stati stralciati i compiti riguardanti la radiofonia digitale in Banda L (1.400 MHz) di cui si occuperanno altri gruppi di lavoro. Su questi documenti e in una modalità che secondo il gruppo FM45 dovrà essere studiata "caso per caso" nelle diverse nazioni, verranno sicuramente prese decisioni normative che avranno validità europea e che l'Italia dovrà recepire senza neppure aver preso parte al processo definitorio. Strano, per il paese europeo che vanta il maggior numero di emittenti commerciali e un buon numero di network pubblici e dove sulla carta l'operatore pubblico dovrebbe trascinare l'intero settore verso la radiofonia digitale in banda VHF-III, il famoso (e ancora "missing in action") DAB+. Ho caricato sul server di RP la cartella zippata con il verbale della riunione di Dublino e le bozze dei documenti su cui l'assemblea ha lavorato negli scorsi giorni. Spero che possa interessare anche gli amici di RaiWay, Agcom e del settore commerciale. Chissà mai che nelle ultime, decisive riunioni non venga loro voglia di rappresentare le istanze di una economia che vale mezzo miliardo di euro in pubblicità e che potrebbe in futuro stimolare lo sviluppo di un interessante mercato della componentistica e dei terminali utente.

26 aprile 2011

PAMS, sessant'anni di jingles in un radiodocumentario

Nel 1951, una aziendina di Dallas apre i battenti con un'idea che avrebbe segnato profondamente la storia della radiofonia e persino della musica, creando addirittura un nuovo "genere", quello dei motivetti o "jingles" identificativi. La motivazione commerciale nasceva dalla necessità per le stazioni radio americane, di distinguersi dalla concorrenza potendo contare più sullo stile della loro programmazione che sulla forza di un vero e proprio brand. Le radio americane in onde medie si riconoscevano per il loro "call", l'identificativo di tre o quattro lettere (le prime erano invariabilmente "W" e "K") che veniva loro assegnato insieme alla licenza. Al poco appetibile "nome" gli ascoltatori dovevano associare una frequenza della scala parlante dei loro ricevitori, un incubo dal punto di vista del marketing. Alcune emittenti adottavano uno slogan, decisamente più facile da ricordare e spendibile come arma promozionale. Ma diversamente da tutti gli altri tipi di business non potevano imporsi altrettanto facilmente con una insegna o un logotipo. L'unica era inventarsi un marchio musicale. A questa esigenza venne incontro la famosa piccola azienda di Dallas.
Per i primi decenni gli editori delle stazioni più importanti e ricche producevano i loro jingles in proprio, ma dal 1951, con la nascita di "Production, Advertising, Merchandising Service", meglio nota tra editori radiofonici e cultori del genere con il suo acronimo PAMS la composizione e l'esecuzione di questi "audio-logotipi" diventa un processo industriale, a metà strada tra arte creativa e catena di montaggio, un mestiere capace di conciliare inventiva e standardizzazione offrendo a un maggior numero di stazioni, anche a quelle più piccole, l'opportunità di farsi riconoscere. Con l'arrivo delle stazioni pirata offshore nel Mare del Nord, PAMS conquistò una solida fama anche in Europa, creando una vera e propria cultura dello stacchetto musicale.
Alla storia dei primi sessanta anni di vita di PAMS è dedicato un radiodocumentario di due ore curato con Ken R. Deutsch da Norman Barrington, storico, collezionista (il sito con il suo Jingles Database è qui) e soprattutto DJ della seconda fase di Radio Caroline/Mi Amigo, dal 1972 al 1974 Oltre a essere trasmesso su un certo numero di stazioni on air e Web, lo show di Norman è ospitato sul sito di The Jingle Network, sito sponsorizzato dallo studio di registrazione milanese Jingles Factory RadioImaging anch'esso attivo, sul mercato italiano e mondiale, da parecchi anni (non ho avuto tempo di fare molte ricerche ma credo sia una iniziativa del musicista Loris Meroni). Se andate sulla pagina Web creata per l'occasione da The Jingle Network troverete, oltre al radiodocumentario di Norman, un divertente link a una Web radio che trasmette jingles a getto continuo. Affrettatevi però, perché lo stream è attivo solo fino al 2 maggio.
La stessa PAMS è presente sul Web con un fantastico archivio delle sue produzioni, fin dagli esordi a inizio anni '50 e naturalmente una breve storia del jingle. Il "sampler" del primo periodo di attività si apre con un incredibile jingle di 10-10 WINS, la stazione oggi "all news" di New York:


25 aprile 2011

TuneIn: la nuova app WinPhone7 riceve lo stream e l'FM

Mentre negli Stati Uniti si discute animatamente sulla proposta della National Association of Broadcasters di forzare per legge l'inserimento di un chip per la ricezione dell'FM a bordo dei telefonini - a sfavore di questa proposta è stato presentato recentemente un disegno di legge contrario - il noto servizio di directory TuneIn (nuovo nome di Radio Time, il catalogo online di emittenti e Webradio su cui si basano diversi tipi di dispositivi Internet radio e tablet computer) inaugura un approccio "ibrido" molto innovativo nella nuova versione per Windows Phone 7 della sua app per la sintonia degli stream radiofonici via Internet Mobile. TuneIn per WinPhone coinvolge infatti nel suo funzionamento i ricevitori FM integrati negli smartphone (considerando il ruolo di Nokia nella nuova joint venture con Microsoft ce ne saranno parecchi). L'app offre in altre parole la possibilità di ascoltare la propria emittente preferita anche quando lo stream IP non c'è o non risulta accessibile, ricorrendo alla sintonia diretta del segnale FM. Mi pare una soluzione davvero furba per mescolare due modalità di ascolto che gli utenti evoluti ormai considerano entrambe molto naturali. Credo però che questo imponga una maggiore accuratezza nella gestione dei database con le informazioni sulle emittenti e il loro aggiornamento. Sulla questione si è soffermata anche la Radio and Internet Newsletter (RAIN), che in occasione dell'ultima edizione del NAB Show di Las Vegas ha organizzato un suo summit sulla radiofonia IP.

IF FM FUNCTIONALITY APPEALS TO MOBILE USERS, DEVICE MAKERS WILL RESPOND — NO LAW REQ’D

We’ve often heard analysts foresee a future where radio platforms blend delivery methods — FM, web, satellite — to the point where listeners don’t know (and perhaps don’t care) how exactly they’re getting their content (as wrote Fred Jacobs in this blog post).
Here’s an interesting step towards that future: TuneIn Radio’s new app for Windows Phone 7 integrates the on-board FM tuner that comes standard on such devices with more than 50,000 Internet radio streams. Users can tune in to either local FM stations or online streams from around the world.
The app’s use of FM offers smartphone users two benefits that should get them drooling: improved battery life and less data usage.
Meanwhile, two U.S. Representatives have introduced a new resolution into the House that opposes the FM-in-cellphones mandate (more coverage from All Access here). The NAB has pushed for a law requiring all mobile devices to include FM receivers for “emergency alerts” (RAIN coverage here).
RAIN ANALYSIS: TuneIn Radio’s Windows Phone 7 app showcases the substantial benefits of FM — benefits that may appeal to smartphone users more than any “emergency alerts” argument. As cellular providers cap data usage and slap bigger, more power-hungry screens (and 4G antennas) onto devices, anything that saves battery and avoids data usage should be welcomed by users.
If this “hybrid” approach appeals to consumers, device manufacturers will take note and respond — without the need for legislation.

RAIN SUMMIT WEST PANEL: STANDARDIZATION IN WEB RADIO DIRECTORIES “THE HOLY GRAIL”

Many webcasters rely on Internet radio directories — those sites and services that aggregate the tens of thousands of Internet radio addresses and allow listeners to find stations based on genre, location, and more. But, as we learned at RAIN Summit West 2011, maintaining such databases presents numerous challenges, not only for the directory services that want to provide a helpful service, but to webcasters themselves who want to be found.
Rusty Hodge, founder of successful independent webcast Soma.fm, noted during the “Tuners & Directories” panel discussion that it’s difficult for webcasters to push their streams to all the different aggregators out there and to ensure their services are listed correctly.
Bill Moore of TuneIn Radio explained his own company’s challenges. TuneIn Radio maintains tuning software for devices, its own successful mobile app, and a consumer Internet radio guide destination called RadioTime. Moore explained that TuneIn Radio relies on users, as well as broadcasters, to spot errors. As a result they receive 10,000 update requests every week, said Moore. To sort through them, TuneIn Radio uses a 40-member editorial team and “millions of lines of code.”
Lisa Namerow, VP of AOL Music Network, explained how her company’s approach with the Shoutcast directory is more “organic.” Webcasters suppy their own data, which is automatically aggregated into the directory. Not surprisingly, that sometimes means “it doesn’t look as pretty” (as a closely-monitored guide might be). However, the guide is still well-used. Namerow said Shoutcast visitors clock in about 400 million hours of listening every month.
Moore, Hodge and BRS Media president George Bundy (who also runs the Web-Radio.fm directory) agreed that some sort of unified Internet radio directory should be the ultimate goal here. And that’s just what the Internet Media Device Alliance (IMDA) is trying to do, according to panelist John Ousby of tuning software creator vTuner (on the panel representing the the IMDA).
“When data is updated [by webcasters, updates would ideally be] sent to all subscribing aggregators so that the information can be kept fresh… there’s currently no standard way of providing this information. So that’s what we’re doing,” explained Ousby.
“This sounds like a pretty good step forward,” said moderator James Cridland of MediaUK.org. Soma.fm’s Hodge agreed. “I love the fact that we would only have to push one data feed out…standardization in directory services is like a holy grail for Internet radio right now.”

Portogallo, 25 aprile 1975: le canzoni della rivolta

Un ricordo del 25 aprile 1974 in Portogallo (su segnalazione di Sergio Ferrentino).


Nel 2007 pubblicavo questo post per raccontare del ruolo che Radio Renascença ebbe come "detonatore" dell'azione militare che rovesciò il regime salazariano. Se la canzone Grândola Vila Morena fu il segnale che la manovra aveva avuto successo


l'inizio di tutto coincise con la trasmissione di E depois do adeus (E dopo l'addio): ascoltando quella canzone, che poche settimane prima aveva partecipato all'Eurofestival per il Portogallo, le forze coinvolte nel tentativo di putsch democratico mossero all'attacco.
In questo periodo di forte crisi economica e finanziaria è facile ascoltare i nostalgici di Salazar, che evocano la miserevole tranquillità che è la cifra caratteristica delle peggiori dittature. Sotto qualsiasi regime le cose vanno sempre benissimo, anche perché è proibito nutrire dubbi. Lo diranno anche in Spagna, in tanti altri posti che hanno vissuto un traumatico prima e dopo. Per quanto mi concerne, preferisco mille volte le imperfezioni della democrazia vera rispetto alle presunte perfezioni della dittatura. Buon 25 aprile a tutti, che sia una festa e un nuovo inizio. Depois do adeus...

24 aprile 2011

Portogallo: onde corte addio? Ma ERF chiude i 1539 kHz

Non lo faccio perché per definizione non interesserebbe a nessuno ma potrei facilmente aprire uno specifico blog dedicato alla progressiva scomparsa della radiofonia in onde medie e in onde corte. Il medium radiofonico mostra tutta la sua stanchezza negli ambiti spettrali (lo spettro è quello delle radiofrequenze, ma visto il termine è fantasmicamente opportuno) che ne hanno caratterizzato gli inizi e la sua prima grande fase di espansione. E' giusto che sia così, che il contenuto sonoro concentri la sua evoluzione infrastrutturale là dove gli ascoltatori si aspettano di trovarlo, in FM e su Internet, dove l'aspetto qualitativo fa premio rispetto alle disturbatissime onde medie. Resto tuttavia convinto che per lo spettro da 0 a 30 MHz il discorso potrebbe non essere del tutto chiuso. E' qui che i gestori dovrebbero aprire nuove opportunità per l'emittenza locale, comunitaria, educativa, di servizio, attraverso una politica di licenza innovativa e aperta. Ma sarebbe un discorso lungo, da fare quando non ci sono altri problemi più importanti da risolvere.
Intanto la lista delle chiusure imminenti
si allunga. A fine anno l'emittente tedesca religiosa ERF (ex Evangeliums Rundfunk) spegnerà l'impianto in onde medie di Meinflingen, che oggi trasmette sui 1539 kHz. Già dal primo di agosto verrà eliminata la fascia di trasmissione serale tra le 19.30 e le 23. ERF si sta lanciando sul DAB+ e le onde medie non le ascolta più nessuno.
Questa è una notizia molto interessante per chi dà la caccia alle onde medie lontane, i 1540 kHz sono un importante canale transoceanico.

Mittel- bis langfristig wird diese Technik das alte UKW- und Mittelwellenradio ablösen. Aus Kostengründen stellt ERF Medien seinen Sendebetrieb über die Mittelwelle 1539 aus Mainflingen bei Hanau zum Ende des Jahres 2011 ein. Bereits ab 1. August wird er die Abendsendungen über Mittelwelle beenden. Derzeit ist ERF Radio über Mainflingen täglich von 6 bis 10 Uhr und 19.30 bis 23 Uhr zu hören. Seinen bisherigen Mittelwellenhörerinnen und -hörern teilt der ERF mit, dass ERF Radio neben der neuen DAB+-Ausstrahlung weiterhin digital per Satellit, Kabel und Internet (www.erf.de) zu empfangen ist.

Grande sensazione ha invece destato la notizia della possibile chiusura delle trasmissioni in onde corte in lingua portoghese di RTP, forse l'ultimo vestigio dell'impero portoghese in Africa e Asia. L'emittente di stato ha espressamente chiesto al governo di autorizzare la dismissione degli impianti in onde corte. Una decisione su cui dovrà esprimersi il regolatore ANACOM. Dall'inizio del 2011 RTP ha già spento molte trasmissioni nel fine settimana, mettendo la parola fine alla radiocronache delle partite di campionato.
RTP estuda fim das emissões de rádio em onda curta
13.04.2011 Por Ana Machado

As emissões da RTP, rádio pública em onda curta, dedicados, através da emissão da RDP Internacional à diáspora portuguesa, podem ter um fim à vista.

Após questões do PÚBLICO dirigidas ao director da RDP Rui Pêgo, a estação afirma que “tem estado a analisar as emissões da RDP Internacional distribuídas em onda curta”, invocando, no mesmo comunicado, “o cada vez menor número de ouvintes servidos por esta plataforma de distribuição” e a necessidade de investimento nos emissores de onda curta, localizados no centro emissor de São Gabriel, em Pegões, perto de onde nascerá o novo aeroporto do Montijo.
A decisão, diz a RTP, já tem luz verde do ministro dos Assuntos Parlamentares Jorge Lacão, e espera um parecer da Anacom: “A suspensão ainda não tem data marcada, por serem necessários procedimentos de consulta prévia à Anacom. Só no final do prazo da suspensão provisória será feita uma avaliação das consequências da mesma e tomada uma decisão definitiva”, diz a nota.
Mário Figueiredo, provedor do ouvinte da rádio pública, conta que só teve conhecimento desta decisão depois do processo já ter sido desencadeado. “Sou frontalmente contra, como representante dos ouvintes”, afirma, adiantando que pretende dedicar o programa do provedor a esta problemática que tem gerado já queixas ao provedor e uma corrente de opinião nas redes sociais.
Mário Figueiredo lembra que as outras plataformas de emissão da RDP no mundo, referidas no comunicado da RTP, como o satélite, cabo ou DTH e Internet implicam custos. E programas da RDP Internacional, dedicados, por exemplo, a camionistas, deixam de fazer sentido.
No site da própria RTP a RDP Internacional é definida como “o grande elo de ligação dos portugueses no Mundo. Através das suas emissões, todos, em qualquer ponto, podem aceder instantaneamente ao contacto com Portugal”.
Já em Janeiro a emissão em onda curta tinha sido reduzida, com corte da emissão ao fim-de-semana para o Brasil e alguns pontos de África, que perderam assim a possibilidade de acompanhar o campeonato nacional de futebol.

DSP e SDR su Mac con FunCubeDongle (e non solo)

Da quando è in circolazione la FunCubeDongle, front end RF per la ricezione SDR di frequenze VHF-UHF (in pratica uno scanner digitale per porta USB), si è moltiplicato l'interesse degli utenti Mac OS nei confronti della software defined radio. In questo senso la chiavetta FCD è agnostica. Ecco una recente lista di applicazione per il controllo di questo dispositivo, l'analisi dei segnali, la demodulazione e la decodifica. Tutti rigorosamente per Mac. La lista è stata proposta da Mike Murphree W4LNA, io ci ho aggiunto Baudline.


A proposito di GNUradio ecco qualche link utile sul cosiddetto "FCD block" implementato per la ricezione Narrow FM con FCD:

The GNU Radio Funcube Dongle block now with frequency and gain controls:

The source code for the Funcube Dongle block for GNU Radio is available here:


The block wraps the audio and the control interface into one block, so that the FCD can be used in GNU Radio applications written in C++, Python or the GNU Radio Companion without the need for external control application. The bad news, at least for now, is that it requires the latest GNU Radio from the development repository available here:


this will eventually become version 3.4
More info about the gnuradio-fcd block is available here:


Heterodyne aka MacHPSDR
http://openhpsdr.org/wiki/index.php?title=MacHPSDR

Baudline Spectrum Analyzer, spectrum analysis and other DSP functions
http://www.baudline.com/download.html

23 aprile 2011

Baudline, analisi spettrale multipiattaforma

Diverso tempo fa avevo scoperto - grazie agli esperimenti di ricezione di segnali radionaturali pubblicati sul sito Web di un fisico italiano, Tito Dal Canton - un programma di analisi spettrale molto interessante, chiamato Baudline Signal Analyzer. A distanza di qualche anno mi accorgo che nel frattempo Baudline è stato "portato" da Linux in ambiente Mac OS X/X11 e funziona benissimo per la ricezione di segnali fino a 40 kHz. Oltre a visualizzare Baudline offre un discreto numero di funzionalità DSP e trattandosi di un software open source potrebbe consentire anche l'implementazione di algoritmi di demodulazione, fungendo quindi da soluzione per software defined radio anche su Mac. Baudline, sviluppato dai programmatori della società di consulenza di Cupertino (dove, se no?) SigBlips può essere utilizzato anche sotto Windows. Assolutamente da prendere in considerazione per le vostre attività VLF.



Il culto di Radiolab, scienza e creatività nella voce

Da Los Angeles Francesca mi ha cortesemente segnalato un magnifico pezzo del Magazine del New York Times su una trasmissione radiofonica cult del circuito pubblico NPR. Radiolab, prodotto originato dalla stazione newyorkese WNYC, è un programma di divulgazione scientifica. Sort of. In realtà è un dialogo filosofico e ironico tra i due conduttori, Robert Krulwich e Jad Abumrad e una lunga catena di episodi e personaggi, mediati da bravissimi corrispondenti, che hanno a che fare con diversi aspetti di frontiera delle scienze moderne, la fisica, la biologia molecolare, le neuroscienze, la medicina... Il Lab contenuto nel titolo è anche una incredibile occasione per i due autori per sperimentare la creazione di sofisticati sound effect e ardite regie narrative (potete seguire qualche esempio grazie al montaggio che ne ha fatto il New York Times in uno special multimediale).
Convinti fautori della radio asincrona, gli autori di Radiolab puntano molto sui podcast per diffondere i loro contenuti in un ambito ancora più esteso (qui l'archivio con le ultime 105 puntate). Il sito Web della trasmissione è, da solo, un monumento all'intelligenza della parola e del suono "artificialnaturale". Sul canale YouTube di RadioLab trovate, come se non bastasse, delle appendici sonore rivestite di immagini che si possono definire non più artefici ma finalmente al servizio dell'immaginazione.


Jad Abumrad was talking about “tension” —the tension between the certainty of science and mysteries that inspire wonder; between authenticity and artifice; between a sound that feels carefully constructed and one that feels anarchic and alive. “You want to seduce people,” he said. “But you also want to disturb them.” Abumrad, who is 37, is the co-host and producer of “Radiolab,” a public radio show that breaks from public radio sensibilities, not least in its striking sound. “I put in a lot of jaggedy sounds, little plurps and things, strange staccato, percussive things — people don’t like that so much,” he said. “Some people don’t, anyway.”
We were in Abumrad’s small and ambivalently decorated office at WNYC. I had spent a few days hanging around as he and his co-host, Robert Krulwich, and the show’s half-dozen or so staff members worked long days to finish an episode for the latest “Radiolab” season, currently being broadcast on several hundred public radio stations around the country. Jaggedy plurps and all, “Radiolab” has since 2005 developed a devoted following for its unconventional approach to both the medium and the message of radio. Its five-episode seasons now attract about a million listeners who hear them over the air, and 1.8 million who, significantly, listen via podcast. Abumrad, who planned on a career as a composer, not a broadcaster, has become a star among producers for his creative sound design. “Radiolab” fans, who tend to be younger than typical public radio listeners, are rabid, selling out most live events in hours. Ira Glass, the “This American Life” creator and progressive-radio hero, has become an unabashed booster, declaring that the show has “invented a new aesthetic for the medium.”

The show must go off: addio BBC World Service Drama

Una petizione online e l'immancabile pagina su Facebook non sono bastati a salvare la produzione radiodrammaturgica promossa da oltre 75 anni dal World Service della BBC. La multimilionaria ondata di tagli che ha falcidiato le risorse del servizio radiofonico per l'estero più famoso del mondo ha chiuso i rubinetti sul contratto che il World Service aveva stipulato con la sezione Audio&Music della BBC per la produzione di 14 radiodrammi all'anno trasmessi nell'ambito del World Service Drama La sezione è stata chiusa il 31 marzo 2011, dopo 79 anni di attività. Da 22 anni veniva bandito, in collaborazione con il British Council, il concorso biennale International Radio Playwriting Competition, un premio per gli scrittori di madrelingua inglese e uno per coloro che scrivono in inglese come lingua acquisita (anche lui ha una pagina Facebook. L'edizione del 2011 si è già conclusa e i radiodrammi premiati dovrebbero essere trasmessi in autunno. Per fortuna sembra che almeno questa competizone non verrà dismessa e continuerà a stimolare la creatività di nuovi talenti internazionali.
Nella sua lunga carriera di "impresario" virtuale il World Service Drama ha ospitato le migliori penne e le migliori voci della drammaturgia inglese ed è riuscito a essere molto popolare tra gli ascoltatori di tutto il mondo producendo persino una soap radiofonica ambientata in una casa di cura londinese, Westway, dal 1997 al 2005. Quello che segue è un ricordo dell'ultima executive producer del programma, Marion Nancarrow. Come abbiamo ormai compreso definitivamente e con buona pace del principio evangelico sulla insufficienza del solo pane, con la cultura non si mangia. Immagino che nella visione di chi elegge chi ci governa il futuro sarà popolato da una nuova tipologia umana l'homo insipiens capace solo di lavorare (precarariamente), consumare e mangiare Sarà un dramma mondiale. Ma vero.

From midnight last night, after 79 years of broadcasting on the network, World Service's regular drama slot came to an end and the team was disbanded.
In its heydey, Drama transmitted 2.5 hours a week. Voices heard across those years included Donald Wolfit, John Gielgud, Rex Harrison, Peggy Ashcroft, Paul Scofield, Trevor Howard, Ian Holm, Judi Dench, Tom Conti, Penelope Wilton, John Kani, Winston Ntshona, Archie Panjabi, Juliet Stevenson, Keeley Hawes, Toby Stephens, Sophie Okonedo, David Suchet, Chiwetel Ejiofor, Bill Nighy, Meera Syal, Ed Asner and Calista Flockhart. Kenneth Branagh, Daniel Day Lewis and Ewan McGregor did their first radio for the World Service! Plays by Stoppard, Soyinka, Tremain, Beckett, Bennett, Rushdie, Naipaul, Atta Aidoo, Dove, Oda, Agboluaje, Baldwin and Shakespeare have been heard, winning countless Sonys. The hugely popular - and only global - soap, Westway, attracted a diversity of writing and acting talent and won the CRE Award for Best Soap in 2000 (beating Coronation Street!). The entire 7 years of broadcast was repeated on Radio 7.
Recent judges for the international playwriting competition, now in its 22nd year, included Doris Lessing, Lennie James and Kwame Kwei-Armah. Recent collaborations have been with Shakespeare’s Globe, the Royal Court, King’s College, The Slade School of Fine Art and, of course, the British Council.
Directors Gordon House and David Hitchinson became household names and the department has always shared its expertise with new writers, directors and actors. Westway became a training ground for writers and producers moving on to Eastenders, Casualty and beyond and the department gave advice, support and training for drama projects set up by the WS Trust, including Rruga Me Pisha in Albania, Story Story in Nigeria and Thabyegone Ywa in Burma, as well as to the Asian network soap, Silver Street. We ran writing and acting workshops in Ghana, Cameroon, Kenya, Zimbabwe, across South Africa, Malawi and the Middle East. We co-founded "Worldplay", an annual season of international collaborations with English-speaking Radio Drama Producers across the world. With the British Council and African Productions, the first ever 2nd language radio writing residency was set up in London. Writers who attended went on to win the Caine Prize, to be shortlisted for the Asian Booker and to have plays premiered off Broadway and at the Royal Court.
And World Drama became the place for new voices – from the Sony Gold winner Michael Philip Edwards’ one man show Runt, about being Jamaican in America, to plays by 10 year olds from Ghana, Kosovo, Singapore and Bangladesh in Generation Next; from 12 Royal Court Young Writers in 12 countries writing online about water in We Are Water, to young people living with disabilities in Uganda in Beautiful Only at Night. Our last 2 regular broadcasts were a play inspired by the work of a theatre company in Malawi who use drama to change attitudes to HIV/AIDS and a Russian playwright's first commission about climate change, written in the Artic! In this way, the network gave a platform and an opportunity to celebrate the diversity, imagination and universality of every country of which its audience was comprised.
Of course, we continue to run the BBC/British Council International Playwriting Competition and that is a wonderful and genuine way to continue to bring new voices to the network. And some ad hoc drama will hopefully continue.
I'm incredibly proud of what we've been able to achieve - and lament what our audience and the upcoming generation of talent will lose - but I'm also acutely aware that none of this would have happened without you - our fantastic contributors and supporters, who gave so much to ensure that only the best work was heard on air. And that really is the point of this long message: I can't thank you enough. I hope we will find other ways to bring those stories to the world.

21 aprile 2011

Dividendo digitale in banda UHF, il caso nel Regno Unito


Mentre in Italia la questione del "tesoretto" delle frequenze UHF lasciate libere dal passaggio alla televisione digitale terrestre ha già scatenato un autentico psicodramma tra gli operatori telefonici che pretendono frequenze possibilmente gratis, i broadcastar duopolistici che sminuiscono l'importanza dei futuri servizi a larga banda mobili (chissenefrega di "falsi problemi" come il digital divide, perdinci! Come facciamo a trasmettere le nostre telepromozioni e le partite della nostra squadra in paytv?) e gli editori televisivi locali che rischiano solo di fare la fine dei capponi di Renzo.
In questi giorni mi sono arrivati un paio di documenti dell'Authority britannica, l'OFCOM, che mi piace sempre citare come esempio quando si tratta di politiche di gestione dello spettro delle radiofrequenze. Suggerirei agli amici di Agcom di andare a scaricarsi due documenti:

La pubblica consultazione avviata il 22 marzo sul futuro dei 250 MHz (!) da assegnare nelle due bande degli 800 e 2,6 GHz prevede la pubblicazione di una serie di documenti cui si aggiunge il "modello tecnico" costruito dall'OFCOM per simulare l'ipotetico rendimento di una rete LTE, pubblicato oggi. Suggerisco inoltre di scaricare anche il documento "Low-power shared access to spectrum for mobile broadband" un report di quasi 200 pagine preparato da Real Wireless.
«At this stage we are not seeking to reach a view on how the UHF spectrum should be allocated in future. Instead, we want to invite comments from stakeholders on the factors that will have a bearing on how the future use of UHF spectrum will further the interests of citizens and
consumers and what if any issues arise from this perspective,» scrive l'OFCOM. «Any decisions on any future adjustments to the allocation of the UHF spectrum would necessarily need to be taken nearer to the time when they could be implemented given the inherent uncertainty on a number of key factors such as how the market will develop or the result of international harmonisation decisions.»
E ancora: «The award of this spectrum is vital to the UK's economic and social growth. It will enable mobile operators to meet the significant growth in demand for mobile data. This is being fuelled by growth in the take up of smart phones and tablets, offering services such as video streaming, social networking and mobile gaming, as well as applications such as messaging and email. Access to this spectrum is expected to be vital to the future commercial success of existing and prospective new entrant mobile network operators.
The proposals set out in this consultation are likely to shape the future competitiveness of the mobile sector for at least the next decade. We set out in this consultation document our assessment of the impact of the distribution of spectrum on future competition in mobile markets, and our proposals for the rules that should apply, in the auction and more generally, to promote competition.»
Per riassumere: la disponibilità delle nuove frequenze da assegnare a servizi dati mobili a larga banda da parte di operatori nuovi o consolidati che siano è "vitale per la crescita economica e sociale del Regno Unito". Vista l'importanza della posta in gioco, OFCOM invita tutti gli stakeholders, le parti interessate, a sottoporre le loro osservazioni sui "fattori che andranno a impattare su come i futuri impieghi dello spettro UHF promuoverà l'interesse di cittadini e consumatori."
Come sempre mi sembra di essere capitato non sul sito di OFCOM bensì direttamente sul pianeta marte. Al posto di un regolatore, un organo di garanzia, che coordina la discussione cercando di fare chiarezza molto *prima* che il governo decida di mettere all'asta determinate frequenze (e quali), qui in Italia abbiamo il solito pollaio. Ieri per esempio il broadcaster filo- o protogovernativo Mediaset ha diffuso una pacata nota per lamentare come «nel mondo di Internet ''regna la totale assenza di regole e di controlli'' mentre nel mercato televisivo ''vi e' una pesante ingerenza degli organi di regolamentazione.''». Povero nano. A parlare - evidentemente ignorando il recepimento delle normative europee sui new media da parte di un ministro che più amico del giaguaro di così non si potrebbe - è, lo avete indovinato, il presidente di Mediaset, un giovane molto dinamico e aperto alla crescita sociale e culturale degli italiani chiamato Fedele Conalonieri. In questo presunto Far West in cui la televisione commerciale italiana è costretta come in un ghetto, privata dei mezzi più elementari e di ogni spazio di crescita commerciale, «ci va di mezzo tutto ciò che è creazione intellettuale, contenuto originale, copyright.» Creazione intellettuale? Forse si riferisce al Grande Fratello. Contenuto originale? Forse intende il mercato delle vacche dei famigerati "format televisivi", tutti uguali, tutti melensi o nevrotizzanti.
Lassù sul pianeta marte, oltre la siderale distanza della Manica, al posto dei diktat incrociati, delle minacce al testosterone, degli eterni "lei non sa chi sono io" ricorrenti in una economia che capisce solo le peggiori forme di protezionismo di puro stampo dirigista sovietico, si studiano le diverse alternative, si discute, si decide tutti insieme. Da quando è iniziato il percorso che sta portando tutta Europa alla tv digitale, i marziani della perfida Albione conoscono per esempio quale sarà il futuro aspetto della loro banda UHF. Questo:


I marziani cercano di conseguenza di fare posto per tutti, negli inevitabili limiti fissati da una risorsa flessibile purtroppo non è elastica. Qui marte, a voi Agcom?

20 aprile 2011

Diritto d'ascolto: niente più limiti alla copertura dei ricevitori

Giorgio Marsiglio, avvocato e giurista che si occupa da tempo degli aspetti legali delle attività radioamatoriale e di radioascolto, mi segnala che si è positivamente concluso l'iter di una pratica di "infrazione" delle normative europee che lo stesso Giorgio aveva sollevato quattro anni fa a proposito dei regolamenti che in Italia e solo in Italia imponevano ancora delle limitazioni alla copertura frequenziale dei ricevitori radio (in passato alcune porzioni delle MF e HF erano proprio off limits per evitare la possibilità di intercettazione di servizi non broadcast). Tutte regole che in epoca recente sono venute meno ma che la normativa italiana non aveva recepito. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'8 aprile 2011, mi scrive Giorgiom, « il nostro Esecutivo ha evitato il deferimento alla Corte di Giustizia dell'Unione europea provvedendo ad abrogare - con decreto del Ministro dello Sviluppo economico 28 gennaio 2011, n. 36 - i tre decreti del 1985, 1987 e 1995 che ponevano ingiustificati limiti alle frequenze ricevibili dai ricevitori delle stazioni di radiodiffusione.»
Restano invece attuali e in vigore le norme e i dispositivi di sentenza che obbligano, in Italia, a utilizzare la massima circospezione nell'utilizzo dei ricevitori "scanner" ad ampia copertura di frequenza, in particolare nelle VHF e UHF. Sono ancora numerosi gli appassionati che tramite questi dispositivi monitorano per mero interesse hobbystico le frequenze di servizi come le comunicazioni a supporto della navigazione aerea. Altri appassionati si interessano invece alle comunicazioni delle forze di soccorso, pronto intervento e pubblica sicurezza. Ebbene, per gli "scanneristi" devono svolgere la loro attività senza dare troppo nell'occhio e soprattutto senza divulgare o utilizzare contenuti troppo sensibili, perché c'è il rischio di incorrere in gravi sanzioni. Come si può leggere sul sito che Giorgio Marsiglio dedica a "Il diritto al radioascolto", in un articolo del 2009 intititolato "Scanner e leggi: ora bisogna proprio stare attenti", nelle conclusioni finali:
«gli appassionati di radioascolto: ai sensi dell’art. 617, comma 1, del codice penale, non sono punibili in caso di intercettazione effettuata mediante ricevitori scanner in maniera non fraudolenta (quindi fortuita o casuale). Naturalmente sono punibili in caso di rivelazione di quanto casualmente intercettato (617 comma 2). Meno logicamente sono punibili anche in caso di installazione di apparecchi di intercettazione (617 bis) i quali sono sempre installati dagli stessi appassionati di radio. In tal caso detta punibilità contrasta con il diritto di utilizzare lo scanner per l’ascolto delle gamme d’onda consentite (radioamatori ma anche radiodiffusione e radiodeterminazione).»
Per la categoria dei giornalisti, che spesso in passato utilizzavano gli scanner per essere a conoscenza dei fatti di cronaca nera, i rischi di punibilità sono ancora maggiori dopo la famosa sentenza che ha visto condannare nel 2008 i cronisti del quotidiano telematico Merateonline:
«per questa categoria professionale l’ascolto delle frequenze riservate non è certamente casuale ma voluto per l’esercizio del diritto di informare. In tal caso, come abbiamo visto per la testata Merateonline, i Giudici non hanno riconosciuto l’esimente del diritto di cronaca ma anzi hanno addebitato i due differenti reati di installazione e di intercettazione.»

Parrot Asteroid, car FM/internet radio, arriva in Italia

Per colpa delle solite scadenze di lavoro mi sono perso l'altro giorno la presentazione di Parrot Asteroid, nuovo modello di car radio "connessa" (richiesta una chiavetta di connettività 3G o la connessione Bluetooth con il cellulare) che integra in un solo apparecchio un tuner AM/RDS text+/TP, una internet radio, la riproduzione MP3, la navigazione e il vivavoce bluetooth. Insomma una autoradio molto versatile disponibile da maggio a un prezzo di 299 euro (non sono esperto, non so quanto sia accettabile). Mi sarebbe piaciuto chiedere se Parrot intende aggiornare il suo prodotto anche alla ricezione DAB+, in linea di principio non vedo perché non debba essere possibile. Asteroid è, credo, il primo modello car radio after market che utilizza il sistema operativo Android e fin dal primo mese di lancio in Italia saranno disponibili quattro applicazioni, tra cui Orange Liveradio, la piattaforma Web radio dell'operatore mobile francese Orange (vedi il testo del comunicato qui di seguito e un filmato sulle funzionalità del dispositivo)

Facile accesso ai nuovi servizi

Parrot ASTEROID è la prima autoradio che utilizza il sistema operativo Android™. Una volta connesso al modulo GPS (in dotazione) e ad una chiavetta 3G (acquistabile separatamente) è in grado di accedere a servizi web innovativi.

In Italia, a partire da Maggio 2011, saranno disponibili 4 applicazioni:

Geo-localizzazione

o Mappe è un servizio di mappe capace di identificare e localizzare i punti d’interesse nelle vicinanze. Tramite la funzione zoom sull’indirizzo, l’utente può contattare in vivavoce il numero telefonico corrispondente, accedere alle informazioni riguardanti il profilo selezionato o pianificare un itinerario.
o Eco Carbu* compara i prezzi di alcune stazioni di servizio in prossimità del veicolo e permette all’utente di selezionare, in funzione dell’urgenza o del costo del carburante, la stazione più appropriata.

Assistenza alla guida

o L’applicazione iCoyote*, particolarmente adatta allo schermo dell’ASTEROID, fornisce all’automobilista aggiornamenti in tempo reale del traffico (incolonnamenti, ingorghi stradali, incidenti...) e lo allerta circa la presenza di autovelox.

Musica

o Orange Liveradio permette l’accesso a migliaia di web radio e podcast di tutto il mondo/internazionali.

Parrot ASTEROID è una piattaforma aperta che permette di aggiungere continuamente nuove applicazioni.

Riproduzione musicale multisorgente e vivavoce

Compatibilità multipla

Parrot ASTEROID permette l’ascolto di musica da varie sorgenti: chiavetta USB, iPhone/iPod, lettore MP3, scheda SD e ora anche stazioni radio web (grazie al 3G). I file musicali possono essere inviati all’autoradio anche tramite dispositivo mobile e via Bluetooth stereo A2DP. Parrot ASTEROID offre le funzionalità di un’autoradio tradizionale dotato di sintonizzatore radio AM/FM e funzionalità RDS text+.

Ricerca musicale vocale

Un apposito tasto su Parrot ASTEROID permette di attivare il riconoscimento vocale: basterà pronunciare il nome dell’artista o dell’album senza utilizzare la ricerca testuale o la ghiera rotante per navigare nel menu. Parrot ASTEROID cercherà ciò che avete richiesto in tutte le periferiche connesse.

Telefonia vivavoce

Compatibile con tutte le marche di telefoni cellulari dotati di Bluetooth, Parrot ASTEROID offre funzionalità avanzate di telefonia in vivavoce. Il sistema sincronizza e aggiorna automaticamente la sua rubrica telefonica quando si connette ad un telefono. Si può accedere alla rubrica senza nessuna operazione manuale, grazie al sistema di riconoscimento vocale. Il guidatore deve solamente pronunciare il nome del contatto che desidera chiamare e il sistema automaticamente compone il numero e diffonde la conversazione tramite il sistema audio dell’automobile.

Un design minimalista ed elegante

Con il suo nero profondo e pulsanti retroilluminati, Parrot ASTEROID si integra perfettamente con tutti gli interni.

La parte sinistra, removibile, è dotata di un sistema magnetico di alloggiamento per un facile e veloce inserimento del frontalino. Pulsanti discreti permettono l’accesso alle principali funzionalità vivavoce e della riproduzione musicale, mentre una ghiera rotante facilita la navigazione nel menu.

La parte destra è un display TFT a colori da 3.2”, che mostra nome e foto dei contatti contenuti nella rubrica telefonica, la visualizzazione delle copertine degli album, la selezione di tutti i servizi e le applicazioni disponibili, le Maps e le altre applicazioni web.

Dotato di formato standard 1DIN, Parrot ASTEROID si adatta alla maggior parte dei cruscotti e si installa molto semplicemente. Le molteplici connessioni - 4 porte USB, presa jack e RCA – posizionate nella parte posteriore del device, facilitano l’integrazione del prodotto.

Soluzioni adatte a ogni mercato

ASTEROID si rivolge al mercato degli accessori automotive.
Inoltre Parrot propone, alle case automobilistiche e ai produttori di componenti, il modulo FC6100, da integrare in primo impianto in ogni tipo di veicolo. Questo consente di avere di serie le stesse funzionalità di Parrot ASTEROID: telefonia in vivavoce, multi-connettività e accesso a servizi e applicazioni web.

Android per l’auto

Con ASTEROID, Parrot ha sviluppato la prima autoradio che si basa sul sistema operativo Android, che offre compatibilità multipiattaforma. Android corrisponde perfettamente al posizionamento dei prodotti Parrot.
Inoltre, semplificando lo sviluppo delle applicazioni, Android ha saputo attrarre un ampio numero di sviluppatori nel mondo. Questa community estremamente attiva ha già creato migliaia di applicazioni: alcune di queste potranno essere adattate e caricate su Parrot ASTEROID.

Prezzo e disponibilità

Parrot ASTEROID sarà disponibile a partire dal mese di Maggio 2011 al prezzo consigliato di 299€.



V2V, la comunicazione tra veicoli diventa standard ITU


Iniziativa dell'ITU per la definizione di uno standard europeo per le applicazioni di "vehicle-to-vehicle communications" nel contesto delle nuove infrastrutture di "trasporto intelligente" (ITS). I normatori si stanno orientando su una variante "p" dello standard IEEE 802.11, operativa in determinati segmenti della banda dei 5 GHz. Per capirci meglio potete prelevare questa presentazione degli Orange Labs (Ginevra, marzo 2011). Stiamo parlando di infrastrutture e applicazioni di infotraffico e guida automatica basate su sensori e un continuo scambio di dati tra veicoli in marcia (sperando che funzionino meglio dei "tram su gomma" a guida ottica mostrati da Report l'altra sera, quelli dell'ex sindaco bolognese Guazzaloca).
New joint standards initiative on intelligent transport systems

Leading organizations pool resources to address bottlenecks

Geneva, 18 April 2011 – Leading global standards organizations ITU and ISO have announced the creation of a partnership in the burgeoning field of intelligent transport systems (ITS).
Industry experts who gathered for the recent ISO/ITU/IEC Fully Networked Car event at the Geneva Motor Show agreed that the next twenty years will see a huge shift towards ITS. Today’s communications capabilities give the potential for vehicles to foresee and avoid collisions, navigate the quickest route to their destination, make use of up-to-the-minute traffic reports, identify the nearest available parking slot, minimize their carbon emissions and provide multimedia communications.
But while considerable resources have been invested in R&D, the lack of global standards is widely regarded as a major impediment to large scale deployment of ITS services and applications.
The involvement of international standards bodies is seen as critical to easing bottlenecks resulting – in part – from poor communication between overlapping sectors; automotive, ITS players, telecoms suppliers and operators. The new Joint Task Force for ITS Communications will engineer better collaboration between these sectors and pool resources within ITU and ISO, linking existing work and avoiding duplication.
ITU and ISO both have a long history of work in ITS, and have maintained long standing cooperation on the creation of standards in the field. The new agreement cements this relationship, allowing for greater coordination of their work programmes and harmonization of all outputs.
Dr Hamadoun Touré, ITU Secretary-General, said: “There is a will from manufacturers to implement these technologies, but as yet there has been no real breakthrough in terms of the technical standards needed to roll this out on a global scale. Vehicle manufacturers do not want to create different versions of this technology for every different market. They do not want regional or national standards. They want global standards, and through this initiative ITU and ISO are proving that we are willing and able to provide them.”
Rob Steele, ISO Secretary-General, said: "There is a need for harmonization of standardization of essential technologies to provide a solid base for further innovation and the economies of scale for commercialization of technologies. Most interestingly of all, is the urgent need to consider the interoperability of all of this technology not only in the vehicle, but in the wider infrastructure that is needed to support this revolution. The value of the solutions proposed is magnified when they are globally relevant. In this, customers of international standards care most about the benefits that implementing international standards provide and industry should not and will not wait while standards organizations fight amongst themselves, compete or try to decide who will develop that standard. They want to be listened to and have their needs for international standard solutions met."

18 aprile 2011

Pubblicità radiofonica, un asset trascurato

I dati Nielsen sul valore del mercato pubblicitario italiano dei primi due mesi del 2011, resi noti oggi, dimostrano ancora una volta che la fetta minoritaria di questo mercato corrispondente agli spot radiofonici (sommati e alla cosiddetta "extratabellare" rappresentata dagli annunci dei programmi sponsorizzati) è, insieme al mezzo Internet e al "direct mail", l'unica in crescita. Una crescita esile - l'uno percento nel primo bimestre - ma pur sempre positiva a fronte di una carta stampata che perde il 7,4% rispetto ai primi due mesi del 2010. Nel complesso la radio passa a 58,5 milioni contro i 57,9 di gennaio-febbraio 2010. Su questo bilancio parziale pesa l'1,8% in più delle pubblicità tabellare ma anche una contrazione di 12 punti per le sponsorizzazioni, che valgono circa il 6% della torta pubblicitaria radiofonica, probabile sintomo delle carenze di personalità di spicco e programmi molto seguiti. Al primo posto della classifica bimestrale Nielsen resta la televisione che con 730 milioni e rotti perde un mezzo punto percentuale rispetto all'analogo periodo 2010, con buona pace delle considerazioni ottimistiche che vengono fatte dal padrone del mercato. Molti i settori industriali che hanno investito meno in spot televisivi, quello bancario-assicurativo in testa.
La crescita del valore pubblicitario della radio mi spinge ovviamente a fare qualche considerazione sul marasma che ha investito lo scorso anno l'indagine Audiradio e la mancanza di un dato preciso e attendibile sui gusti degli ascoltatori. La mia sensazione è che il progetto Audiradio - di cui si attende un difficile rilancio - sia crollato sotto il peso di una incapacità di fondo: quella di raggiungere un compromesso virtuoso tra gli operatori del settore in favore di una metodologia di rilevamento dell'audience moderna e imparziale. Al contrario della televisione, dove il duopolio (ma chiamiamolo pure monopolio dato che di questo si tratta) rende facilissimo il pieno accordo sulla "validità" di Auditel nonostante tutto ciò che è stato detto in passato sulla reale attendibilità di questa indagine, la radio è un mercato molto più pluralistico. Ovviamente è un fatto positivo. Peccato però che il pluralismo, in Italia, sia anche un fatto talmente eccezionale che non lo sappiamo gestire. Audiradio è fallita semplicemente perché a un certo punto le sue componenti, forse proprio per l'aumento della posta economica in gioco hanno cominciato ad avere qualche difficoltà ad accettare una premessa del tutto scontata: se costruisci una classifica è inevitabile che ci sia una prima posizione seguita da tutte le altre. Se come editore sei intimamente convinto di essere il comunque "er mejo fico der bigoncio", che partecipi a fare?
In mezzo al marasma è però spuntato un marchio non proprio sconosciuto, Eurisko GFK, che dopo aver sperimentato per un paio d'anni il suo Eurisko Media Monitor, l'indagine sui consumi multimediali degli italiani, ha scelto i primi mesi del 2011 per lanciare ufficialmente il prodotto. I risultati ottenuti ribaltano completamente molti dei "faits accomplis" di Audiradio e il fracasso seguito all'uscita di alcuni articoli su Pubblicità Italia e Italia Oggi la dicono lunga sulla serenità con cui gli editori radiofonici nostrani possono accogliere certi strumenti di ricerca, specie se come EMM sono basati su tecnologie di metering obiettive, non su "panel" o "diari" perennemente condizionati dalla qualità del campione e dei metodi di raccolta. Guardate come funziona il meter multimediale Eurisko, molto somigliante al personal meter utilizzato negli USA, in questa presentazione del 2006 scovata sul sito di Eurisko GFK in Belgio. La cosa che fa più rabbia è che la presentazione è di Andrea Mezzasalma, che nello stesso anno lasciò Eurisko GFK per TNS e dal 2009 è Head of Audience Research and Insights per Sky Italia, non capisco perché con persone così competenti a disposizione sulla piazza interna, il rilevamento dei media debba essere quell'anatra zoppa che è.
Sono in attesa di intervistare Eurisko GFK a proposito di Media Monitor e spero di potervi dire di più, soprattutto sulle prospettive di questo nuovo sistema.

15 aprile 2011

Buon compleanno Leader Immortale: Radio Pyongyang sbarca su Internet

Una mossa a sorpresa che desta una curiosa animazione nella comunità degli ascoltatori delle onde corte ha portato su Internet la voce del regime politico più chiuso e paranoico oggi esistente. Dopo che lo scorso ottobre aveva fatto la sua comparsa sul Web il dominio nord-coreano ".kp", anche Voice of Korea, emittente internazionale multilingue che opera da Pyongyang, ha da ieri il suo sito ufficiale. Per l'inaugurazione è stata scelta LA data fondativa dell'ultimo dei regimi comunisti irriducibili: il 15 aprile, compleanno del presidente "immortale" Kim Il Sung. Graficamente il sito è in quello stile "grande muraglia di piombo" tipico dell'area asiatica (anche le stazioni radio cinesi lo adottano): al posto delle notizie dei titoli con un link a un file .aac. Non mancano, in teoria, musiche e altri contenuti, tutti abbastanza sparsi e rapsodici.
Dico in teoria perché tutto quello che si trova sulla versione inglese del sito per il momento non si può ascoltare, i link non portano a nessun file. Peccato, avrei proprio voluto ascoltare i 45 messaggi sull'arrivo delle ceste di fiori per il compleanno del leader (morto da anni ma ufficialmente assunto in cielo secondo i canoni della strana religione delle Juche). E non vedo l'ora di caricare sull'iPod il celebre inno "Long Live Generalissimo Kim Il Sung" e sono curiosissimo di se davvero il musicista maltese Joseph Aquilina ha meritato il premio internazionale concesso al suo Immortale Peana Rivoluzionario "Song of General Kim Il Sung". Speriamo che tutto questo venga davvero messo online, immagino che a Palazzo Grazioli e TG4 siano ansiosi di copiare il format.
Il sito di Web di Voice of Korea ha in effetti un'altra particolarità inquietante. In apertura il navigatore è invitato a scaricare un player (solo per Windows) per poter accedere ai file audio attraverso un protocollo di trasporto sconosciuto, il "kms://". Il player in questione si basa su una tecnologia Macrovision (oggi Rovi) adattata dai programmatori di Pyongyang. Ovviamente installare un pezzo di software made in North Korea sul vostro computer non è una faccenda da prendere così alla leggera. Gli appassionati rivelano però che lo stesso protocollo è utilizzato dalla agenzia stampa ufficiale KCNA e per accedervi sembra sia possibile utilizzare il player universale multipiattaforma VLC semplicemente sostituendo il prefisso kms:// con il solito http://. Non ho potuto verificare la cosa perché i file risultano comunque non esistenti sul server.
Per il momento è altrettanto inutile cercare sul sito di VoK la griglia delle trasmissioni in onde corte. Quella che segue è la programmazione entrata in vigore a fine marzo per le quattro lingue inglese, francese, spagnolo e tedesco, così come è stata distribuita attraverso i consueti canali hobbystici. Credo che per il momento non ci si debba attendere la disattivazione degli impianti in onde corte a favore di una distribuzione "Web only", come sta avvenendo da qualche anno a questa parte per molte emittenti internazionali.
Se volete stare al passo con le prime apparizioni nordcoreane su un medium che il regime di Kim Jong Il fa di tutto per censurare, potete seguire NorthKoreaTech l'eccellente blog di Martyn Williams, di IDG Japan, che riporta anche molte notizie sul software e le tecnologie in salsa nordcoreana. Il sito riporta anche una lista di siti con dominio .kp

A11 Summer Schedule of VOICE OF KOREA, Pyongyang, DPR Korea (North), effective Mon, 28 March 2011

German
16^00 9325 12015 Europe
18^00 9325 12015 Europe
19^00 9325 12015 Europe

English
01^00 7220 9345 9730 Northeast Asia
01^00 11735 13760 15180 Central & South America
02^00 13650 15100 Southeast Asia
03^00 7220 9345 9730 Northeast Asia
10^00 11710 15180 Central & South America
10^00 11735 13650 Southeast Asia
13^00 13760 15245 Western Europe
13^00 9335 11710 North America
15^00 13760 15245 Western Europe
15^00 9335 11710 North America
16^00 9990 11545 Near & Middle East; North Africa
18^00 13760 15245 Western Europe
19^00 7210 11910 South Africa
19^00 9975 11535 Near & Middle East; North Africa
21^00 13760 15245 Western Europe

French
01^00 13650 15100 Southeast Asia
03^00 11735 13760 15180 Central & South America
11^00 11710 15180 Central & South America
11^00 1173513650 Southeast Asia
14^00 13760 15245 Western Europe
14^00 9335 11710 North America
16^00 13760 15245 Western Europe
16^00 9335 11710 North America
18^00 7210 11910 South Africa
18^00 9975 11535 Near & Middle East; North Africa
20^00 13760 15245 Western Europe

Spanish
00^00 11735 13760 15180 Central & South America
02^00 11735 13760 15180 Central & South America
19^00 13760 15245 Western Europe
22^00 13760 15245 Western Europe

13 aprile 2011

Radio 3: le "radiografie" di un'Italia che resiste

Non so chi abbia avuto l'idea, chiunque sia è un genio, fin dal nome di questo nuovo spazio del sito di Radio 3. Peccato solo che tutto finisca nel vortice nero di un sito istituzionale che andrebbe pesantemente rivisto nel layout grafico, nei colori e nell'uso dei plugin tecnologici (abbasso Silverlight). Fatta questa premessa, le nuove "Radiografie" - le foto dei loro apparecchi radio che gli ascoltatori del canale culturale di Radio Rai sono invitati a spedire all'indirizzo radio3web (at) rai (dot) it e che da ieri vengono pubblicate all'indirizzo rai.tv (ce ne sono già un centinaio) - sono una meraviglia, un ritratto delicato, romantico e ottimista della passione che evidentemente tante persone continuano a nutrire per una radiofonia fatta come si deve. Con il cervello e il cuore. Invito tutti coloro che frequentano Radiopassioni e coloro che vi accedono casualmente, a fotografare i loro apparecchi radio e a inviare gli scatti all'indirizzo appena citato.
In ore così tristi per la nostra politica parlamentare, di fronte a una suddivisione sempre più marcata, abissale, tra due tipologie di italiani (una purtroppo minoritaria), sotto il piombo dei decreti arbitrari che cercano di imbavagliare la giustizia, nel desolante spegnersi di molte iniziative culturali, nell'indifferenza distruttiva nei confronti della scuola in primo luogo ma anche del teatro, del cinema, della musica, è addirittura commovente l'accostamento tra la radio da ascoltare (e su cui pensare) e i libri letti e da leggere che traspare in queste immagini. Un tenue messaggio di speranza per tutti quelli che si aggrappano all'idea che ancora non è tutto finito.
Grazie, Radio 3.